Boys

11 2 0
                                        


Nico è ancora arrabbiato con me.
Lo capisco da come si comporta: educato, ma distante.
Come si comporterebbe con un estraneo.

Questa cosa non mi sta bene, potrei definirlo con numerosi termini, ma estraneo non è uno di quelli.

Guardo l'orologio, non devo assolutamente fare tardi. Aumento il passo e mi dirigo spedito verso il negozio.

Sorrido, mi sembra di essere tornato a casa.
Spesso venivo trascinato dalle mie sorelle a fare shopping. Ore intere ad aspettare fuori dai camerini; sembra ieri che dovevo correre per tutto il negozio soltanto per prendere una taglia più grande perchè a Miri 'non convinceva'.

Ora i motivi non sono diversi, ma la situazione è completamente differente.

Ho avuto fortuna a ottenere questo lavoro, considerando la mia giovane età. Ma la mia vera fortuna a è stata essere capitato con un collega simile, senza la sua compostezza avrei fatto saltare la copertura dopo due minuti.
Arrotondando per eccesso.

Sorrido mentre svolto l'angolo.
Sono stato davvero molto fortunato.

Alzo gli occhi al cielo. Le nuvole corrono veloci spinte dal vento. Domani sarà un giorno particolare. Strano. Sarà come un terno al lotto.
Ed è anche compito mio farlo andare per il meglio. Entrambi teniamo molto a Eli, sappiamo di chiederle molti sacrifici, ma siamo anche perfettamente consapevoli di non poter commettere errori.

Non pensavo che essere amichevole potesse essere considerato un errore, ma Nico crede di sì e lui è molto più bravo di me in queste cose.
Mi fido ciecamente di lui.
Tranne per quanto riguarda la moda.

Non è un vero e proprio genio in questo ambito, fosse per lui tutti andrebbero in giro vestiti allo stesso modo tutti i giorni.

Se dovessi aprire il suo armadio troverei una sfilza di magliette grigie e di felpe nere. Gli stanno benissimo, ovviamente, ma è un tipo a dir poco abitudinario e probabilmente, se avesse dovuto prendere un vestito per una ragazza, avrebbe comunque optato per pantaloni e camicia.
E non mi sembrava il caso. Quando decido di fare qualcosa lo voglio fare bene.

Appena varco le porte automatiche una vampata di aria fresca mi investe. Il caldo di inizio aprile inizia a farsi sentire.
So già che direbbe Nico 'Che spreco assoluto', io non posso fare a meno di respirare a pieni polmoni.
Odore di nuovo.

Inizio a curiosare in giro quando una mano si appoggia sulla mia spalla. Una ragazza dal sorriso gentile.

'Salve, posso aiutarla?' 
'Buongiorno, starei cercando un vestito per una mia amica, un regalo, qualcosa di non troppo appariscente ma che comunque dica ' sono favolosa e intoccabile', non so se mi spiego' 'assolutamente, per di qua ' dice facendo strada verso il reparto abiti da sera.

La sua coda di cavallo dondola di qua e di là mentre percorre la corsia. Mi guardo attorno in cerca di ispirazione.

'Cercavo qualcosa di non lungo né largo, eviterei lo stile nonna, non so se mi capisce' sento la mora trattenere una risata 'sì certo, è bello trovare un ragazzo a proprio agio in un negozio di abbigliamento'. 

Faccio scorrere il dito sulla fila di vestiti appesi.

'Non saprei, colore non troppo appariscente, tessuto abbastanza comodo'
'questo?' guardo il vestito blu sicuro che mi porge. Non è male, in controluce lo vedo luccicare. Sembra un cielo stellato.  Purtroppo probabilmente non sarebbe esattamente nello stile di Eli. Troppo corto e attillato.

'La scollatura sulla schiena è troppo esagerata, il colore però è favoloso' le dico appoggiando la gruccia sul suo palmo aperto, 'vedo subito se abbiamo altri capi di quel materiale'.

Mentre sento il rumore dei suoi tacchi allontanarsi immagino la faccia di Eli quando le daremo il regalo questa sera a cena.

Premesso che davanti a un qualsiasi piatto di Nico si rimane sempre a bocca aperta, in tutti i sensi.
Un altro motivo per cui non potrei fare a meno di lui.

Giro l'angolo e mi dirigo verso il reparto scarpe, se vuoi fare una cosa, devi farla bene.

Dò una veloce occhiata in giro: sneakers, stivali, tacchi. Direi di evitare scarpe troppo scomode, d'altronde Eli non è abituata a camminare sui tacchi, non ne ha mai avuto bisogno.

Sorrido, se mettesse un tacco 12 sarebbe alta quasi quanto me.

Forse dall'altro lato dello scaffale hanno qualcosa di meno appariscente, ma che sia comunque elegante.

Improvvisamente sento dei passi affrettati, ma in qualche modo eleganti, che si dirigono veloci verso la mia direzione.
In un attimo mi trovo a pochi centimetri dal viso diretto interessato.

Se non fossi abituato a prestare particolare attenzione, soprattutto ai rumori, non mi sarei fermato e l'avrei completamente travolto.
Bello quando il lavoro diventa utile.

'Scusami caro' sento dire dal ragazzo moro di fronte a me 'non ti avevo visto'.

Mi squadra da cima a fondo, la profondità del marrone dei suoi occhi mi fa quasi venire i brividi. 

'Devo davvero aver bisogno degli occhiali per non aver visto tutto questo ben di dio. Piacere tutto mio, sono Gabri, ma tu puoi chiamarmi quando vuoi' dice porgendomi un cartellino da visita.

Lo guardo confuso. In che senso scusa? E poi da quando in qua i commessi hanno un biglietto da visita?

Osservo meglio il ragazzo che ho davanti: è tutto tranne che un commesso.

Non so come spiegarlo, ha un non so che di orientale, non solo nei lineamenti del viso, ma anche nel modo di fare, nei vestiti.

Fisso spudoratamente la sua camicia, scommetto sia di seta, brilla d'una luce perlacea delle sfumature del rosso. Il fatto che non sia completamente abbottonata dona alla figura un non so che di proibito.

Osservo la sua espressione, quasi divertita.
'Tu sei?' chiede con un sorriso sghembo. Mi schiarisce la voce 'Max, piacere'.

Continua a fissarmi spudoratamente finchè inizio a sentire l'imbarazzo nell'aria. Meglio levare le tende.
Mi giro di colpo e faccio per tornare nel reparto vestiti quando dal nulla sbuca la commessa con la coda di cavallo.

'Ecco dove si era cacciato. Ho trovato il vestito perfetto per la tua amica, solo che' si interrompe quando vede il ragazzo dietro di me 'vedo che hai trovato compagnia' 'Oh, no non si preoccupi, la stavo appunto cercando, non vorrei proprio arrivare in ritardo a cena sa'. Mi porge l'abito.

È assolutamente perfetto: come essere avvolti dalla notte piena di stelle. Mi immagino la figura di Eli avvolta in esso, le curve morbide dei fianchi e la vita stretta fasciate da questo tessuto.
È semplice, ma spettacolare.
Come una stella cadente.
Le spalline d'oro rendono il suo design semplice ancora più prezioso.
Sono convinto che lei lo adorerà.

'Ottima scelta' sento dire alle mie spalle.
Decido di ignorarla, devo mantenere un basso profilo e andare a casa da Nico. Il prima possibile.
E non sarà un ragazzo insistente a farmi perdere tempo.
Metto il biglietto da visita in tasca e chiudo il bottone.

'Direi che possiamo andare alla cassa allora' le dico 'dopo di lei'. Seguo la coda di cavallo mora che mi precede e mi dirigo alle casse.

Sento che domani sarà un giorno strano, ma in un senso buono. Sorrido mentre l'area dall'esterno mi sfiora la faccia.

Prendi uno paghi treDove le storie prendono vita. Scoprilo ora