Capitolo 6

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POV BYEOL

La giornata non era iniziata nel migliore dei modi, non avevo sentito la sveglia suonare e di conseguenza non mi ero alzata in tempo, potevo perciò dire addio all'autobus che mi avrebbe accompagnato a scuola e dire benvenuta alla corsa che mi sarei dovuta sicuramente fare.

Mi vestì in pochissimi secondi, mi diressi verso il bagno ma non mi resi conto dello spigolo della porta e a pagarne le conseguenze fu il mio mignolo del piede.

Devo dire quante parolacce ho potuto dire in quel momento?

Vidi la testa di mia madre affacciarsi nel corridoio, aveva entrambe le sopracciglia alzate, avevo capito quello che voleva dirmi : non gli piaceva il mio linguaggio, diceva che era poco femminile.

<< Uno studio americano afferma che se dici le parolacce il dolore passa prima.>>

Mi sembrava doveroso metterla al corrente, non mi rispose ma semplicemente continuò a guardarmi male, simpatica la donna.

Dopo essermi data una lavata alla faccia presi lo zaino e ad una velocità supersonica mi diressi in cucina, afferrai un biscotto e scesi giù in strada pronta per la maratona.

La correttezza vuole che vi dica che dopo i primi dieci metri ero out, ma cercai di ritardare l'infarto che mi stava arrivando a quando sarei arrivata a scuola, così non mi avrebbero potuto dire nulla per il ritardo, lo so lo so, sono malvagia a volte.

Arrivai davanti al cancello della scuola con cinque minuti abbondanti di ritardo e un fiatone che poteva essere tranquillamente scambiato per asma, ad aspettarmi c'era un docente, o meglio non aspettava proprio me, ma chi come la sottoscritta quella mattina era in ritardo, se mi avesse vista, di sicuro non mi avrebbe risparmiato la punizione e questo se si sommava alle ore che mi aspettavano con il mio fantastico tutor voleva dire : rimanere a scuola fino alle dieci.

Capite bene che non potevo permetterlo.
Dietro di lui c'era una testa familiare, quando si girò notai che fosse Sunghoon, con lui c'erano altri sei ragazzi, vidi che mi fissò per qualche secondo per poi tornare a parlare con i suoi amici, ma a loro non dicevano nulla?!

Era arrivato il momento di mostrare a tutti le mie doti di scalatrice, avete capito bene, avrei scavalcato il muretto, avrei fatto di tutto per non finire in punizione.

Lanciai per primo lo zaino e quasi in contemporanea mi diedi lo slancio per saltare il muretto, quante probabilità c'erano che il mio zaino avesse colpito qualcuno? E perchè proprio Sunghoon?

Quando finalmente riuscì nella mia impresa, senza combinare alcun casino, quello dello zaino era un dettaglio, mi avviai per prendere l'oggetto incriminato e scappare in classe.

Ovviamente le cose non andarono come avevo progettato, ultimamente succedeva troppo spesso e cominciava ad indispettirmi.

<< Una parola come scusa ci starebbe a pennello.>>

Vidi il mio inferno personale chino alla mia stessa altezza, tratteneva il mio zaino con le dita della mano destra.

<< Te lo direi solo se l'avessi fatto apposta, visto che è una casualità non è necessario.>>

Sunghoon sorrise, o meglio ghignò, girò leggermente la testa verso il gruppo dei suoi amici e poi puntò di nuovo lo sguardo su di me.

<< Non finisce qui, sappilo.>>

Ed ecco che era tornato il gemello a luci rosse, quello che mi faceva tremare le gambe ogni volta che si palesava.

Detto questo si alzò e si diresse verso il suo gruppo.

Paralyzed|| SunghoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora