E notavamo i nostri limiti, eh
E tu eri brava a lanciarmeli addosso
E tu eri brava a lanciarmeli addosso, eh, ehRkomi e Tommy Dali
Rikki getta fuori l'ultima nuvoletta di fumo dalla bocca, pesta il mozzicone della sigaretta con la suola dei tacchi e, velocemente, afferra la bottiglietta di whisky dalla borsa per ingoiarne un sorso.
I pensieri al loro posto.
Ha deciso di star calma quella sera, di non lasciarsi trascinare da nessuna provocazione, da nessuna risatina. Spera di farcela, anche se la vede durissima.Completata l'operazione, la rimette al suo posto e bussa alla porta. Ad accoglierla sulla soglia arriva la domestica, seguita da Penelope e il suo sguardo incazzato, contornato da un sorrisetto derisorio.
«Ti sei degnata di venire, figlia...» Le dice, calcando appositamente sull'ultima parola. Poi invita la domestica a tornare di là, non prima di aver redarguito gli effetti personali della ragazza, rassicurandola che c'avrebbe pensato lei e quando essa è abbastanza lontana, ingloba il gomito di Rikki e la tira dentro.
Respira.
Respira.
Ma quanto ancora dovrò respirare prima di aprire bocca?Chiudendo l'uscio, le fa una radiografia, facendola sentire come un topolino sotto la lente d'ingrandimento. Solo che, evidentemente, Penelope non deve essersi guardata bene allo specchio, perché il tubino rosso argentato firmato Rosé Tourette è talmente sottile e velato da intravedere proprio le parti di pelle che non si dovrebbero.
E Rikki sceglie di osare, di sfidarla, di tenerle testa come una vera leonessa. Di andare contro gli ideali che si era prefissata, perché proprio a ingoiarne la strafottenza senza replicare non ce la fa.
Si è persino tolta il bracciale regalatole da Conrad. Tanto sa che non si accorgeranno di nulla.
Soprattutto lei non si accorgerà di nulla.«Vado bene, mamma? O avrei dovuto vestirmi da troia come...» Un sonoro schiaffo vibra nel piccolo ingresso all'esalazione di quei lemmi.
Rikki rimane di sasso, impalata e leggermente ricurva su sé stessa; gli occhi ancorati a quelli della donna, taglienti come il ghiaccio.
«Non ti permettere mai più, intesi?» chiarisce inviperita la donna. «Comunque di sopra trovi un abito fatto portare appositamente da tuo padre dalla nostra sartoria di fiducia. Non te lo meriteresti, ma il suo è un gesto di buon auspicio per l'inizio del college e non me la sono sentita di contraddirlo.» Detto ciò, Penelope gira sui tacchi e torna di là. Degli ospiti non ne è stata fatta menzione, ma quando, un minuto dopo, la castana avverte il campanello suonare, si affretta a scappare nella sua stanza. Non prima di aver fatto il dito medio al fantasma di sua madre.
Giunta in camera, si siede sul letto, distendendo le braccia sulla coperta, tirando indietro la testa. La guancia brucia un po', la stanchezza del cuore, quella, invece fa male.
E non è colpa sua. La sua psichiatra ha ragione, ma quanto ancora la riuscirà a sopportare questa situazione?
E okay, di certo non si sarebbe aspettata un'accoglienza degna di chissà quale principessa inglese, però almeno un cazzo di come stai, almeno un misero... ci sei mancata...
«A me sei mancata» una vocina gracile e dolce struscia lungo lo stipite della porta lasciato aperto di un quarto. Rikki sobbalza un po', ridestandosi e accorgendosi troppo tardi di aver espresso gli ultimi crucci ad alta voce.
«Lindsey», appena si accorge della sorellina le fa cenno di entrare e per la seconda volta nell'arco di poco tempo, la giovane Suarez rimane spiazzata.
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Romance{COMPLETA} spin off di "Ti cerco tra i petali di rosa" Andarsene da SkyWron è la cosa migliore per Rikki Suarez. Cambiare vita, conoscere nuove persone, lasciarsi il passato alle spalle... E l'ammissione all'università di giornalismo situata a New...