OTTAVO CAPITOLO- I'M A MONSTER

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POV JIMIN:

Mi allontano velocemente da quel luogo che ormai mi risulta angusto,

mi allontano da quella che è la fonte primaria della mia inevitabile distruzione.

Perché mi ha baciato? Perché mi ha toccato come se fossi la cosa più preziosa che avesse mai avuto nella sua vita? Perché ha tentato di farmi perdere irrevocabilmente il controllo?

Da quando ho interrotto bruscamente i rapporti con lui mi sono spezzato e ho dovuto fare un lavoraccio su me stesso per ricomporre ciò che lui aveva inesorabilmente mandato in frantumi; c'ero quasi riuscito, certo sentivo comunque un vuoto persistente in me, sentivo che mancasse sempre una parte che mi avrebbe reso un uomo felice ma stavo bene. Sorridevo finalmente, mi ero posto degli obiettivi, mi ero imposto di migliorarmi come artista ma anche e soprattutto come persona. Mi sono sempre sentito inadatto, un fottuto disadattato.

A scuola da piccolo venivo preso in giro perché ero un orfano, i miei erano morti lasciandomi solo e indifeso contro le ingiustizie della vita. A casa il nonno mi picchiava, mi insultava, facendo sorgere in me la consapevolezza di non essere mai abbastanza, di essere un mostro che con la sola esistenza portava caos e sofferenza nelle vite altrui. Crescendo inoltre mi sono sentito ancora peggio, soprattutto quando mi resi conto di non essere come gli altri miei coetanei che si fidanzavano e facevano apprezzamenti nei confronti del corpo femminile.

Guardando una ragazza non ho mai provato nulla e questo faceva tremendamente paura, l'unico che provocava in me, sensazioni contrastanti era Jungkook che ho ammirato sin da piccolo. L'ho visto crescere sotto i miei occhi, l'ho sempre ammirato e supportato da lontano, era il mio sogno e il mio tormento ma mi bastava il semplice ammirarlo e venerarlo. Fino a quando un fottuto pomeriggio non me lo ritrovai seduto a quel tavolino di un bar, con un sorriso a trentadue denti rivolto esclusivamente a me. Da quel momento in poi lui non era più un sogno così irraggiungibile, non era solamente qualcuno da ammirare di nascosto per la paura di essere beccato a fare qualcosa di illegale, era lì in carne ed ossa ed era diventato il mio migliore amico. Ovviamente per me, non lo è mai stato ma io per lui sì, ero solo ed esclusivamente questo. Successivamente a scuola le persone hanno cominciato ad additarci soprannomi e nomignoli poco gentili e per la paura di trascinare con me nell'ombra, anche l'amore della mia vita, l'ho lasciato.

Ho preferito affogare da solo nell'oblio,

ho sperato che a rimanerne scottato fossi sempre e solo io.

Mi sono augurato che la sua vita potesse essere colma di colori di tutte le sfumature e non monocolore come la mia.

L'oppressione, l'inferiorità, il non essere degno... devono essere sentimenti che devono appartenere solo e solamente a me.

Da quel momento in poi ho cominciato a farmi del male cadendo nella pazzia più totale. Ho intrapreso un lavoro come ballerino in un night club, dove mani sudice mi toccavano in tutte le parti del corpo ed ogni tocco, era per me, un risveglio, un ritorno alla realtà più cruda: non valevo niente, non ero niente e quindi era giusto che a toccarmi fossero solo questi sudici, inutili e falliti che nella vita per procurarsi un po' di piacere, devono sborsare fior di quattrini. Ho cominciato persino a vendere il mio corpo, tanto.. che utilità aveva? Avevo una dignità da salvaguardare? No, assolutamente. La dignità è una prerogativa che mi è stata sottratta nel momento esatto in cui mio nonno poteva far di me ciò che voleva: un involucro vuoto, fatto di carne ed ossa senza alcuna anima all'interno. Per fortuna ho sempre avuto con me San, il quale non ha mai mollato la presa e ha sempre creduto in me, aiutandomi ad uscirne e aiutandomi a ricomporre pezzi che non credevo nemmeno potessero essere aggiustati più. Mi ha aperto gli occhi al mondo e mi ha fatto capire che potevo redimermi e riscattarmi in maniera diametralmente opposta: mi ha condotto in un mondo molto più pulito e meno peccaminoso; mi ha fatto tornare il sorriso e quasi.. mi ha aiutato a guardare il mio riflesso allo specchio senza provare totale ribrezzo.

Io sole.. tu luna.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora