Upside down

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Sono tutta indolenzita. Mi stiracchio e la mia schiena fa rumore. Sono proprio una vecchietta.
Guardo le pagine che ho appena finito di scrivere e mi massaggio la mano. Sento il rumore delle lancette dell'orologio e mi dondolo a ritmo. Rischio di cadere quando guardo le ore: 16.30. È tardissimo, mi staranno già aspettando.
Esco dalla camera e urlo 'Io vado a fare un bagno caldo, ho mal di testa. Mi ci vorrà un pò. Non disturbatemi'. 'Va bene El' sento Max urlare di rimando, la sua voce è seguita da un più pacato 'Prenditi il tuo tempo' da parte di Nico. Mi assicuro che sentano la porta del bagno chiudersi ed esco dal retro. Non prima di essere passata in camera a prendere un osso per Zama, l'ultima cosa che vorrei è che iniziasse ad abbaiare appena vede che me ne sto andando.
Passo a sinistra del dondolo e lancio l'osso il più lontano possibile. Aspetto di vedere il mio cane correre verso quella direzione e mi fiondo verso il cancello.

Quando sono finalmente in strada tiro un sospiro di sollievo, anche questa volta tutto liscio. Un sorriso genuino mi si dipinge in volto, uno di quelli che i bambini fanno quando combinano delle birbonate. Inizio a saltellare. Sono piuttosto sicura che chi mi incontra si stia chiedendo di che tipo di droga faccio uso.
La libertà è peggio di una droga. Meno ne hai e più ne vuoi.

Conosco questa strada a memoria, mi porta in uno dei miei posti preferiti. Attraverso all'incrocio e inizio a vedere le cime degli alberi. Dall'eccitazione aumento il passo e nella foga rischio di travolgere un bambino. Se solo avesse potuto sua mamma mi avrebbe trafitta a morte, se uno sguardo potesse uccidere fisicamente, in questo momento, sarei già morta.
Chiedo scusa come riesco mentre cerco di non rallentare il passo. Ecco finalmente l'arco di marmo. Spavento un gruppo di piccioni con il rumore dei miei passi e mi dirigo alla solita fontana e intravedo la panchina.

'Ciao ragazze' le tre figure sedute si girano con calma 'Ciao cara' dicono in coro.
Mi siedo tra Maria e Lucia. 'Come è andato il giro in posta?' 'Non me ne parlare, uno scostumato non ha rispettato la fila' sbuffa Carolina 'Fosse uno solo, tutti quei ragazzacci irrispettosi. Non ci sono più i giovani di una volta'. 'Ehi, io sono ancora qui. Tra l'altro scommetto che avevano semplicemente la prenotazione online.' Le tre vecchiette iniziano a borbottare qualcosa riguardo gli aggeggi infernali della gioventù di oggi.

Guardo la faccia corrucciata di Maria e mi spunta un sorriso, si sta sforzando per capire cosa stanno dicendo le altre due tra di loro.
Uscire con loro è in assoluto la cosa più divertente del mondo, non riuscirei mai a trovare persone più genuine e sincere di loro. Tra l'altro è praticamente impossibile che facciano domande scomode, per cui non devo assolutamente preoccuparmi. Non che mi importi molto in realtà. O che abbia qualcosa da dover nascondere.
Devo solo tenere un basso profilo e fare parole crociate all'arco con le mie amiche, non solo mi piace un sacco, ma mi tiene lontana dai guai.
Il che, se devo essere onestà, non è facile quando l'unica cosa che vorrei fare è conoscere persone e uscire.

'8 verticale: unione di più esseri umani in ambito sociale o economico' leggo a voce alta. I loro volti sono piegati in una smorfia di concentrazione. 'Camerieri, tutti loro hanno un abito' strilla improvvisamente Carolina. Alzo gli occhi al cielo e sorrido.
'Ambito, non abito vecchia rimbambita' la corregge Lucia con un tono di voce decisamente troppo alto. I piccioni, spaventati, iniziano a volare da tutte le parti. Sto ancora seguendo il loro volo disordinato quando con la coda dell'occhio intravedo una figura dirigersi verso l'uscita del parco. Ho già visto quella camicia oggi. O meglio, quello che ci sta sotto. Chissà che tipo di tatuaggio è. Prima che me ne renda conto sono in piedi alla ricerca del misterioso ragazzo.

Si sta dirigendo verso la fermata della metro. Chissà dove sta andando. Si guarda attorno e vede gli agenti di sicurezza ai tornelli, solo allora si dirige verso la macchinetta per fare il biglietto.
Le macchinette sono comode, ma hanno una limitazione fastidiosa. Chiunque viva qui sa che accettano solo moneta. A quanto pare lui non è esattamente di qui. Probabilmente avrebbe volentieri tirato giù qualche santo, ma si trattiene.
'Potrebbero servirti' dico mentre mi avvicino porgendogli una moneta da due euro.

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