Into it

14 4 0
                                    

Non prendo nemmeno la spesa e mi fiondo fuori. Mi guardo attorno, ma di lei nessuna traccia. Sarà salita in macchina, se solo riuscissi a prendere la targa...
Cazzo, chissà quanto impiegherò a trovarla di nuovo.
Calcio un sasso mentre rientro dentro. So che guadagnarmi la sua fiducia sarà un lungo processo, perciò avrei preferito approfittarne subito. Dannazione, se solo fossi uscito preparato ora probabilmente avrei il suo numero. E invece no, penso mentre riempio la borsa, ora mi tocca sudare, trovare qualcuno a Milano non è facile, soprattutto con le poche informazioni che ho.  

Elisa, 21 anni, fa lettere moderne a Milano. Ce ne saranno decine, ma sono piuttosto convinto di avere appena visto quella Elisa, la ragazza nella foto che tengo appesa al muro di camera, sopra la scrivania, in modo che sia sempre visibile, per imprimerla nella mente. 

Mi avvio verso casa mentre medito sul da farsi. Potrei andare a esclusione: se fa la spesa qui non deve poi abitare tanto lontano.
Questo porrebbe però rivelarsi falso, nel caso in cui avesse usato l'auto. Forse è proprio questo il motivo per cui li ho persi di vista. Spero vivamente che questo non sia il caso. Decido di rimpicciolire l'area si ricerca a questo quartiere, tra l'altro, dovrebbe esserci un distacco universitario di lettere proprio qui vicino. Ho buone probabilità che non si tratti di una coincidenza. Ma ho bisogno di tornare a casa per controllare. Non posso rischiare di trovarmi impreparato. Di nuovo. 

Incrocio sulla porta la donna delle pulizie e opto per le scale. L'esercizio fisico mi schiarisce sempre la mente, non è la palestra a cui sono abituato certo, ma è comunque qualcosa.
Dovrei decisamente informarmi anche sui club e sulle squadre sportive, anche se probabilmente la nostra cara Elisa sarà un topo da biblioteca poco propenso a sudare, ma tentar non nuoce. D'altronde studia lettere. E, optando per la scelta più efficace, anche il sottoscritto dovrebbe iscriversi lì. Ma anche no. Troverò un'altra soluzione, che non involva quella merda.

Inserisco il codice e entro nell'appartamento. Passo attraverso il salotto, la moquette grigia attutisce il suono dei miei passi. Appoggio i sacchetti sul tavolo di cucina e il suono al contatto con il vetro si diffonde nella stanza. Una stanza vuota, o meglio, impersonale e priva di significato. Guardo il quadro appeso sopra il divano di pelle nera. Come se un tramonto sul mare fosse qualcosa che mi possa piacere. O qualcosa che abbia un valore per me. Ma è giusto così. Tanto è tutta una copertura, una scatola vuota per una persona finta. Ad Andrea piace un bel tramonto sul mare.

Estraggo un sandwich dalla borsa, recupero una bottiglietta d'acqua dal frigo e faccio per dirigermi verso quella che sarebbe camera mia, il mio studio. Quando quel telefono suona. Corro in salotto e in un attimo raggiungo il cellulare che continua a squillare dall'interno del vaso posto come centro tavolo. Non mi aspettavo una chiamata così presto. Prendo in mano il cellulare e rispondo. 

'Pronto?' 'Codice' la sua voce è sempre autoritaria '1-4-9-8' bisbiglio. 'Agente Sovolok, rapporto' Sokolov, il mio dannattissimo cognome è Sokolov. Conto talmente poco che non lo ricorda nemmeno. Stringo i pugni e mi appresto a fare ciò che mi è stato chiesto 'Bersaglio avvistato questa mattina attorno alle 11.45 nel Conad all'incrocio tra Via Vittorio Emanuele e Via Roma. Il soggetto era accompagnato da due ragazzi, probabilmente le sue guardie del corpo' 'Come ha proceduto dunque?' 'Non ero esattamente nelle condizioni di procedere, signore' sento il suo moto di rabbia attraverso il cellulare. 'Agente, i tempi si sono accorciati, l'ordine è dunque di approcciare il soggetto oggi stesso' faccio quasi cadere il cellulare per lo stupore 'non è possibile, la mia copertura non è competa e inol-' 'mi ascolti attentamente, non mi importa della sua fottutissima copertura, deve fare quello che le viene chiesto, punto e basta. Gli ordini sono questi. Mi aspetto un aggiornamento in questa direzione entro le 23.00 di questa sera. Lo dico per lei, sempre che ci tenga al lavoro. E alla vita'. Subito attacca. Una chiamata veloce, guardo il display, 2 minuti. Una scarica di adrenalina mi percorre la schiena. È ora di entrare in gioco. Non che abbia altra alternativa, ma d'altronde questo è ciò che so fare meglio. E so quali sono le conseguenze se non porto a termine le missioni, lo so bene. 

Stringo la catena che ho al collo. Il metallo è freddo al contatto con le dita. 'Non ti deluderò papà, non di nuovo'.

Il suono della mia voce riecheggia ancora nella sala quando mi siedo davanti alla scrivania. 

Apro Google Maps per analizzare l'area di influenza attorno al supermercato. Una banca, negozi di vestiti e piccoli commercianti. Non molto, ho bisogno di scoprire cosa fa nel tempo libero, cosa le piace. Allargo fino a coprire il doppio del territorio. Ecco l'università, scommetto che è lì che studia Elisa. Proprio vicino a un parco. Interessante. Faccio due conti e direi che probabilmente prende la metro per andare a scuola, non più di una fermata però. A meno che non si faccia portare tutti i giorni in macchina. Mi cade l'occhio su una palestra lì vicino. Magari dopo vado a dare un'occhiata.
Ora devo trovare il modo per approcciarla. Se avessi il suo profilo instagram sarebbe più facile, ma ho passato cosi tanto tempo a cercare che dubito fortemente ne abbia uno. Non mi resta che recuperare il suo numero. 

Ora so da dove iniziare. Mi alzo in piedi, controllo di avere un aspetto serio e affidabile, come Andrea sa essere, prendo il cellulare. So che quando entrerò qui di nuovo dovrò aver registrato in rubrica un nuovo contatto. 

Prendi uno paghi treDove le storie prendono vita. Scoprilo ora