Cap. FINALE- io sole...tu luna.

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Due anni e mezzo dopo...

POV JUNGKOOK:

PANICO.

Ecco cosa stava succedendo adesso, in questa casa.

Jimin era fuori ad allenarsi con Hobi per un'esibizione che hanno programmato come intro del nuovo cd ed io, sono rimasto a casa da solo, con questo piccolo demonio di nostro figlio.

Ebbene sì, Min-ho adesso ha più di due anni, è un bambino felice ed estremamente amato, anche fin troppo. Sin da subito è stato accolto sotto l'ala protettrice di tutto il gruppo e ogni membro ha assunto un proprio ruolo fondamentale per la crescita di questo piccoletto.

Bhè... vi chiederete come si sono evolute le cose?

Sono qui e abbiamo molto tempo a disposizione: dopo la convalescenza, Jimin si è ripreso totalmente ed entrambi abbiamo recuperato non solo i giorni in cui siamo stati separati ma anche gli anni. Non nego che abbiamo scopato come conigli ovunque andassimo e con sorpresa, ci siamo persino resi conto che provare ogni superficie e luogo dove fotterci, era diventato il nostro hobby.

Ci siamo sostenuti a vicenda in quel periodo siccome Jimin, anche se faceva del tutto per non renderlo noto, era rimasto traumatizzato da tutta quella situazione ed io... io nonostante fossi finalmente felice, ero allo stesso tempo tremendamente triste e perduto, a causa della mancanza del mio hyung. Ogni fine settimana, entrambi, ci recavamo al cimitero per rinnovare i fiori davanti la tomba e spesso, trovavo Jimin raccontargli le sue giornate: i suoi occhi sempre lucidi, le sue mani tremanti e come ogni volta quando il suo nervosismo prendeva il sopravvento, lo sorprendevo a torturarsi quelle belle labbra rosee ma poi arrivavo io che, con un abbraccio e un bacio sulla guancia e sul suo tenero nasino, lo facevo tranquillizzare e sciogliere come burro tra le mie braccia.

I mesi a seguire sono stati parecchio duri siccome Jimin ed io dovevamo testimoniare in tribunale per far sì che la giustizia facesse il suo decorso e infatti la causa è durata anche più del previsto ma dopo varie peripezie e sacrifici abbiamo vinto e sia Helena che mia madre hanno ricevuto la sentenza: dovevano scontare una pena che prevedeva l'ergastolo.

Il minimo.

Helena era al termine della sua gravidanza e pur avendo ricevuto la sentenza, gli ultimi mesi li ha vissuti nell'agio e nel benessere per permettere al bambino di nascere in salute.

Eravamo in tour quando riceviamo la notizia del suo travaglio e non nego che tutto il gruppo ha deciso di mandare all'aria tutte le tappe per correre in Corea ed abbracciare il piccolo.

Appena lo abbiamo visto Jimin è quasi svenuto e i medici gli hanno dovuto fare una flebo, io non contenevo più l'emozione e sono scoppiato in un pianto liberatorio, il resto dei ragazzi cercavano di camuffare tutta l'emozione ma fu uno dei momenti più belli della mia vita. Avere tra le braccia il figlio di mio fratello, vedere quel piccolo fagotto piangere, dormire, respirare, stringere la piccola manina attorno alla mia grande mano, mi ha reso l'uomo più felice e realizzato su questo mondo.

In questi due anni mi sono spesso ritrovato a fissare il cielo e la luna era diventato il nostro posto, mio, di Jimin e Yugyeom.

Ho pianto molto ma spesso le lacrime non erano solo dolore e nostalgia, erano pura felicità.

Lo svegliarmi ogni mattina con una testolina bionda poggiata al mio petto, sentire il suo respiro regolare ed essere il primo ad ascoltare quella voce melodiosa e roca, dire: "buongiorno"; mi riempie il cuore colmo d'amore e serenità.

Il vedere Jimin così amorevole verso quello che ormai era a tutti gli effetti nostro figlio, mi rende pienamente orgoglioso.

Quante notti insonni per calmarlo e nutrirlo, quante giornate colme di preoccupazione per le sue prime febbri o mal di pancia.

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