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Io proprio non capisco.

Ho scelto un vestito perfetto, ho speso ore per un biglietto di compleanno che potesse essere significativo e tutto quello a cui Nico riesce a pensare è uno stupido paio di scarpe.

Non è mica colpa mia se un tizio ha iniziato a comportarsi in modo strano e mi sono dimenticato.

Lui sa che ho una soglia dell'attenzione che varia da nulla a 'oh guarda una farfalla'. Ma soprattutto non capisco perché dobbiamo parlarne qui, in piedi, nel bel mezzo di una festa.

Dovremmo divertirci, ballare e bere. Ovviamente cose rigorosamente analcoliche, perché siamo in servizio, ma ciò non ci vieta di goderci la serata comunque.

Mentre Nico mi fa pacatamente notare qualche cosa che non ascolto, cerco Eli con gli occhi: la trovo subito, è facile tenerla d'occhio in realtà, basta adocchiare il ragazzo alto biondo del bar e, boom, trovi lei. Andrea, credo si chiami, anche se non ha proprio la faccia da Andrea.

'E quindi è così che ho tagliato un dinosauro a pezzetti con una motosega'

'cosa?'

'Max non mi stai ascoltando'

'Scusami, è solo che ho capito, ho sbagliato a non prendere le scarpe, mi sono dimenticato e mi dispiace. Non capisco perché devi ingigantire la questione'

'Io starei ingigantendo la questione secondo te? tu hai lasciato che qualcuno interferisse con il semplice compito di comprare un regalo. Immagino possa benissimo succedere anche per quanto riguarda questioni più delicate. '

Sbotta facendo cenno nella direzione di Elisa.

Non lavevo vista sotto questa luce.

Per quanto continui a credere che abbia reagito in maniera esagerata so che ha ragione.

Mi mordo il labbro aspettando la frase di rito, quella che Nico mi dice sempre quando sbaglio per spronarmi a non abbattermi. Aspetto, ma non arriva assolutamente nulla.

Decido che sono stufo di aspettare e vado a prendermi da bere, lasciando Nico lì da solo.

Quando si comporta così mi ricorda troppo Miri che, per quanto bene voglia a mia sorella, molto spesso si comporta da maestrina insopportabile. Si vede che è figlio unico, abituato a fare tutto giusto e ad essere adorato per nulla. So benissimo che ora penso queste cose solo perchè sono arrabbiato con lui e che probabilmente tra qualche minuto mi pentirò della mia decisione, ma mi dirigo in mezzo alla folla, forse cercando Eli o forse semplicemente cercando di perdere di vista Nico.

A poco a poco la musica e il movimento della folla danzante mi riporta alla realtà.

Sono a una festa, dopo tutto e, dal momento che Nico ha esplicitamente detto che non sono in grado di fare il mio lavoro, non ha più senso rimanere sobri.

Mi muovo a ritmo mentre mi avvicino al bancone, e, anche se la sensazione di tristezza non è ancora svanita del tutto, so che anche se nel fondo di una bottiglia non troverò la soluzione, sicuramente dimenticherò il problema.

'Salve, una birra. Ichnusa se ce l'hai, grazie' dico allungando una banconota al ragazzo moro di fronte a me.

Con un cenno il barista raggiunge il frigorifero e quando torna mi accorgo che ha gli stessi occhi di Nico. Mi porge la birra e il resto.

'Tieni il resto e passami un'altra birra, grazie'

Non so bene come passare la serata, onestamente non ne ho la minima idea. Cerco di pensare a qualcosa di divertente da fare per svagarmi, mentre cerco di non rovesciare la birra, o meglio, le birre, una per mano destreggiandomi tra la folla. Ogni due passi mi fermo a bere un sorso.

Il mio obiettivo attuale è una panchina libera al lato della piazza, non devo lasciarmela sfuggire, dal momento che non voglio rischiare di dividerla con una coppia di piccioncini.

Con la coda dellocchio vedo due figure avvicinarsi pericolosamente ad essa, aumento il passo, fino quasi a correre.

Nella foga però urto una ragazza e vedo il suo drink cadere a terra. Il senso di colpa mi impedisce di continuare come se nulla fosse e mi fermo per accertarmi di non aver causato ulteriori danni.

'Scusami tanto, non ho proprio fatto attenzione. Mi dispiace'

Lei è una ragazza bionda, abbronzata e sorridente. E non so perché, ma ho il presentimento che non sia poi così dispiaciuta per lincidente. Mi fissa spudoratamente e io rimango fermo senza sapere che dire. e lei a rompere il silenzio

'Tranquillo, tanto vedo che hai già rimediato al danno' dice indicando la mia seconda birra

'Posso?' chiede allungando la mano. Impiego un secondo di troppo a capire e la mia seconda birra è già sparita. Ma forse è meglio così. Alla fine era il minimo che potessi fare.

'Allora, solo soletto a una festa come questa?' vedo che ha voglia di parlare.

Lalcol inizia a farmi effetto e lentamente comincio a sciogliermi.

'Ora sì'

Vedo che lei si avvicina ulteriormente, come se fossi diventato di colpo più interessante. Mi fa segno di andare a ballare e la seguo riluttante, mentre la conversazione con Nico continua a rimbombarmi nella testa.

Dopo neanche mezza canzone la ragazza bionda inizia a prendersi qualche libertà, ogni occasione diventa buona per toccarmi e inizia decisamente a invadere il mio spazio vitale.

Non mi piace per nulla questa situazione. L'alcool inizia a farsi sentire e un'ondata di tristezza mi avvolge. Non mi va di stare qui a ballare con una sconosciuta che non sa tenere le mani a posto quando ho lasciato così le cose con Nico. Semplicemente non mi va. Appena finisce la canzone faccio per andarmene, ma lei mi si para davanti.

'Vedo che anche a te piace ballare, abbiamo così tanto in comune. Ti lascio il mio numero così se ti va qualche volta usciamo, sai, in un luogo un pò più tranquillo'

scoppio a ridere, letteralmente, una risata genuina, degna della sua battuta.

'Cara, l'unica cosa che abbiamo in comune è che a entrambi piacciono i ragazzi' le dico prima di andarmene, lasciandola lì su due piedi.

Non riesco nemmeno a farmi strada tra la folla prima di fermarmi di colpo e realizzare l'accaduto. Non so da dove sia uscita quella frase, ma dal momento in cui ho sentito le mie parole pronunciate ad alta voce con così tanta naturalezza ho saputo che erano vere.

La pura e semplice verità.

Come se questo potesse rendere la cosa più facile da metabolizzare.

Faccio dietro front e mi dirigo di nuovo verso il bancone.

'Altre due birre per favore'

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