Capitolo 21

410 26 86
                                    

21

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

21

Si era appena chiuso un capitolo della storia e un altro stava per iniziare. Gli inizi sono belli, di solito, ma non questo.
Era passata una settimana dalla...
Sì, avevo ancora difficoltà a pronunciare quella parola; mi metteva i brividi.
...una settimana dalla morte di Baji.

Mi ero chiesta per tutta la settimana come se la stessero passando gli altri. Non bene di certo, ma speravo non troppo male. Lo conoscevano da molto più prima di me, non potevo dire niente a riguardo, ma non significava che il mio dolore non poteva essere messo a confronto con il loro. Avevo sofferto, stavo soffrendo, e l'unica cosa che desideravo era rivederlo in piedi davanti a me. Era così impossibile che mi veniva da piangere.

Avevo creduto che i guai fossero finiti, che Kisaki avesse fatto tutto ciò per divertimento e che non si sarebbe più fatto vivo–e speravo in quest'ultima–, ma i problemi erano altri e mi sarebbe stati sbattuti contro, così come ogni colpa. Kisaki mi avrebbe fatto patire le pene dell'inferno.
E in effetti, aveva iniziato sin da subito.

Adesso mi trovavo seduta su un accogliente divano, dinanzi ad un tavolo–vuoto per l'esattezza–, l'aria era pesante e dinanzi a me Mitsuya aspettava una risposta. Mi aveva chiesto come facessi a sapere di Baji e perché fossi in combutta con Kisaki. Non sapevo bene come facesse lui ad avere quest'ultima informazione, perciò, incuriosita, provai a chiederglielo.

Fu inutile a dir la verità. Voleva una risposta che fosse attinente alle sue domande, non ne aveva richiesta una da parte mia. Perciò posò il bicchiere d'acqua che aveva tra le mani sul tavolo e lo sbattè con più forza, causando parecchio rumore, che mi fece sobbalzare sul posto.

Mitsuya non mi aveva mai intimorita, ma questa volta era diverso. La sua espressione mi metteva i brividi, i suoi occhi inchiodati su di me una volta mi avrebbero fatta arrossire, ma adesso volevo soltanto scappare via da loro e nascondermi. Chissà come mi stava giudicando in quel momento; la sua ragazza l'aveva appena tradito e mi faceva male ricordarmi che quella ragazza ero proprio io.

«Farò finta che tu non abbia sentito e te lo ripeterò di nuovo. Perché hai seguito quel farabutto?» ripetè, questa volta con un tono diverso, da farlo sembrare impaziente.

Stavo esitando troppo a rispondere, in effetti. Avevo le parole bloccate in gola, riuscivo solo a spalancare un po' le labbra e stare zitta davanti a lui, che diventava sempre più impaziente. Quindi prese nuovamente il bicchiere, riempiendolo d'acqua e bevendola tutta in un sorso; a quanto pare gli veniva sete quando era stressato.

«Mitsuya...»

E adesso? Qual era la mia spiegazione?
Ah sì, potevo semplicemente dirgli che sarebbe stato in pericolo se non avessi accettato di aiutare Kisaki. Ma conoscevo già la sua risposta; perché non gli avevo detto niente, mi avrebbe chiesto. Fiducia e sincerità, questo doveva esserci fra di noi, eppure io non ero stata sincera con lui. In più, sarebbe sembrata la scusa perfetta per pararsi il culo in un momento del genere; mi chiedevo se mi avrebbe mai creduta.

𝐉𝐔𝐒𝐓 𝐀 𝐋𝐎𝐎𝐊 || Takashi Mitsuya Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora