Questa proposta mi coglie di sorpresa ad essere onesto.
Ovviamente ero a conoscenza della sua passione per l'alcool, ma proporre un gioco alcolico a un semi-sconosciuto durante una festa mi sembra azzardato pure per lei. Senza menzionare il fatto che dovrebbe farsi mille scrupoli vista la sua situazione, guardie del corpo incluse. Il ragazzo medio avrebbe colto subito loccasione, non capita tutti i giorni che una bella ragazza ti chieda di giocare con l'alcol.
Se fossi stato quel tipo di ragazzo non ci avrei pensato di volte. Senza contare che il bruciore alla gola e la sensazione di smarrimento che probabilmente accompagnano questo tipo di proposta non siano esattamente il mio metodo preferito per passare il tempo, ma piuttosto una tortura.
Alzo un sopracciglio, lei sai della mia avversione agli alcolici, mi chiedo quale motivo possa aver fatto scattare limprovviso bisogno di bere. Poco importa, dato che nessuno dei due berrà più questa sera, non quando ho una controproposta irrifiutabile.
Mi alzo veloce per raggiungerla e anche se è scattata in piedi subito, la fermo in pochi secondi. La ragazza è determinata a trovare i miei amici anche se dovesse passare ad uno ad uno tutti i presenti e devo proprio impedirle fisicamente di proseguire la sua ricerca.
'Oppure' le dico sbarrandole la strada 'potremmo guardare le stelle'.
Si ferma di colpo e io trattengo a stento un sorriso soddisfatto. Nessuno può dire di no alle stelle.
'Conosco un posto qui di fianco, una collinetta, dove linquinamento luminoso è ridotto a tal punto da riuscire a vedere le costellazioni.'
Scacco matto.
In un attimo si gira su se stessa e ritorna verso la nostra panchina, lasciandosi alle spalle la gente e il suo stupido gioco e in pochi minuti siamo lontano dal rumore della festa, la musica si affievolisce e il buio sembra più buio.
Inizio a respirare a pieni polmoni, finalmente unaria che sa un pochino più di casa.
Mi guardo intorno in cerca di una panchina, non riesco nemmeno a finire la mia ispezione che Elisa è già sdraiata per terra, del tutto noncurante del suo bellissimo vestito a contatto con i sassi. Sospiro e non mi lamento nemmeno, consapevole del fatto che una volta che Eli si mette in mente qualcosa, non cè nulla che io possa fare o dire per dissuaderla.
Mi sdraio di fianco a lei riluttante.
Sono consapevole che le conversazioni sotto le stelle hanno unaltissima probabilità di cambiarti la vita in modi strani.
Speriamo bene.
Aspetto di trovare una posizione comoda prima di guardare in su.
Ogni volta è sempre la stessa cosa: quando vedo linfinito davanti agli occhi respiro a pieni polmoni questa visione, prima di tornare alla realtà.
'Un penny per i tuoi pensieri' la sua voce mi riporta con i piedi per terra 'è che hai unespressione strana' aggiunge quasi per giustificarsi
'stavo solo pensando a quale costellazione mostrarti per prima' mento spudoratamente, ma va bene così 'e dato che non riesco a decidermi ti lascio libera di farmi una domanda'
la sento sorridere a 32 denti e senza esitazione chiede 'se fossi un animale, quale saresti?' scoppio a ridere 'una domanda riguardo le stelle intendevo'.
La sento ridacchiare e decido di concentrarmi sulle piccole, ma enormi, lucine in lontananza.
E' lei a spezzare il silenzio
'Non ho mai capito quando la gente dice che siamo polvere di stelle. Ha senso che siamo polvere, ma le stelle, guardale, non abbiamo nulla in comune. Sono così fisse, certe, brillanti e eterne'
Una domanda degna da studentessa di lettere.
Molto poetica.
Ripenso alla pila di libri di astronomia e astrofisica scaricati sul mio computer, il mio approccio è decisamente più scientifico e razionale.
'Primo, le stelle non sono nè fisse né eterne'
decido di dare ulteriori spiegazioni 'le stelle si muovono impercettibilmente rispetto alla terra, ma per le distanze enormi noi non ce ne accorgiamo e non sono eterne, prima o poi si spengono, come accadrà per il sole, oppure sono destinate a una fine, più esplosiva, diciamo'
Sento la sua curiosità nellaria e nel modo in cui scruta le stelle, come a cercare una conferma delle mie parole.
'Secondo' continuo nonostante la sua espressione stupita 'gran parte degli atomi presenti nell'universo e che compongono gli organismi viventi, tra cui luomo, hanno avuto origine nel cuore di una stella oppure dall'esplosione di una supernova'.
Sento che si siede di scatto; mi sorprende sempre come possa essere coinvolta in una conversazione a tal punto da essere influenzata anche sul piano fisico e mi scappa un sorriso alla sua reazione spontanea.
Nel momento in cui torna a fissare intensamente il cielo capisco che ha bisogno di qualche minuto per pensare.
Alla fine il suo mondo è decisamente più grande di quanto non avesse mai pensato, non è una cosa da poco.
'Chissà se allora anche le stelle possono pensare come gli esseri umani' conclude lei con un tono pensoso.
Sto per ribattere che no, le stelle non pensano, ma lei è più veloce.
'Una delle mie parole preferite è disastro' non mi scomodo nemmeno a chiedere spiegazioni 'dal latino dis-astrum, letteralmente assenza delle stelle, ed è bello pensare che qualcosa vada storto perché non riesci a vedere le stelle, a sentire la loro presenza e il loro calore'.
Non ci avevo mai pensato.
Ripercorrendo con la mente i miei momenti più bui realizzo che effettivamente non mi sono mai preso un momento per guardare e ammirare le stelle della mia vita.
Per quanto flebili fiamme offuscate dal dolore.
La vibrazione del cellulare nella mia tasca interrompe questi pensieri.
Il messaggio che vedo comparire sullo schermo mi riporta allimprovviso di fronte alla dura realtà: alla fine la vita non è altro che un fottuto gioco di burattini governati da fili, una rete più grande di ognuno di noi, un groviglio oscuro che obbliga a guardare a terra.
Mi alzo di colpo.
Non cè il tempo di guardare le stelle.
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Prendi uno paghi tre
ActionSarà masochista, ma quanto cazzo è bello il rumore dei tuoni. È una scossa di adrenalina che fa rizzare i capelli sulla nuca. Metto in tasca il pacchetto di sigarette appena comprato, è anche meglio di questa merda. I tuoni sono come la sveglia d...