Prologo

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Annyeong, sono  un ragazzo all'ultimo anno di liceo, il mio nome è Jungkook e basta, non sono qui ad inserire i miei dati anagrafici, imparerete a conoscermi meglio nel corso della mia storia. Sono sempre stato popolare, ricercato da tutti e voluto bene da chiunque. Posso dire di aver avuto, sin da piccolo, un fisico e altezza che andavano oltre la media maschile coreana: sono sempre stato alto più del resto di tutti i miei amici, ho sempre avuto spalle larghe e fianchi sottili. Sono sempre stato socievole, allegro, altruista e ho sempre avuto questo "fascino" da ragazzo misterioso che mi rende irresistibile per le ragazze. Potrei sembrarvi un po' egocentrico e narcisista, ma non preoccupatevi, sono consapevole del mio valore però non mi sono mai sentito superiore o migliore a nessuno. Inoltre, ho un obiettivo sin dalla tenera età: diventare un Idol e far parte di un gruppo k-pop che possa andare oltre la musica, infatti il mio sogno è quello di elargire "arte" attraverso la musica, le parole e i movimenti delle coreografie. I miei genitori sono sempre stati contrari, loro vorrebbero vedermi diventare avvocato, proprio come mio padre, ma sinceramente, chi mi vedrebbe intraprendere la carriera di avvocato? Io assolutamente no. Non mi ci vedo a vestirmi con giacca e cravatta ogni santissima mattina e lottare per cosa? Per difendere persino probabili assassini, ladri, malfattori? No, grazie. Sono fermo sulla mia opinione, duro sui miei ideali, anche a costo di andare contro le persone più importanti della mia vita, ovvero i miei genitori. Bando alle ciance, mi manca solo un anno e poi dopo, posso certamente concentrarmi sul mio futuro e sui miei sogni ma, per adesso, devo concentrarmi sullo studio sennò va a finire che mi ritrovo a ripetere un anno in più di scuola. Ho qualche carenza in alcune materie letterarie ed è per questo che mia madre si è intestardita e ha deciso di cercare qualcuno che mi facesse da tutor. Adesso, sono seduto qui, al solito posto, nel solito bar, ad aspettare questo fatidico "santo" che si è preso la responsabilità di insegnarmi materie che per me, sono incomprensibili, come è l'hangul coreano per gli stranieri. Sono annoiato, il mio sguardo verte dal cellulare, alle solite pareti bianco e nere del locale, ai quadri floreali appesi ad esse, fino a quando, dalla porta d'ingresso, non entra un ragazzetto. Non mento che ha catturato istantaneamente la mia attenzione e non solo, tutti i clienti presenti all'interno del bar si sono girati a guardarlo. Ad oggi, se devo dirvi cosa mi ha colpito di questo ragazzino è stata la sua "aura". Ragazzi non sono pazzo, no, non sono nemmeno "Junior" di Dragon Ball che individua  l'aura dei suoi avversari, sono semplicemente un ragazzo dotato di occhi e un cervello sviluppato tale da riconoscere la "bellezza" di una persona. È piccoletto, molto più basso rispetto ai suoi coetanei, ha capelli scuri abbastanza lunghi da ricadergli a ciocche sulla fronte e sugli occhi. Quei capelli, sotto la luce del sole sembrano seta da accarezzare con amore e venerazione. Ha degli occhi color nocciola grandi, naso piccolo e aggrazziato e labbra carnose, invidiate credo, dalla maggior parte della popolazione femminile e non. Non è solo il suo aspetto esteriore a farmi rimanere esterefatto, bensì il suo sorriso. Quel sorriso dolce, gentile, sexy... Aspettate, fermi tutti. Cazzo ho pensato? Che il sorriso di un ragazzo fosse sexy? Mi do uno schiaffo in faccia per ritornare in me e alzo un braccio per richiamare la sua attenzione, perché sono sicuro che sia lui il mio tutor e in effetti, è proprio come avevo pensato. Mi rivolge uno dei sorrisi più belli che abbia mai visto in vita mia, si avvicina e si presenta. Cazzo, ma che voce ha? È profonda ma allo stesso tempo, fine, elegante, a primo impatto può sembrare quasi "femminile" ma no ragazzi miei, è un fottuto usignolo e prima di perdermi ore ad ascoltare questa "melodia" cominciamo a parlare, gli racconto delle mie lacune e lui mi presenta il programma che ha stilato prettamente per me. Da lì in poi non vi nego che facevo del tutto per passare del tempo con lui al di fuori dell'orario di tutoraggio, perché con lui io stavo bene, mi sentivo completo, felice, mi sentivo come se avessi raggiunto il mio sogno senza averlo realmente realizzato. Sentivo che potevo fidarmi pienamente di lui, fino a quando, a pochi mesi dal diploma, i ragazzi a scuola cominciano a spettegolare, pronunciando parole davvero poco felici : "quei due stanno sempre insieme, ma non è che si frequentano?", "Oddio mio quanto mi è scaduto jungkook, mi piaceva da morire e adesso fa il sottone con una persona dello stesso sesso", "che schifo", "perdente", "feccia". Ma la volete sapere la verità? Queste parole non mi ferivano se fossero state rivolte esclusivamente a me, il reale problema era che, probabilmente ferivano anche lui e io non volevo assolutamente vedere il mio piccolo amico stare male per colpa dei pettegolezzi superflui e inutili di persone che, a parer mio, avevano la valenza e importanza minore di una formica. Un giorno, dunque, decido di parlargli e di risolvere la situazione ma soprattutto di capire quanto questa cosa potesse influire sul suo percorso. Non lo avessi mai fatto, quel pomeriggio mi è crollato il mondo addosso. Perché? Tutto è partito da quel maledetto momento. Eravamo al nostro solito posto, sotto un albero circondato da tanti fiori di tutti i colori e non so per quale motivo, quel luogo, a lungo andare divenne il "nostro posto", quel posto in cui sapevamo ci saremmo incontrati anche senza darci un appuntamento. A quel punto, io, prendendo una ciocca dei suoi capelli setosi tra le dita, gli chiedo :<allora, che ne dici? Vogliamo far smettere di far prendere aria alla bocca a questi sciocchi o facciamo finta di niente?>
Lui, voltandosi verso di me e guardandomi con quei suoi occhioni come se volessero perforare la mia anima, mi risponde: <perché, a te dà fastidio che la gente parli di noi?>
Io, allora con una mano, gli scompiglio i capelli e ridendo, gli rispondo :< no, perché sono fin troppo consapevole della nostra relazione e so che sei l'amico più importante che io possa avere nella mia vita e questa nostra relazione non potrà mai diventare qualcosa di così "perverso">.
A questo punto non so cosa sia successo, ricordo solo che si volta e mi guarda con occhi lucidi, sembrava sull'orlo delle lacrime:< Jk, basta. Forse hanno ragione, dovremmo allontanarci per un po' e prendere le distanze>.
Si alza frettolosamente per andarsene ma io lo blocco e gli afferro il polso:< mi spieghi cosa cazzo stai dicendo o dobbiamo andare in infermeria per vedere se hai battuto la testa?>
Lui allora si scrolla dalla mia presa, mi prende per il colletto della camicia della divisa scolastica e abbassa il mio viso alla stessa altezza del suo, i nostri nasi si sfiorano, i nostri occhi si fissano gli uni negli altri come a voler dire cose mai dette e quindi lui, quasi piangendo, sussurra: <Jungkook, io SONO DAVVERO INNAMORATO DI TE. TI HO SEMPRE AMATO, ho sempre guardato il ragazzo che sei diventato da dietro le quinte. Ho sempre fatto il tifo per te, ti vedevo crescere e diventare un uomo forte, bello, popolare ed intelligente e a me stava bene, cazzo se non mi stava bene guardarti da lontano e ammirarti come un fan ammira il suo cazzo di idolo, ma poi cosa succede? Tua madre mi ingaggia come tuo tutor e da lì io non ho più saputo trattenere le mie emozioni e sentimenti che fuoriuscivano come un fiume in piena. Sai quanto fa male vedere l'amore della tua vita provarci con le altre? Sai quanto mi lacera l'anima vederti, amarti e abbracciarti con la consapevolezza che i sentimenti che provo io nel fare tutto questo non saranno mai uguali ai tuoi? Ho sentito cosa dicono i nostri compagni a scuola ma evidentemente la colpa è mia o perché forse sono troppo ovvio o perché gli altri, diversamente da te che mi conosci meglio di chiunque altro, hanno saputo guardare attraverso il mio corpo e nel mio cuore. Loro, prima di te, hanno capito quanto ti amo e quanto sei indispensabile per me e tu invece cosa fai? Continui a negare e continui a costringermi a fingere che non ci sia nulla? No jk, adesso basta. Io non posso continuare così, chiudiamola qui, adesso! Smettiamo con il tutoraggio, ormai sei migliorato. Chiudiamo l'amicizia. Io, non potrò mai vederti solo come un amico, sarebbe come chiedere all'acqua di una sorgente di non scorrere, sarebbe come dire ad una madre di smettere di curare e amare il proprio figlio, sarebbe come strapparmi il cuore da petto e costringermi a continuare a vivere, respirare. Ricordati solo una cosa, non arrenderti mai. Non lasciarti irretire dal resto del mondo che è stolto. Continua per la tua strada, raggiungi i tuoi sogni. Io ritornerò nel mio angolo buio ad amarti in silenzio, così come fanno le nullità come me>. Alla fine dello sproloquio poggia le sue labbra soffici, rese umide dal suo pianto ininterrotto, sulle mie. Successivamente mi bacia sul naso e scappia via, lasciandomi solo e stordito in mezzo al nulla. Non c'ho capito niente, so solo che non ho la forza nemmeno di piangere, ribattere e urlargli quanto sia stato egoista da parte sua, farsi volere bene e abbandonarmi così facilmente quando le cose si mettevano male. So che non lo amerò mai come lui vuole, perché a me gli uomini NON PIACCIONO, NON PIACCIONO, NON PIACCIONO.
Ma se gli uomini non mi piacciono, perché in questo momento sento di essere stato privato della mia stessa libertà e vita?
4 anni dopo..
Mi sveglio di soprassalto, vittima di nuovo dell'ennesimo incubo. Sempre lo stesso, sempre la stessa ambientazione, sempre lo stesso strazio, sempre la stessa persona, lui. Non ti amerò mai, so solo quanto, io, a distanza di 4 anni ti odi ancora così tanto per avermi rovinato l'adolescenza con il tuo egoismo e la tua codardia. Non ti amerò mai. Lo ripeto ogni mattina quasi come un "mantra"
Per fortuna, dopo il solito incubo, che si presenta ogni notte, affianco a me c'è lei.. Helena, il mio VERO amore..

Io sole.. tu luna.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora