12 novembre 2021
"Signorina Corsi, mi dispiace ma credo che dovrà rinunciare alle olimpiadi per questa volta, la lesione è troppo grave e non riuscirebbe a guarire completamente in così pochi mesi."
Quelle parole furono come una doccia d'acqua ghiacciata per Giulia Corsi; aveva lavorato per anni solo per quel momento, solo per poter partecipare alle olimpiadi invernali e sperare di portare a casa una medaglia, sperare di portare a casa una medaglia d'oro.
Si era allenata per anni e aveva prestato attenzione ad ogni singolo particolare, cercando di migliorarsi giorno dopo giorno e provando a trasformare i suoi punti deboli in punti di forza. Aveva passato così tante ore nella palestra di ghiaccio vicino a casa sua, che ogni volta che vi entrava si sentiva a casa, nonostante tutto. Aveva girato l'Italia e l'Europa, partecipando a quante più numerose gare e portando a casa medaglie, a volte di bronzo, a volte di argento e qualche volta anche di oro.
La sua famiglia le aveva ripetuto così tante volte che diventare una pattinatrice di figura era rischioso, ma non ci aveva mai davvero dato tanto peso perché non si era mai fatta male. Quando cadde all'allenamento prima delle ultime selezioni prima delle olimpiadi, il mondo di Giulia crollò. Si recò immediatamente in ospedale, sperando vivamente di essere ancora in grado di partecipare, sperando di non vedere il suo sogno frantumarsi proprio in quel momento, proprio quando era così vicino ad afferrarlo.
"N-Non c'è nulla che si può fare?" Chiese con il cuore in gola, sperando che rimanesse accesa una piccola scintilla di speranza, sperando che ci fosse la possibilità di rimediare in qualche modo. Quando vide il dottore scuotere la testa, Giulia si lasciò andare alla disperazione.
Aveva lottato così tanto, aveva dedicato così tanti anni per prepararsi alle olimpiadi e, proprio quando stava per realizzare il suo sogno, questo le si frantumava fra le mani. Riusciva a sentire l'emozione scorrerle nelle vene già alle prime selezioni, che Giulia passò senza il minimo sforzo; riusciva già a immaginarsi a Beijing, riusciva già ad immaginare l'espressione dei suoi genitori quando sarebbe scesa su quella pista di ghiaccio, pattinando proprio sopra il simbolo a cinque cerchi.
Quel sogno, però, non si sarebbe avverato.
Non avrebbe partecipato alle olimpiadi invernali di Beijing del 2022, le avrebbe guardate da casa, come gli scorsi anni, invidiando le pattinatrici di tutto il mondo che avevano l'occasione di vivere il suo sogno.
"Non ti abbattere, Giulia." La rassicurò la sua allenatrice, Francesca, mentre la aiutava a raggiungere l'auto proprio fuori dall'ospedale.
La ragazza ignorò le sue parole, restando in silenzio e limitandosi a salire in auto, prestando attenzione alla caviglia per evitare di peggiorare ulteriormente la situazione.
Francesca salì dal lato del guidatore, si allacciò la cintura, mise in moto e si girò verso di lei, aspettando che l'auto si scaldasse un po'. Le temperature si erano già abbassate di molto in montagna e, per questo, era necessario scaldare l'auto prima di immettersi in strada.
"Parteciperai alle prossime Olimpiadi." La rassicurò, posando una mano sulla sua spalla. "Ora concentrati sul riposo, sulla riabilitazione e, solo dopo, sull'allenamento. Vedila così, hai altri quattro anni per prepararti al meglio."
Giulia si girò verso di lei, lanciandole uno sguardo di fuoco e stringendo le labbra in una linea sottile.
Come poteva essere felice? Come poteva pensare alle prossime olimpiadi proprio in quel momento? Aveva appena scoperto di non poter partecipare all'edizione del 2022, a quelle che dovevano essere le sue prime Olimpiadi, per questo non riusciva a vedere il bicchiere mezzo pieno.
Dopo quella notizia, il bicchiere era completamente vuoto.
Avrebbe dovuto aspettare non un anno, ben quattro.
Avrebbe dovuto guardare altri concorrenti pattinare su quella pista di ghiaccio.
Avrebbe dovuto guardare altri concorrenti salire sul podio e lasciarsi mettere al collo una medaglia.
Avrebbe dovuto aspettare altri quattro anni per rappresentare il suo paese.
Avrebbe dovuto aspettare altri quattro anni per dimostrare ai suoi genitori che ne era valsa la pena, che amava il suo lavoro e che non avrebbe fatto la fame, come invece pensava suo padre.
L'avevano sempre sostenuta, avevano sempre fatto il possibile per garantirle le lezioni di pattinaggio e per portarla alle gare, eppure non riuscivano a vedere un futuro per lei, non in quello sport.
Quella era l'occasione per dimostrare che si sbagliavano, che poteva fare di quella passione il suo lavoro, e lei l'aveva appena persa.
"Portami a casa."
Si limitò a dire, spostando lo sguardo verso il finestrino ed evitando qualsiasi possibile conversazione per tutto il viaggio.
Voleva solo rinchiudersi in camera e lasciarsi andare alle lacrime; voleva solo isolarsi dal resto del mondo e smettere di pensare.
Aveva appena perso l'occasione della sua vita e non sapeva se sarebbe riuscita a coglierla quattro anni dopo.~•~
Ciao a tutti!
Eccoci con il Prologo di Sixteen Flowers, in cui avete avuto modo di conoscere solo una piccolissima parte della protagonista: la sua passione per il pattinaggio sul ghiaccio.
Volevo innanzitutto spiegarvi alcune cose su questa storia, perché se qualcuno fra voi segue le competizioni di pattinaggio su ghiaccio, probabilmente conoscono anche alcune tempistiche e le date di alcune competizioni più importanti. Essendo questa anche una fanfiction, alcune gare verranno anticipate o subiranno dei cambiamenti, sia per quanto riguarda le gare di pattinaggio, sia per quanto riguarda i gran premi di formula uno.
Il capitolo uno verrà pubblicato entro questo pomeriggio!
Saragarnier
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Sixteen Flowers|| Charles Leclerc
FanfictionGiulia Corsi è una giovane pattinatrice italiana originaria del Trentino Alto-Adige il cui sogno più grande è arrivare alle olimpiadi invernali, un giorno, e riuscire a conquistare almeno una medaglia per la sua nazione e per la sua famiglia. Quando...