15.

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"Mi dici dove stai andando?"
Giulia era tornata a casa sua sulle Dolomiti, dove si era incontrata con Francesca per parlare del suo programma di allenamenti. Aveva chiesto se era possibile spostare di una settimana l'allenamento che aveva previsto sul ghiaccio, concentrando tutto quello che poteva fare nelle palestre nei giorni successivi, in cui sarebbe stata a Melbourne.
La sua allenatrice aveva subito acconsentito, all'inizio senza fare alcuna domanda, poi aveva alzato un sopracciglio quando aveva saputo che doveva preparare le valigie; l'amica aveva subito preso la macchina e aveva raggiunto Giulia, trovandola a casa mentre cercava di decidere quali vestiti portare con se e quali no.
"Da nessuna parte." Tagliò corto Giulia, facendo un piccolo sorriso e accennando una leggera risata quando vide l'espressione di Francesca. La ragazza si era messa le mani sui fianchi e l'aveva guardata male, attendendo una risposta più accettabile, una risposta per lo meno completa.
"Dimmi delle balle se proprio non vuoi dirmi la verità, ma non iniziare con il minimizzare il tutto. Stai facendo la valigia e non vedo un singolo vestito invernale e, considerando che è appena fine Marzo e che non fa ancora così caldo da pantaloncini corti e, soprattutto, da costume, mi chiedo dove sei diretta."
Giulia ridacchiò, piegando con cura un vestitino rosso all'interno della valigia; sperava solo che non perdesse la piega e che fosse ancora in buone condizioni alla fine del volo, un volo di ben 18 ore. Gia le veniva da star male all'idea di dover restare rinchiusa in una scatoletta di latta per quasi un giorno, pensando di dover restare completamente sveglia, o almeno di provarci, per provare a neutralizzare la differenza di fuso orario fra l'Australia e Melbourne. 9 ore di differenza. Sapeva perfettamente che, quella che l'aspettava, sarebbe stata un'impresa particolarmente ardua: restare svegli per nove ore in più rispetto al previsto non sarebbe stato facile. Sperava solo che la compagnia di Charles, Joris e Andrea potesse esserle di aiuto.
"Non ti stai chiedendo dove vado, piuttosto muori dalla voglia di sapere con chi vado. Non è così?" Chiese Giulia, sapendo perfettamente che la sua allenatrice non si aspettava altro che un sentirsi dire "sto andando via con Charles."
"Voglio solo sapere se stai per avere una vacanza romantica con la tua nuova fiamma."
La ragazza scosse la testa, passandosi una mano fra i capelli e ridendo. Lanciò un veloce sguardo all'amica, poi si voltò verso di lei e le mostrò due costumi su cui era particolarmente incerta.
"Ti ho gia detto che io e Charles siamo solo amici." Ribatté, tenendo lo sguardo sugli occhi castani della ragazza. "Quale prendo su?"
Prima che si rendesse conto dell'errore che aveva commesso, evitando di negare il fatto che il viaggio fosse proprio con Charles, Francesca le puntò il dito contro e fece un sorriso malizioso.
"Lo sapevo che andavi via con lui!" Esclamò immediatamente, avvicinandosi a lei e afferrandole i costumi dalle mani; glieli piegò con cura, poi li infilò in valigia sotto lo sguardo confuso di Giulia.
"Perché li metti entrambi? Ti ho chiesto quale preferisci proprio per portarne solo uno." Sussurrò.
"Perché se vai a fare il bagno con Charles Leclerc devi anche prendere in considerazione la possibilità che ti possa sporcare le mutandine del costume." Disse semplicemente, facendo sbarrare gli occhi all'amica e facendole diventare le guance rosse per l'imbarazzo.
"Fra, ma che cazzo dici!?" Esclamò immediatamente, afferrando velocemente i costumi dalla valigia e buttandoli velocemente sul letto. "Bene, ho gia capito: niente costumi e niente bagno."
"Allora hai paura che possa succedere! Tu sei consapevole che c'è la possibilità che succeda!" Esclamò la più grande, rimettendo nuovamente i costumi nella valigia e fermando Giulia prima che potesse toglierli nuovamente. "Giulia, basta scappare."
Quelle due parole risuonarono nella stanza per qualche istante, lasciando dietro di loro un silenzio assordante che sembrava stesse per far esplodere i timpani di entrambe le ragazze. La pattinatrice puntò lo sguardo sulla sua amica, incrociando finalmente i suoi occhi e deglutendo rumorosamente; avrebbe voluto negare ancora, avrebbe voluto negare quello che Francesca aveva sospettato per molto tempo e che aveva capito le fosse successo. Voleva gridare che non era vero, che non stava scappando, che non era successo nulla che potesse spingerla a scappare, che non aveva alcun motivo per farlo.
E in effetti non lo aveva.
Non aveva alcun motivo per scappare da Charles e, proprio per questo, era così confusa e destabilizzata, soprattutto quando ci pensava troppo a lungo.
Perché con Charles le cose venivano così naturali? Come faceva a sentirsi cosi a suo agio con lui, come se lo conoscesse da più di pochi mesi ma addirittura da anni? Come faceva a infonderle così tanta sicurezza?
Giulia non lo sapeva, ma Francesca aveva ragione: doveva smetterla di scappare dalle cose belle, doveva smetterla di pensare al passato e concentrarsi solo sul futuro, perché soffermarsi su eventi passati le avrebbe solo fatto venire dei blocchi e dei dubbi.
"Okay." Sussurrò alla fine, inserendo i due costumi nella valigia e sistemandoli in fondo, cosicché non occupassero troppo spazio. "Mi aiuti a trovare altri vestiti carini?" Chiese infine, arrendendosi e affidandosi all'aiuto di Francesca, che sapeva esattamente il genere di vestiti che erano adatti per far girare la testa agli uomini: era sempre lei a darle consigli di moda quando Giulia doveva andare ad un evento importante o quando doveva uscire con qualcuno. L'aveva aiutata anche per il primo appuntamento con Alessio, anche se poi quella storia si era presentata diversa rispetto a come si prospettava inizialmente.
"Certo, ma prima devi dirmi dove stai andando." Alzò un sopracciglio, sorridendole dolcemente e rassicurandola con un semplice sguardo. "Così posso consigliarti anche vestiti adatti alla stagione, in modo da non ritrovarti con un vestito troppo pesante in un ambiente più mite e allo stesso tempo per non ritrovarti in un ambiente più fresco con un vestitino corto e leggero."
"Vado in Australia."
"VAI A VEDERE IL GRAN PREMIO D'AUSTRALIA?"
Giulia si tappò immediatamente le orecchie, lanciando uno sguardo di fuoco all'amica, che aveva alzato un po' troppo il tono di voce e aveva attirato l'attenzione di alcuni passanti, che stavano proprio facendo una passeggiata sulla strada di fronte a casa sua.
"Francesca, abbassa la voce, per favore." Sospirò l'amica, massaggiandosi le tempie con due dita e cercando di non pensare alla figuraccia appena fatta; sapeva perfettamente che tutti nel condominio l'avevano sentita e, il fatto che avesse aperto la finestra per far arieggiare la casa dopo giorni che non vi tornava, non migliorava certo la situazione.
"Scusami!" Esclamò subito l'allenatrice, dispiaciuta. Le rivolse un dolce sguardo di scuse, poi infilò la testa nel suo armadio e si mise alla ricerca degli abiti perfetti. "Quanti giorni e quante notti state via? Quante ore di aereo avete? Quanti giorni starai nel paddock e quanti giorni avete invece per passare un po' di tempo insieme? Ti ha detto dove ti porta? Se ha organizzato una cena o qualcosa di particolare?"
"Francesca!"
"Che c'è?" Si girò verso l'amica, alzando un sopracciglio. "Ho bisogno di avere più dettagli per programmarti il guardaroba."
La naturalezza con cui lo disse fece scoppiare a ridere Giulia, che si lasciò sedere sul letto scuotendo leggermente la testa e passandosi una mano fra i capelli.
"Sei incredibile." Ridacchiò, guardando l'allenatrice con un enorme sorriso sulle labbra. "Stiamo via per una settimana circa, otto giorni per la precisione, considerando anche le 36 ore di viaggio fra andata e ritorno. Viaggeremo su un jet privato, almeno da quello che ho capito; non so esattamente quanto tempo passeremo insieme, ne se ha intenzione di portarmi fuori a cena, ma nel caso posso sempre andarmi a comprare un vestito la."
Francesca la ascoltò attentamente, tirando fuori dall'armadio dell'amica tutti i vestiti che credeva più belli e particolari; scelse anche le scarpe con il tacco, delle semplici décolleté nere che, secondo lei, si sarebbero abbinate perfettamente a qualsiasi abito.
Nel giro di poche ore, Giulia si ritrovo con la valigia piena fino all'orlo, tant'è che fu necessario che entrambe le ragazze si sedettero sulla valigia per cercare di chiudere la cerniera.
"Ma era proprio necessario mettere in valigia tutte queste cose? A che mi servono tutti quei completini e tutti quei gioielli?"
"Mi stai davvero chiedendo a che cosa servono? Giulia, quelli sono un must, soprattutto quando un gran bel pezzo di manzo come Charles Leclerc ti invita a passare una intera settimana in sua compagnia, nel suo stesso hotel, insieme!"
Giulia alzò gli occhi al cielo, esasperata.
"Francesca, ti ho gia ripetuto che io e Charles avremo due camere separate." Sussurrò la mora, passandosi una mano fra i capelli ricci e facendo, allo stesso tempo, un grosso sospiro. "Non dovrò mica dormirci insieme."
"Il fatto che verranno prenotate due camere separate non vuol dire che ognuno di voi dormirà nella sua, potreste condividerne una delle due. Magari potreste una notte inaugurare il letto nella suites di Charles e l'altra quello della tua."
"Ma perché continui a pensare a me e Charles che facciamo sesso? Dio, Francesca, sei esasperante a volte."
L'allenatrice ridacchiò, avvicinandosi a lei e avvolgendo un braccio intorno alle sue spalle. "Ti ho messo in valigia solo pantaloni che mostrano il bel culo che ti ritrovi e che, ti ricordo, è anche frutto degli allenamenti e della dieta che io ti preparo. Finalmente puoi usarlo per fare colpo su Charles, quindi vedi di giocare bene le tue carte o prenderò anche io un volo per l'Australia solo per prenderti a sberle."
La ragazza evitò di risponderle, si limitò ad arrossire leggermente e a chiudersi in un silenzio assordante e, a tratti, anche imbarazzante. Continuava a pensare e ripensare alle parole di Francesca e al fatto che l'amica continuasse a fare riferimento a lei insieme a Charles, in un letto, a fare sesso.
Certo, lei stessa se lo immaginava, lei stessa aveva pensato a come sarebbe stato infilare una mano fra i suoi capelli e spingergli il viso fra le sue stesse cosce, ma il fatto che Francesca continuasse a parlarne iniziava a metterle ansia.
Rimpiangeva ancora la chiamata che aveva avuto quel giorno in Bahrain, in cui Francesca aveva scoperto la verità sull'identità del ragazzo misterioso che aveva incontrato, del ragazzo che aveva occupato i suoi pensieri nei giorni successivi alla sua gara di pattinaggi e anche nei due mesi precedenti.
Sarebbe stato molto meglio se lei non avesse saputo nulla, se la conoscenza che stava avendo con Charles fosse rimasta un segreto ancora per qualche settimana, giusto il tempo di capire lei stessa che cosa voleva e che cosa provava.
Probabilmente lo sapeva già, probabilmente sapeva già di essere attratta da quel ragazzo sia fisicamente sia mentalmente, eppure non voleva ammetterlo a se stessa perché, l'ultima volta che aveva provato quelle sensazioni, si era completamente innamorata dell'uomo che aveva di fronte.
Era stata male.
E non voleva più stare male.
Francesca a modo suo lo sapeva, a modo suo cercava di spingerla a liberarsi di quei pesi, dei pesi che il suo passato la schiacciavano sulle spalle, di tutti quei pesi che aveva accumulato nel corso dei mesi, senza nemmeno rendersene conto.
Basta scappare.
Francesca aveva ragione, doveva smetterla di scappare. Smetterla di scappare dai se e dai ma, smetterla di scappare solo perché dei fantasmi venivano a bussare alla sua porta, solo perché sentiva un così forte déjà-vu.
"Giulia, stai bene?" Chiese alla fine la più grande, notando il suo silenzio e, in particolar modo, la preoccupazione che riusciva a leggere nei suoi occhi e nel suo sguardo.
"Si." Sussurrò la ragazza, scuotendo leggermente il capo e cercando di scacciare quei futili pensieri, tutte quelle paure e quei dubbi che continuavano ad opprimerla. "Sono solo stanca e un po' agitata. Domani mattina devo raggiungere Charles nel luogo in cui ci siamo accordati e poi partiremo per l'Australia. Sarà un viaggio molto lungo, quindi ti scriverò solo una volta che sarò atterrata. Prometto di continuare a seguire la dieta che tu e il mio nutrizionista mi avete dato e prometto di eseguire tutte le sessioni di allenamento che abbiamo programmato. Probabilmente Charles mi porterà anche a pattinare, ha detto che cercherà qualche Palaghiaccio dove posso allenarmi con i programmi che abbiamo preparato. Nel caso mi faccio fare dei video e te li mando, così riesci a visionarli e ad aiutarmi a migliorare gli ultimi piccoli dettagli. Questi mondiali sono il primo passo verso le prossime olimpiadi: non ho alcuna intenzione di accontentarmi di un quinto posto come due anni fa."
Francesca le sorrise leggermente, posandole una mano sulla spalla e accarezzandogliela in segno di conforto. "Quando sarai tornata avremo ancora tempo per rifinire gli ultimi dettagli, per ora concentrati sul mantenerti in forma e, per una volta, anche sul tornare a vivere. So che a volte divento un po' fissata, soprattutto quando si parla di ragazzi di una certa bellezza come può essere quella di Charles, ma quello che davvero conta è che tu riesca a stare bene in questa settimana. Quindi promettimi che starai bene, anche se questo vuol dire tornare da sola nella tua camera d'hotel senza alcun monegasco dietro, promettimi che starai bene."
Giulia sorrise, girandosi verso l'amica e stringendola in un abbraccio.
"Non posso prometterti che starò bene perché non ho la sfera di cristallo, ma posso prometterti che ci proverò e posso giurarti che, quando sono con Charles, generalmente sto meravigliosamente bene."

~•~
Ciao a tutti!
Giulia sta preparando la valigia per l'Australia e Francesca l'ha aiutata a scegliere gli abiti migliori, qualcuno anche per cercare di fare colpo. Dite che, finalmente, Charles le chiederà di uscire? Oppure scopriremo qualcosa di più sul passato di Giulia?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo!
Ci vediamo Sabato con il capitolo 16.
Saragarnier

Sixteen Flowers|| Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora