17.

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Il viaggio in aereo sembrava durare anche più del previsto: erano passate solo dieci ore e a Giulia sembrava essere passata un'eternità. La cosa che più l'aveva messa in difficoltà era il dover restare sveglia per tutto quel tempo, consapevole che quello fosse l'unico modo per potersi abituare al fuso orario australiano; dopo dieci ore di viaggio, però, gli unici ancora svegli erano lei, Charles e il suo allenatore, Andrea. Quest'ultimo, ad un certo punto, si alzò e si allontanò verso il bagno, lasciando completamente soli Giulia e Charles, mentre Joris continuava a dormire rilassato sulla sua poltrona bianca.
La ragazza era appoggiata allo schienale e lottava con se stessa per mantenere le palpebre aperte, anche se ogni tanto cedeva e si riprendeva all'improvviso, rendendosi conto si aver chiuso gli occhi proprio per qualche istante; il monegasco, invece, sembrava essere ancora abbastanza sveglio, anche se iniziava a sentirsi pian piano sempre più stanco.
"Se vuoi dormire un po' puoi farlo, lo sai?" Sorrise il monegasco, facendo aprire subito le palpebre a Giulia, che si ridestò da quell'attimo di sonnolenza e tornò concentrata sul ragazzo, che le sedeva proprio di fronte. Lasciò vagare lo sguardo sulla poltrona bianca che Charles aveva al suo fianco, quella su cui sedeva Andrea, poi si alzò dalla sua e occupò quella dell'italiano, prendendo posto di fianco a Charles e sorridendogli dolcemente.
"Lo so." Ammise in un sussurro, sporgendosi leggermente verso di lui e appoggiando la testa sulla sua spalla muscolosa, coperta solo da una leggera felpa bianca. "Ma voglio farti compagnia, so che tu devi cercare di restare sveglio."
"E mi fa piacere che tu voglia farmi compagnia." Sorrise, posando le labbra sulla sua nuca e lasciandole così un bacio casto fra i capelli profumati; avrebbe voluto restare in quella posizione per un'eternità, avrebbe voluto bearsi del suo profumo per molto più tempo, ma dovette allontanarsi leggermente, lasciando che venisse a crearsi una distanza fra il viso di lui e i capelli di lei.
"Ma non voglio che tu ti senta obbligata a restare sveglia, puoi anche dormire qualche ora, se vuoi." Aggiunse subito dopo, passando poi le dita fra i suoi capelli lisci. Charles non sapeva dire se preferiva Giulia quando aveva i capelli al naturale, o quando sceglieva di farsi la piega, rendendoli lisci.
"È bella sempre." Pensò poi, sorridendo e continuando ad accarezzarle dolcemente i capelli.
"Non mi sento obbligata, mi piace stare in tua compagnia." Ammise, alzando poi lo sguardo verso il suo e ammirando le pagliuzze dorate dei suoi occhi, circondate da quel verde meraviglioso che riusciva a toglierle il fiato. "Mi piace parlare con te, mi sento a mio agio quando sono con te."
Giulia lo disse senza pensare, poi distolse subito lo sguardo dai suoi occhi e si irrigidì leggermente fra le sue braccia, cercando di non pensare a quanto questo le facesse paura; le faceva paura come lui la faceva stare, le faceva paura l'idea di essere delusa di nuovo.
"Posso chiederti una cosa?" Sussurrò piano Charles, posando una mano sulla sua guancia e accarezzandola dolcemente, aspettando di avere il consenso da parte di lei.
Giulia cercò di non agitarsi, restando impassibile e annuendo semplicemente, senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi e sperando vivamente che Andrea tornasse presto, sapendo perfettamente quale argomento sarebbe stato affrontato. 
Non sapeva se era ancora pronta a parlarne, non ne aveva mai parlato, aveva lasciato che Francesca immaginasse cosa era successo senza mai confermare o negare, ma sapeva che con Charles non sarebbe bastato fingere che nulla fosse successo.
"Certo." Sussurrò infine, sedendosi più composta per riuscire a guardarlo meglio negli occhi.
Charles si prese qualche istante per cercare le parole giuste, poi sorrise dolcemente e le accarezzò la guancia, cercando così di tranquillizzarla.
"Ti ha fatto del male?"
La ragazza tutto si aspettava tranne che una domanda così diretta da parte del monegasco.
Per un momento restò in silenzio, cercando di capire se fosse un sogno, se avesse sentito male lei, oppure se Charles stesse soltanto scherzando.
Come faceva ad aver subito capito? Non aveva mai rivelato al monegasco la verità, non gli aveva neanche mai accennato il fatto che riguardasse il suo ex fidanzato, eppure lui gia avanzava ipotesi su ciò che pensava fosse successo.
Su ciò che era successo.
"Non fisicamente." Sussurrò subito la ragazza, volendo chiarire immediatamente quel punto. Non le aveva fatto del male, non aveva mai alzato un dito verso di lei, ma ci era arrivato molto vicino e, quando se ne era resa conto, Giulia era scappata.
Era scappata, si, ma lo aveva fatto comunque troppo tardi.
Avrebbe dovuto capire prima cosa stava succedendo.
Avrebbe dovuto capire prima l'uomo che aveva di fronte, l'uomo con cui era andata a convivere.
Senza il lockdown, probabilmente, neanche si sarebbe resa conto di tutti i problemi che vi erano, di quanto fosse malata e tossica la loro relazione, di quanto fosse sbagliata.
Aveva capito la verità solo dopo mesi di relazione, solo dopo aver affidato tutta se stessa a quella storia, all'uomo di cui si era irrimediabilmente innamorata e che l'aveva lasciata con il cuore spezzato, senza che lei neanche se ne accorgesse.
"Era perfetto, l'uomo che tutti vorrebbero." Sussurrò la ragazza, abbassando lo sguardo verso la punta delle sue scarpe ed evitando ad ogni costo di mantenere il contatto visivo con i suoi occhi. "Era divertente, simpatico, un po' spavaldo a volte. Mi faceva arrossire, mi metteva in imbarazzo e mi prendeva un po' in giro, ma lo faceva nel senso buono del termine. Era così carino e io me ne sono innamorata subito. Abbiamo iniziato a frequentarci e lui mi faceva sempre tanti regali: un bracciale, una collana, un paio di orecchini. Era tutto perfetto. Ma non mi ero resa conto di come mi stesse cambiando."
Charles rimase ad ascoltarla silenziosamente, allungando una mano e afferrando la sua; intrecciò subito le loro dita, stringendole così meglio la mano. Con la coda dell'occhio vide Andrea uscire dal bagno, ma gli fece segno con lo sguardo di non avvicinarsi, approfittando anche del fatto che Giulia continuasse a guardare verso terra. L'italiano colse subito il messaggio, ruotò leggermente gli occhi, ma eseguì in silenzio la richiesta di Charles, tornando nel bagno e richiudendo la porta dietro di sé, di nuovo.
"In che senso ti stava cambiando?" Sussurrò piano, accarezzandole la guancia con l'altra mano e invitandola ad alzare lo sguardo da terra. Voleva guardarla negli occhi, voleva vedere come stava, voleva essere sicuro che dicesse solo la verità, che si liberasse totalmente del peso che portava dentro di sé.
"All'inizio erano piccole cose." Continuò Giulia, con voce un po' tremante; alzò finalmente lo sguardo da terra, e incontrò subito il suo. Trattenne il respiro per qualche istante, poi continuò e riprese il racconto. "Aveva cambiato principalmente il mio modo di vestire. Preferivo indossare qualcosa di semplice come un paio di leggins e una felpa un po' larga piuttosto che mettere gonna e tacchi per qualsiasi cosa, ma Alessio non era d'accordo. Si vergognava ad uscire con me in quel modo, così quando notai alcune sue battute e alcuni suoi commenti sul mio modo di vestire, cambiai completamente l'armadio. Comprai più gonne, più vestiti aderenti, più tacchi alti e anche trucchi più provocanti. Lui voleva avere la possibilità di vantarsi di stare con me, io volevo che lui fosse felice e che non se ne vergognasse. Attribuii però quel mio cambiamento solo ad una mia voglia di cambiare. Era una delle mie prime relazioni serie, la prima volta che ero davvero così innamorata di qualcuno, quindi mi dissi che lo stavo facendo per me, non per lui."
Charles si limitò a guardarla, restando in silenzio e confortandola con delle leggere carezze sul dorso della sua mano, invitandola silenziosamente a continuare il racconto.
"Poi le cose sono cambiate." Sussurrò. "Non me ne rendevo neanche conto, ma pian piano ho iniziato a isolarmi dal mio gruppo di amici. Ho iniziato a smettere di vederli, di contattarli, di salutarli quasi; non pensavo che il problema fosse il mio ex, ma ripensandoci invece mi rendo conto che ho smesso di vederli perché non volevo litigare con lui. E quando lui mi vedeva in loro compagnia, puntualmente litigavamo. Così ho iniziato ad allontanarmi da loro senza neanche rendermene conto."
"Come hai fatto a capire cosa stava succedendo? Come hai fatto ad allontanarti da lui?" Chiese il monegasco, avvicinandosi leggermente a lei e avvolgendo un braccio intorno alla sua vita, attirandola così più vicini a sé. Voleva che lei lo sentisse vicino, voleva che si sentisse protetta, a suo agio, voleva che si rendesse conto che lui era li per lei, pronto ad aiutarla e che poteva fidarsi.
"Oh... l'ho fatto quando ho iniziato a vederlo più violento e irritabile." Sussurrò, lasciando scorrere una lacrima sulla sua guancia senza preoccuparsi di nasconderla. Non si sentiva in imbarazzo a piangere davanti a Charles, al contrario di quello che immaginava; si sentiva a suo agio, si sentiva al sicuro e non riusciva a smettere di parlare. Iniziava finalmente a sentirsi più leggera e non aveva alcuna intenzione di rinunciare a quella sensazione, anche perché lo sguardo che le rivolgeva Charles la incoraggiava a continuare.
Si aspettava compassione da lui, eppure il monegasco continuava a guardarla come prima, continuava a guardarla come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto, continuava a guardarla con quello sguardo che la mandava in brodo di giuggiole ogni volta, facendole mancare il respiro. La guardava e lei si sentiva veramente bella, si sentiva bella anche se dentro la sua testa si ripetevano le parole di Alessio.
"Hai detto che non ti aveva mai fatto del male." Sussurrò Charles, allungando una mano e accarezzano la sua guancia con il pollice, proprio nel punto in cui stava scorrendo la sua lacrima. Charles strinse leggermente la mascella al solo pensiero, trattenendosi dall'irrigidirsi e cercando di mantenere la calma che la stava aiutando a confidarsi con lui.
"Non lo ha fatto, infatti." Giulia scosse subito la testa, guardando Charles negli occhi. "Non ne ha avuto il tempo, me ne sono andata prima che la situazione diventasse insostenibile. Vedi, lui mi aveva invitata a convivere a casa sua e io avevo accettato, troppo stupida per capire che quello era solo un altro modo per tenere sotto controllo la mia vita. Durante il lockdown, però, le cose sono scoppiate. Lui si arrabbiava per tutto, per qualsiasi cosa; un giorno, poi, ha perso le staffe quando ha visto il pranzo che gli avevo preparato. Avevo cucinato il piatto che lui odiava. Ha iniziato a urlare così forte, che penso che l'intero condominio lo abbia sentito; ha iniziato a dire che se non mi avesse presa lui, nessuno mi avrebbe mai voluta, che nessun uomo sarebbe mai andato con una donna come me, così stupida a pensare di poter diventare una pattinatrice fra le migliori a livello mondiale, così stupida a sentirsi speciale. Alla fine ha preso il piatto e me lo ha lanciato contro; io mi sono abbassata e quindi non mi sono fatta male, ma il piatto si è frantumato sul muro dietro di me e io mi sono ritrovata con tutti i cocci di ceramica fra i capelli. Lui poi è uscito di casa con la scusa di dover andare a correre, mentre io sono andata a ripulirmi senza dire nulla. Quando mi sono guardata allo specchio ho capito che meritavo di meglio, che stavo cambiando, che non potevo accettare di vivere in quelle condizioni. Ho fatto la valigia, ho preso tutte le mie cose e me ne sono andata."
Charles le strinse subito le mani, poi la attirò a sé e la strinse in un abbraccio, accarezzandole dolcemente la schiena e i capelli; rimasero in quella posizione per molto, almeno qualche minuto. La ragazza appoggiò la sua testa sul suo petto, lasciandosi cullare dal calore del suo corpo, dalle sue carezze delicate e dal suo buon profumo.
Stava così bene fra le sue braccia e questo la spaventava tanto.
Aveva paura di ritrovarsi nella stessa identica situazione, aveva paura che potesse di nuovo innamorarsi della persona sbagliata, proprio come aveva fatto con Alessio.
"Sei stata così forte." Sussurrò Charles, allontanandosi leggermente da lei per abbassarsi e puntare gli occhi verso i suoi; posò le mani sui lati del suo viso, accarezzandole le guance, il tutto senza mai distogliere lo sguardo da quello di lei. "Sei una delle donne più forti che io abbia mai incontrato. Devi smetterla di lasciarti condizionare da lui, devi smetterla di essergli prigioniera. Perché lo sei ancora."
Giulia deglutì rumorosamente, annuendo.
"Lo so." Sussurrò piano, provando ad abbassare lo sguardo; il monegasco le mise due dita sotto il mento, impedendole di interrompere il contatto visivo con lui.
"Guardami, Giulia." Sussurrò. "Sei la persona più forte che io abbia mai incontrato e sei anche la persona più bella. Non solo fuori, anche qui dentro." Sussurrò, posando una mano sul suo petto, poco sopra il suo seno. Subito dopo essersene reso conto, Charles arrossì leggermente e tolse subito la mano. "Scusa, non volevo toccarti le tette. Cioè, vorrei perché hai un bel seno, ma intendevo dire che sei una bella persona di carattere, quindi non l'ho fatto per quello."
Giulia ridacchiò, fermando Charles prima che potesse aggiungere qualcosa d'altro a quelle parole gia abbastanza imbarazzanti per entrambi.
"Non ti preoccupare, Charles." Sorrise subito la ragazza, sporgendosi verso di lui per lasciargli un bacio sulla guancia. "Grazie per avermi ascoltata, mi ha aiutato molto parlarne con qualcuno." Ammise.
Charles annuì leggermente, tornando poco dopo al suo colorito naturale; dopo essersi calmato, il monegasco riportò la completa attenzione sulla ragazza e le donò un dolce sorriso.
"Permettimi di corteggiarti."
Le parole pronunciate dal pilota rimasero sospese nell'aria per almeno qualche minuto, prima che Giulia si rendesse conto di quello che aveva detto, prima che riuscisse realmente a metabolizzare quelle tre semplici parole.
Corteggiarla?
Voleva davvero corteggiare lei? Per quale motivo avrebbe dovuto farlo?
"Corteggiarmi?" Sussurrò infine, piuttosto confusa.
Charles annuì immediatamente, guardandola.
"Lascia che ti aiuti a dimostrarti la meravigliosa persona che sei. Quando una settimana fa ti ho detto di essere spettacolare, ero serio. Non so per quale motivo ma queste settimane io mi sono sentito vivo, ero felice e lo ero indipendentemente dal lavoro, che non sta esattamente andando come previsto. Quindi, ti prego, lascia che io ti aiuti e, in cambio, dammi la possibilità di corteggiarti, di dimostrarti che meriti di meglio."
Giulia lo guardò negli occhi, poi abbassò lo sguardo sulle sue labbra quando si rese conto di quanto fossero vicini in quel momento; anche Charles fece lo stesso, mordendosi il labbro inferiore e tornando a guardarle gli occhi solo pochi istanti dopo.
"Perché vuoi corteggiarmi? Non ci siamo neanche mai baciati." Sussurrò piano la ragazza, tornando a guardare attentamente Charles.
"Il fatto che io non ti abbia ancora baciata, non vuol dire che non abbia avuto voglia di farlo, o che non abbia addirittura pensato di andare oltre." Sussurrò il monegasco, abbassando nuovamente lo sguardo sulle sue labbra carnose. "Quelle labbra mi mandano in confusione ogni volta, tu mi mandi in confusione ogni volta, cherie."
Giulia avrebbe voluto dire o fare molte cose, era quasi tentata di sporgersi verso di lui e baciarlo, ma venne distratta da un rumore, il rumore di uno sciacquone.
La ragazza si irrigidì immediatamente, scostandosi e indietreggiando appena; guardò Charles in silenzio, poi spostò l'attenzione su Andrea che, probabilmente, si era stufato di aspettare nel bagno ancora a lungo.
Charles si passò una mano sul viso e fra i capelli, poi sospirò pesantemente, cercando di smettere di pensare alle labbra di Giulia, che voleva baciare così tanto.
Le lanciò uno sguardo, poi si sporse verso di lei e avvicinò le labbra al suo orecchio.
"Arriverà il momento in cui ti mangerò quelle labbra, stanne certa."

~•~
Eccoci qui! Finalmente scopriamo qualcosa di più sul passato di Giulia e Charles sembra proprio essere intenzionato a fare di tutto per corteggiarla. La tensione fisica fra loro è sempre più forte, scopriremo se succederà qualcosa fra loro nel prossimo capitolo.
Ho letto tutti i vostri commenti, anche se non ho risposto perché erano veramente tanti. In ogni caso direi che ha vinto l'opzione dei 3 aggiornamenti (completamente imprevedibile ahah) ma vi ricordo che questo avverrà SOLO dopo che avrò finito di scrivere la storia nelle bozze, quindi quando sarò completamente certa di avere il tempo per correggere i capitoli prima delle pubblicazioni, senza doverci aggiungere anche il tempo per scrivere nuovi capitoli. Ci vorranno almeno tre settimane, probabilmente pure di più. Quando la storia sarà quasi alla fine (quindi quando mancherà un solo capitolo da scrivere) vi avvertirò.
Nel frattempo ho deciso che, quando questo accadrà, gli aggiornamenti saranno il:
Lunedì-Mercoledì-Sabato
Ci vediamo quindi sabato con il capitolo 18!
(Ps: so che state aspettando tutti il bacio, prometto che non manca poi così tanto... FORSE)
Saragarnier

Sixteen Flowers|| Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora