Capitolo 5- VEDO TE ANCHE QUANDO SONO CON LEI.

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POV JK:

Helena mi ha proposto di tornare in taxi con lei ma sinceramente sento di aver bisogno di rimanere solo per qualche minuto e calmarmi.

Oggi non è stata sicuramente una giornata semplice, tutte le emozioni che mi tenevano imprigionato in una torre invalicabile, sono fuoriuscite facendomi cadere da essa con un tonfo assurdo. Mi sento in preda al delirio, alla febbre, allo svenimento. Ho troppe emozioni contrapposte, dove prevarica sicuramente l'odio, la tristezza, ma c'è anche buona parte di nostalgia, preoccupazione ma anche tanta attrazione.

Io? Attratto da lui? Ma come può accadere una cosa simile? I miei mi hanno cresciuto con la convinzione che ci si può ritenere realmente idealizzati nel momento in cui hai un lavoro che ti piace ed una famiglia composta da moglie e figli da mantenere. La parola "gay", "omosessuale" è per i miei genitori simile ad una "makumba" o un'imprecazione in chiesa.

Sono consapevole, inoltre, di avere un problema ed è proprio per questo che amo Helena con tutto me stesso, poiché nonostante il vero me, lei mi è rimasta accanto, accontentandosi delle poche attenzioni che una donna dovrebbe realmente ricevere e per attenzioni intendo ovviamente fare l'amore. Non sono mai stato promiscuo, ma prima del diploma provavo piacere e godimento nell'avere rapporti con le mie varie fidanzate e infatti me ne vantavo spesso con Jimin che mi rispondeva con una risata amara e uno sguardo ferito, però ai tempi amavo davvero godermi la vita e i piccoli piaceri che ne derivano; successivamente però ho cominciato a riscontrare un problema: non riesco a raggiungere l'orgasmo, infatti mi è stata diagnosticata una sorta di "anorgasmia", tuttavia il medico mi ha sempre riferito che può essere una condizione innanzitutto momentanea ma soprattutto psicologica, infatti dovevo cercare di trovare la causa di questo mio blocco grazie all'aiuto di uno psicologo, ma io non ci sono mai voluto andare. Avevo paura di scoprire cose che tengo nascoste negli angoli più remoti della mia mente.

Con Helena i rapporti sono rari, a volte la soddisfo unicamente con rapporti "orali", ma l'atto vero e proprio viene consumato davvero raramente, se non quasi mai; infatti si può contare sulle dita di una mano le volte che lo abbiamo fatto, senza ovviamente raggiungere l'apice da parte mia. È una malattia strana, non ne parlo con nessuno se non con Taetae, è l'unico ad esserne a conoscenza oltre la mia fidanzata ovviamente e questo perché mi fa ribrezzo, provo vergogna, non mi sento un uomo che possa essere degno di soddisfare la donna che ama tuttavia, lei non me lo ha mai fatto pesare è stata anzi, sempre comprensiva e affettuosa.

Non mi sono reso conto di aver accantonato momentaneamente la persona che da oggi mi sta fottendo il cervello, fino a quando non giungo a destinazione e rivedo Helena ad attendermi sotto casa che si abbraccia la vita tanto dal freddo che fa. Parcheggio istantaneamente la motocicletta, mi tolgo il casco e corro verso di lei abbracciandola e annusando i suoi capelli che odorano di menta. Lei ricambia l'abbraccio e mi dice:<amore mio, stai tremando. È successo qualcosa che non so?> mi stacco da lei, le accarezzo una guancia e la rassicuro:<sto benissimo, sono solo stanco e sono davvero euforico perché finalmente vedo il mio sogno che prende gradualmente forma>mento, mento spudoratamente.

In realtà sto male, vorrei piangere e rimanere chiuso in camera per almeno una settimana ma lei non deve saperlo, lei non deve sentire il peso delle mie colpe e non deve subire ancor più di quello che subisce normalmente.

Le prendo la mano e ci dirigiamo verso l'ingresso di casa nostra, intanto lei mi chiede se Tae fosse venuto a cena da noi, ma proprio in quel momento mi sono ricordato che stasera era occupato poiché si sarebbe dovuto recare in ospedale dalla madre per andarla a trovare. Varcata la soglia di casa, Helena non fa in tempo ad accendere la luce che mi fiondo come un animale affamato sulle sue labbra. Sento l'esigenza di baciarla e di possederla, voglio dimenticare tutto, voglio dimenticare quelle labbra che qualche ora fa stavo per baciare, voglio dimenticare quel corpo, quella voce, quei capelli, quel fottuto culo. Voglio dimenticarmi che io stia ricordando.

Io sole.. tu luna.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora