Terzo Capitolo- Consapevolezze

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POV JUNGKOOK:
Dopo aver terminato la sua esibizione, il ragazzino sembra davvero in preda al panico. Ricordo, in passato, che quando rimaneva per troppo tempo al centro dell’attenzione si “surriscaldava” tutto, si mordeva le labbra fino a farle sanguinare e cominciava a farfugliare. Adesso sembra essere migliorato ma siccome credo di conoscerlo abbastanza bene, so interpretare ogni sua minima incertezza, dubbio e tensione ma a questo punto mi chiedo: perché ancora non ho compreso e accettato il suo atteggiamento di quattro anni fa?
Intanto noto che Yoongi sembra a proprio agio con quel ragazzetto al tal punto che ne approfitta per parlare con lui appena ne sorge l’occasione, infatti si avvicina, gli stringe la mano, gli accarezza la testa. Cosa credi, di parlare con un cane? All’improvviso il piccoletto, con la scusa di andare al bagno noto che se la dà a gambe e rimane chiuso per davvero troppo tempo nel bagno. Non che io ci faccia caso, sia chiaro eh! In sala, nel frattempo, si innalza un chiacchiericcio eccitato. Jin saltella tutto contento urlando: <tra poco coroneremo il nostro sogno ragazzi, ve ne rendete conto? E poi questo ragazzo ha davvero del talento, sono sicuro che noi sette insieme faremo grandi cose!>. Nam, che fino ad ora non ha proferito parola, finalmente guardandomi afferma: <Allora “kookie”, ti sei deciso adesso? Avrà solo bisogno del nostro aiuto e supporto per poter sentirsi a proprio agio, lo aiuteremo e dopodiché potremmo finalmente fare il nostro tanto atteso debutto>. Sinceramente non rispondo, mi limito ad annuire con la testa, ricevendo solo occhiate interrogative e furtive da parte di Tae, però adesso non mi sento minimamente pronto di ammettere che il “ragazzino” lo conosco da tanto tempo, a maggior ragione se lui stesso fa la testa calda e finge di non conoscermi! Per non pensarci, comincio a provare alcuni passi della coreografia che qualche giorno fa il nostro coreografo ci ha insegnato, sembra essere un ottimo diversivo visto e considerando che non mi rendo nemmeno conto che tutti si sono posizionati dietro me, compreso il “piccoletto” che simula i passi della coreografia che sto eseguendo. Mi sento arrossire perché è vero che sono abituato ad essere continuamente al centro dell’attenzione, ma se qualcuno si affida su di me per qualcosa comincio ad entrare nel panico (sono proprio un bel citrullo).
Attraverso lo specchio, però, vedo che il ragazzetto viene spinto in avanti da Hobi e me lo ritrovo al mio fianco, con il suo gomito che sfiora il mio, dandomi leggeri brividi che salgono dalla schiena ai miei capelli rizzandoli, lui mi fissa di sottecchi e sorridendo timidamente, mi sussurra: <scusami non volevo disturbarti è solo che sono stato spinto e adesso mi ritrovo ad avere te come insegnante>. Per caso mi sta insultando? Vorrebbe insinuare che preferiva qualcun altro che gli insegnasse i passi della coreografia? Di conseguenza subito sbotto: <non è necessario che tu venga da me a imparare, ci sono altri 5 membri su cui fare affidamento!>. mi fissano tutti come se avessi imprecato o bestemmiato ad alta voce ma non ho detto nulla di così scioccante da meritarmi queste occhiatacce, lui di conseguenza cambia il suo sguardo da timido e imbarazzato, a determinato e furioso e mi risponde:<potessi scegliere non sarei qui a farmi insegnare da uno scimmione come te!>. WHAT?! Sento dietro di me risate soffocate, seguite da quel piccoletto testardo che si allontana dal mio fianco e si mette dove era posizionato precedentemente, ovvero al fianco di Hobi. Taetae mi si avvicina e mi dà una pacca sulla spalla con un sorrisetto impertinente sulle labbra e comincia a farsi beffe di me:<abbiamo finalmente trovato qualcuno che mette a tacere il nostro Mr.Nervosetto>. In risposta, gli lancio uno schiaffo sulla testa e ricomincio ad allenarmi, ignorando le imprecazioni del mio amico bastardo.
Ogni tanto lancio qualche occhiata dietro di me e noto Hobi e Yoongi concentrati ad insegnare la coreografia al piccolo birbante e quasi mi viene da sorridere, sembra davvero intento ad imparare tutto velocemente per non rallentare il gruppo. Forse e dico forse potrebbe portare un po' di giovamento in questo gruppo. Cosa stracazzo dico? Non aiuterà avere con noi un piccolo ragazzo che ha sempre e solo avuto vergogna persino della sua stessa ombra!

Dopo qualche ora di allenamento, ci rendiamo tutti quanti conto che è arrivata l’ora del pranzo e propongo di fare qualche minuto di pausa per poter mettere qualcosa di solido nello stomaco per poi continuare a lavorare fino a tarda sera. A questo punto Jin dice di voler scendere al ristorante che è di fronte all’agenzia per controllare il menù disponibile di oggi, poi chiede a Hobi e Nam di accompagnarlo per aiutarlo a portare le buste; successivamente Tae dice di approfittare di questi attimi di pausa per fare una telefonata importante a casa poiché la madre la settimana scorsa è stata in ospedale per un’operazione ed è davvero preoccupato per le sue condizioni. Yoongi invece, con il suo tipico atteggiamento noncurante, sbadiglia ed esce fuori dicendo di avere una questione urgente da sbrigare. Che questione talmente urgente hai da rischiare di lasciare solo me, in compagnia di questo piccoletto impertinente e fastidioso in un luogo così stretto e opprimente? Inizialmente l’atmosfera è tesa, pesante, sembra quasi che l’aria faccia fatica ad entrare nei polmoni; mi assale un senso di nausea e comincia a girarmi forte la stessa. Vi giuro, fino ad oggi non ero consapevole di quanto io potessi essere un fottuto fifone. Evito di guardarlo e fingo di concentrarmi su un gioco sul cellulare, ma la curiosità batte la mia forza di volontà e per errore, alzo gli occhi e incrocio il suo sguardo. Lui non sembra voler interrompere affatto il contatto visivo, anzi sembra determinato a volermi irritare, fino a quando non si alza e si posiziona di fronte a me, inginocchiato. Il mio cuore perde un battito e ancora non riesco a capire il perché, quindi, come per una sorta di autodifesa lo aggredisco:<cosa vorresti adesso? Ti serve qualcosa che vieni ad importunarmi continuamente?> non so il perché mi comporto in questo modo, non sono mai stato così aggressivo con nessuno, ma solo lui sembra avere il potere di far uscire la versione peggiore di me. Lui, per niente imbarazzato o sorpreso del mio atteggiamento, risponde:<non voglio nulla, anzi, mi scuso se con il mio atteggiamento possa averti dato fastidio. Ti ho evitato per quattro anni, fino ad oggi. Giuro che non sapevo della tua presenza qui, sennò non avrei accettato nemmeno lontanamente di entrare a far parte di questo gruppo.>
Ipocrita del cazzo, a chi vuoi prendere in giro? <ora vuoi farti credere, ma non pensare che io caschi di nuovo nel tuo subdolo gioco. Hai fatto del tutto per farti notare da questa agenzia per riavvicinarti di nuovo a me e rovinarmi la vita!>. A questo punto sembra che io abbia toccato un suo punto molto debole perché sembra quasi voler abbandonarsi alla disperazione, noto che gli girano le lacrime negli occhi e fa uno sforzo disumano per ricacciarle indietro:<non avrei voluto rivedere la tua faccia da ebete nemmeno per tutto l’oro di questo mondo! Chi ti credi di essere? Pensi di essere così indispensabile e importante da influenzare tutta la mia esistenza? Mi ero persino dimenticato di te, del tuo viso e della tua voce fino a quando non ho rivisto questa tua faccia da culo e mi sono pentito di aver persino aperto gli occhi questa mattina!> ha il fiatone, sembra aver corso per ore intere ed essersi appena fermato per recuperare aria. Non so perché ma ciò che temevo, è accaduto. Ha dimenticato tutto di me, di noi.
Non voleva minimamente ricordare e diversamente da me che ho continuamente incubi sulla nostra separazione, lui ha invece eclissato definitivamente quel periodo della sua vita. Perché io? Perché solo io devo ricordare e devo avere il cuore frantumato in mille piccoli pezzetti? Mi avvicino, lo tiro per il colletto e avvicino le mie labbra al suo orecchio e gli sussurro:<non credere che per me sia diverso. Non credevo nemmeno più esistessi in questo mondo, ho quasi dimenticato tutto di quell’ultimo anno di liceo però a causa della tua indesiderata comparsa è riapparso tutto nella mia memoria e ho quasi avuto degli incubi ad occhi aperti, sono rimasto totalmente scioccato per la feccia che sei e che hai fatto diventare anche me in quel periodo>. Ditemi, non vi sembra una lotta su chi si ferisce di più, a vicenda, a suon di parole? Credo che le parole che gli ho appena sussurrato abbiano fatto più male a me che a lui, ma che ci posso fare? Posso fare la parte del pesce lesso che ha sofferto per la sua mancanza per così tanti anni, mentre lui, di me, nemmeno si ricorda? Dopo aver sussurrato, mi allontano dal suo orecchio e mi posiziono di fronte a lui, occhi negli occhi, naso contro naso. Sento il suo respiro affannoso, affranto, ferito, come se gli avessi conficcato un pugnale nel cuore; ma se lui ha detto di non ricordarsi affatto di me, perché sembra invece che io gli abbia appena inferto il colpo di grazia? Ci fissiamo a lungo, guardo quegli occhi lucidi che sembrano voler esondare da un momento all’altro, sento la mia guancia umida credendo quasi di aver esagerato con le parole e averlo fatto piangere, invece non è lui, sono io. Lentamente vedo lui che, incerto, avvicina le sue piccole mani al mio viso e pulisce dalle mie guance, le lacrime che stanno scendendo incontrollate. Appena le sue dita toccano la mia pelle, sento che le mura che avevo innalzato anni fa intorno al mio cuore, ora stiano lentamente crollando. Poggio la guancia contro il suo palmo e mi lascio trasportare dal dolce momento che abbiamo appena creato.
Aspettate, aspettate, aspettate. Cosa cazzo sto facendo? Perché sto facendo la figura del fesso avanti ai suoi occhi? Alzo di scatto la testa e allontano la sua mano con uno schiaffo, lo spingo indietro per le spalle e lui cade contro lo specchio della sala da ballo. Credendo di aver esagerato, un’ulteriore volta, mi avvicino per tendergli la mano e aiutarlo a rialzarsi, ma lui mi respinge e con voce e occhi distanti mi dice:<non permetterti di toccarmi o di avvicinarti, facciamo proprio come abbiamo fatto fino ad ora, fingiamo di non conoscerci; d’altronde io e te non siamo nient’altro che semplici conoscenti. Ti chiedo solamente di smetterla di comportarti come se ti avessi ucciso un familiare davanti a tutti, vorrei andare avanti con la mia carriera e non curarmi degli errori che ho fatto in passato e sì, tra questi errori c’è stato proprio quello di stringere amicizia con una delusione come te>. Colpito e affondato, ci siamo appena feriti di nuovo, io credo che se ci fossimo sfidati a duello ne saremmo usciti meno "ammaccati"e sofferenti.
Nell’esatto momento in cui volevo scusarmi, si spalancano le porte e rientra Yoogni che, vedendo il ragazzino a terra, quasi in preda alle lacrime, accorre al suo fianco e gli scuote le spalle chiedendogli preoccupato:<Jimin, che succede? Avete litigato? Ti senti male? Dobbiamo andare in infermeria?>. Fermo, chi sei, suo padre che ti preoccupi così? Gli lancio un’occhiata di traverso e mi butto davanti a lui per alzare il ragazzetto da terra sorreggendolo per le spalle ma Yoongi mi ferma e quasi mi spinge indietro:<non so cosa stia succedendo tra voi due, a me non interessa ma sei pregato di non rovinare innanzitutto il nostro debutto ma soprattutto, di lasciare in pace questo povero ragazzo e di trattarlo almeno con indifferenza e non con sufficienza o malizia, ci siamo intesi?>. Già il fatto che voglia mettersi tra me e lui, mi sta dando alla testa, sento che i miei nervi stiano quasi per spezzarsi per poi ricomporsi e spezzarsi di nuovo, vorrei urlargli in faccia che deve farsi i fatti suoi e che non è compito suo proteggerlo, siccome è dotato di parola e capacità di intendere e volere, fino a quando, la porta non si spalanca una seconda volta nel giro di qualche minuto e appare lei in tutto il suo splendore: Helena. Con essa sembra arrivare sempre una ventata d’aria fresca, ma perché adesso mi sembra che la sua sola presenza non mi basti per colmare il vuoto che da anni affligge il mio cuore? Lei sembra sorpresa di ritrovarsi di fronte a questa scena: io sono con il sangue agli occhi, pronto a saltare alla gola di Yoongi; poi vede un ragazzetto che  non conosce, steso a terra apparendo come un cucciolo abbandonato dal suo padrone. Dopo un attimo di silenzio totale, lei mi guarda, si avvicina, mi prende per mano e mi dà un casto bacio sulla guancia; poi si rivolge al resto:<ciao ragazzi, interrompo qualcosa di importante? State bene? Chi è lui?>indicando il piccoletto a terra, che adesso sembra essere in condizioni ancora più pietose rispetto a un attimo prima. Io non riesco ad articolare nessun suono, sono fermo e non riesco a muovere nemmeno i muscoli del viso, l’unica cosa che noto, è il cambiamento del “ragazzino”: fino a un secondo fa sembrava gli fosse crollato il mondo addosso, adesso si rialza come se niente fosse successo, sorride e si avvicina ad Helena, intanto io continuo a rimanere fermo e non muovermi. Lui si presenta, tende la mano alla mia ragazza e dice:<ciao, scusami per il trambusto di un attimo fa ma stavamo facendo alcune prove, purtroppo sono caduto e i ragazzi erano preoccupati mi fossi fatto veramente male. Piacere sono Jimin, sono il nuovo membro del gruppo.> lei sembra prendere per vero tutto quello che le è stato raccontato e fa un grande sorriso:<ma davvero? Quindi adesso siete al completo? E tu, Jk, perché non mi hai detto nulla? Ma non fa niente sono davvero felice e poi tu, sei davvero bello. Credo quasi di aver trovato il mio “bias” definitivo> si volta verso di me e mi fa la linguaccia. Se la situazione non fosse più tragica di ciò che appare ne sarei divertito, ma adesso sono quasi ad un passo dal chiamare le pompe funebri per prenotare una bara a misura del mio stesso cadavere. Il piccoletto ride, ha una risata davvero dolce:<sono onorato di piacere ad una ragazza bella come te. Sei la sua ragazza?>e mi indica alzando il mento verso di me. Lei risponde:< sì, anche se dopo oggi mi hai fatto entrare in crisi e quasi mi viene voglia di scambiarlo con te> e ridono entrambi. Gli unici a non ridere siamo io e Yoongi, lui perché è ancora incazzato a morte con me e io perché non so come comportarmi.
I miei mondi, quello del passato e quello del presente, sono appena entrati in collisione; cosa succederà da adesso in poi? Quale catastrofe naturale si abbatterà nella mia vita?
POV JIMIN:
la mia paura più grande è sempre stata quella di mettere nei guai la persona che più amo al mondo ed è per questo che l’ho abbandonata e me ne sono andato senza lasciare alcuna traccia di me. Sono sempre stato consapevole di essere un capitolo “buio” della vita di Jk ma sentirmelo rinfacciare così apertamente mi ha fatto davvero tanto male e dopo la separazione non pensavo potessi soffrire più di così e invece è successo quando l’ho sentito pronunciare quelle parole di odio nei miei confronti; ancor peggio quando ha cominciato a piangere. La mia presenza gli fa così male da procurargli tutte quelle lacrime? Forse dovrei davvero abbandonare tutto e trasferirmi in una nazione ben lontana per evitargli ulteriore dolore? Mentre ero perso in questa “lotta interiore” non sapevo però, che da un momento all’altro, tutte le mie convinzioni di essere un ragazzo forte e determinato, sarebbero crollate con l’entrata in sala, di una delle donne più belle che io abbia mai visto nella mia vita. Alta, snella ma formosa nei punti giusti, capelli lunghi e scuri, occhi grandi e gentili color nocciola, sopracciglia curate, labbra sottili e un portamento da vera “first lady”. Ho da subito capito che lei era la “first lady” di Jungkook perché appena entrata ha subito rivolto uno sguardo pieno di preoccupazione in direzione sua, senza curarsi minimamente di cosa c’era intorno a loro. Vedendola avanzare verso di lui, sentivo il mio cuore spezzarsi sempre di più e non perché ho qualche tipo di speranza, semplicemente perché mi è stato sbattuto in faccia la consapevolezza che lei è fatta su misura per lui. Sono una delle coppie più belle che avessi mai visto nella mia vita, si completano e arricchiscono a vicenda ed io nella vita di entrambi, non sono che un inutile insetto da scacciare. Mi sale la bile e vorrei davvero vomitare per quanto mi faccio ribrezzo da solo per aver sperato, in passato, di poter essere la persona giusta per lui però, mentre mi perdo in questi pensieri noto che Jungkook mi guarda con occhi preoccupati, forse ha paura che racconto tutto alla sua ragazza ma è evidente che non mi conosce abbastanza, non mi permetterei mai di rovinargli ancora di più la vita. Lui merita tutto l’amore che io non ho mai ricevuto, merita la felicità che ho sempre anelato, merita una vita colma di soddisfazioni ma soprattutto merita una famiglia “sana” e una moglie che lo ami incondizionatamente. Merita tutto ciò che io non potrò mai dargli ed è proprio per questo motivo che mi faccio forza, mi alzo e mi presento a questa “dea”, fingendo che vada bene, fingendo che io, non sia morto dentro da tanto, troppo tempo ormai…

Io sole.. tu luna.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora