Capitolo 8

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«Perché fai così?» domandai con un tono quasi preoccupato, sperando con tutto il cuore che non avesse nulla contro di me.

«Stavo solo pensando.» mi rispose quindi.

«A qualcosa di brutto?»

«Non penso che tu sia un qualcosa di brutto.» mi sorrise leggermente.

Il mio cuore iniziò a battere più velocemente del solito e a dir la verità non sapevo proprio cosa rispondere; se mi fosse mai capitato di passare in una situazione del genere, forse sarei sicuramente riuscita a combinare qualcosa, ma in quel momento riuscivo solamente a guardarlo disorientata e stare zitta. Mi morsi il labbro nervosamente e iniziai a pensare velocemente a qualcosa da dire.

«Oh, che carino! Mi hai appena fatto un complimento!» esclamai, con le mie scarse doti da attrice.

Ma il suo sguardo cambiò in un istante. Il suo sorriso scomparve e il suo volto assunse un espressione seria e grigia. Adesso avevo veramente paura di aver detto qualcosa di sbagliato, ma più ci pensavo, più non riuscivo a capire cosa; insomma, era tutto nella norma.
Ad un certo punto lo sentii sospirare, e dopo qualche secondo lo vidi alzarsi per prendere una maglietta e indossarla.

«È tutto okay, Mitsuya?» gli chiesi.

«È tutto perfettamente okay.» ricevetti come risposta.

A volte gli piaceva stare da solo, senza la compagnia di nessuno; era un ragazzo che pensava tanto e passare il tempo in solitudine lo aiutava solo a schiarirsi le idee. Perciò avevo pensato che forse era per questo motivo se stava in camera da letto da solo con la testa da un'altra parte e se in quel momento se ne era andato via dalla stanza senza rivolgermi uno sguardo.
Ma non volevo crederci, stavo dicendo delle sciocchezze; Mitsuya era palesemente infastidito da qualcosa per causa mia.

Mi decisi a seguirlo fino all'altra parte della casa; lo vidi entrare in cucina e mi affrettai a raggiungerlo. Aveva appena fatto il giro del tavolo e adesso stava aprendo il frigo, probabilmente per prendere qualcosa di fresco da bere; anche a ora tarda il caldo si faceva sentire e sempre più forte.

«Mitsuya.» lo chiamai, ma lui non si degnò di rispondermi.

«Mitsuya.» lo richiamai, sperando magari che la situazione cambiasse, ma successe tutt'altro.

«Mitsuya!» alzai la voce.

«Abbassa la voce, è tardi.» parlò finalmente, non dicendomi qualcosa che volevo veramente sentire.

«E bastai dai, mi dici che ho fatto?» domandai, poggiandomi sullo stipite della porta.

«Niente.» fu la sua risposta, assai incomprensibile.

Prese una bottiglia di succo di frutta dal frigo e la posò sul tavolo, poi afferrò un bicchiere e lo riempì. E fece il tutto senza mai alzare gli occhi su di me.

𝐉𝐔𝐒𝐓 𝐀 𝐋𝐎𝐎𝐊 || Takashi Mitsuya Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora