Giorno 4
"Charles!" Una voce attirò la sua attenzione prima che riuscisse ad entrare nell'ospedale; stringeva fra le dita il gambo delicato del quarto tulipano, pronto ad entrare nell'edificio per andare a fare visita a Giulia e sperare, nel frattempo, in qualche notizia positiva da parte dei dottori.
Quando il monegasco si girò, incrociò lo sguardo di una giovane ragazza, che cercava di fermare un bambino dall'avvicinarsi a lui.
"Mi scusi, Signor Leclerc." Sussurrò immediatamente la ragazza, prendendo in braccio il bambino e fermandolo così definitivamente, prima che potesse avvicinarsi. "Mio fratello è un po' esuberante, ma non voglio disturbarla visto il momento che sta passando. Le chiedo ancora scusa."
Charles alternò lo sguardo dalla ragazza, di circa vent'anni, al bambino di appena dieci anni, poi lasciò che si formasse un sorriso sulle sue labbra e sorrise, facendo lui stesso una passo nella loro direzione.
Appena vide il pilota avvicinarsi a lui, il bimbo sbarrò gli occhi, guardandolo con un'espressione ammaliata mentre Charles gli si avvicinava; ancora non riusciva a credere di essere di fronte a Charles Leclerc, ancora non riusciva a realizzare che, finalmente, aveva avuto la possibilità di incontrare il pilota della rossa, della sua auto rossa preferita.
"Non è un problema." Sussurrò immediatamente Charles, allungando il tulipano a Joris, che era pochi passi più in là, e chiedendogli silenziosamente di reggerlo per lui mentre si prendeva un po' di tempo con il suo piccolo fan. Amava vedere le espressioni meravigliate che avevano i suoi fan; amava vedere le loro labbra dischiudersi in un'espressione di sorpresa e amava quando dei bambini erano coinvolti. Tutti i tifosi erano importanti per lui, ma quando incontrava un bambino con il cappellino della Ferrari e con il suo numero inciso sulla visiera, Charles sentiva il cuore riempirsi di gioia. Ricordava ancora il giorno in cui aveva incontrato Michael Schumacher, il giorno in cui era riuscito a incontrare uno dei suoi più grandi idoli, l'idolo per eccellenza, subito dopo Senna.
Per lui era ancora abbastanza insolito, era ancora strano vedere quelle stesse espressioni sui visi dei più piccoli, ma amava quando sul loro volto si formava un sorriso grazie a quello che faceva lui, grazie ad un semplice "ciao", ad una foto veloce o ad un autografo firmato su un indumento del merchandising.
In quei giorni Charles non aveva utilizzato social e tantomeno aveva notato che, improvvisamente, i fan sembravano aver iniziato ad ignorarlo, ad evitare di chiedergli fotografie, autografi o anche solo a salutarlo. Non aveva ancora notato che, dal giorno dell'incidente, nessuno gli si era avvicinato, eccetto per le persone a cui lui voleva bene, eccetto per le persone che considerava fidate e che sapeva essere li per lui.
Aveva parlato con i suoi fratelli, con Joris e Andrea, che ancora non se ne erano andati e che erano rimasti con lui la maggior parte del tempo, assicurandosi che stesse bene anche quando Charles cercava di fingere che tutto andasse una meraviglia.
"È il primo autografo che faccio da cinque giorni, ormai." Pensò Charles, mentre recuperava uno dei tanti pennarelli indelebili che si portava sempre dietro, probabilmente il pennarello di un qualche fan che si era dimenticato di riprenderlo, troppo entusiasta dell'autografo o della foto appena scattata.
"Ne è sicuro?" Chiese infine la ragazza, abbassando lo sguardo sul fratellino e notando la brillantezza che avevano preso i suoi occhi, notando la felicità che si era fatta strada sul suo volto anche dopo una brutta giornata, una di quelle giornate in cui l'unica parola che diceva a qualsiasi persona, sia a sua sorella sia ai suoi genitori, era un semplice e diretto "no". Vederlo così felice, rendeva felice anche la ragazza e per questo, alla fine, non riuscì ad aggiungere altro, posando delicatamente il bambino a terra e guardandolo mentre correva fra le braccia del suo idolo.
Charles si abbassò all'altezza del bambino, chiedendogli con lo sguardo se poteva prendere il cappello della Ferrari che portava in testa. Quando il bimbo annuì, Charles lo prese delicatamente fra le mani e firmò la visiera con il pennarello per tessuti nero, riponendo poi il cappellino sulla sua testa e sistemandolo in modo che la visiera non gli coprisse gli occhi. Guardò il sorriso smagliante del bimbo, poi posò una mano sulla sua spalla e sorrise a sua volta.
"Ti va di fare una foto insieme?" Chiese a quel punto, guardando il piccolo mentre annuiva velocemente, facendo spuntare un sorriso anche sulle labbra di Joris e della sorella, che li stavano guardando. Charles alzò subito lo sguardo verso di lei, invitando la ragazza ad afferrare il cellulare per fare una foto; si sistemò meglio, abbassandosi all'altezza del bambino e avvolgendo delicatamente un braccio intorno alle sue piccole spalle, posando così una mano sulla sua spalla e sorridendo alla telecamera.
Dopo aver scattato qualche foto, il piccolo si girò nuovamente verso di lui e Charles fu sorpreso di vedere delle lacrime scorrergli sulle guance.
"Questo è il giorno più bello della mia vita!" Esclamò subito il bambino, porgendo poi la piccola manina verso il monegasco, proprio come se stesse aspettando una stretta di mano.
Charles abbassò lo sguardo sulla sua mano ancora a mezz'aria, poi allungò la sua e gliela strinse, lasciandosi sfuggire una piccola risata.
"Grazie ancora! Buona giornata!" Esclamò il piccolo con un tono di voce entusiasta, correndo poi verso la sorella e abbracciandole le gambe.
"Grazie, signor Leclerc." Sussurrò dolcemente la ragazza, rivolgendogli un ultimo e veloce sorriso. "Spero che la sua fidanzata si rimetta presto; non so quanto può esserle di conforto, ma sappia che prego per lei."
Il monegasco rimase immobile, senza parole mentre guardava i due superarli per entrare in ospedale e, quando li vide imboccare il corridoio verso la pediatria, sentì immediatamente un peso sullo stomaco. Molte cose, di quell'incontro, lo avevano scombussolato e a tratti anche divertito.
Era rimasto sconvolto dal vedere un fan chiedergli un autografo, soprattutto in quei giorni quando nessuno si era azzardato ad avvicinarglisi per un motivo simile. Charles continuava a chiedersi quale fosse il motivo, continuava a domandarsi perché, all'improvviso, i fan avessero smesso di seguirlo.
Era da giorni che non apriva i social network, ma era sicuro che avrebbe trovato la risposta a quella sua domanda li, su Instagram o su twitter, gli bastava solo cercare.
Un'altra delle cose che lo aveva stupito, era che oltre alla mancanza di foto e autografi dei fan, Charles non si era neanche reso conto di quel cambiamento, almeno fino a quando non aveva incontrato quel delizioso bambino con la sua sorella maggiore.
Come aveva fatto a non accorgersene? Come aveva fatto a non accorgersi che i fan avevano smesso di seguirlo dappertutto? Come aveva fatto a non accorgersi che nessuno sembrava più fermarlo per la strada e che, ovunque andasse, persino in un luogo pubblico, nessuno gli si avvicinasse per chiedere una foto o registrare un video-messaggio per qualche amico?
Come aveva fatto a non accorgersi di quell'enorme cambiamento?
Erano passati cinque giorni dall'incidente, quattro giorni da quanto lei era in coma, e in quei pochi giorni lui non si era reso conto di un cambiamento di tale misura. L'unica cosa a cui riuscì a pensare, fu che doveva essere particolarmente esausto da quella situazione per dimenticarsi una cosa del genere.
Il terzo aspetto di quell'incontro che sembrava averlo divertito, era il gesto che il bambino aveva fatto lui, quando gli aveva porto la mano, in attesa di ricevere una stretta, una di quelle che solitamente si scambiavano solo gli adulti.
L'ultimo aspetto che sembrava averlo scombussolato, era stato il vederli entrare nell'ospedale, il vederli imboccare il corridoio per la pediatria. L'unica cosa che riusciva a pensare fra se e se, era che sperava con tutto se stesso che quel bambino stesse bene e che chiunque fossero andati a trovare fosse stabile e in buona salute.
Lui stava così male per Giulia, riusciva solo a immaginare come sarebbe stato per un bambino piccolo, come sarebbe stato vedere le stesse cose accadere ad un bambino.
"Stai bene, Charles?" Chiese Joris dopo qualche minuto, attirando così l'attenzione del monegasco e riportandolo alla realtà. Il ragazzo era rimasto immobile davanti alla porta dell'ospedale, continuando a fissare il punto in cui la ragazza e il bambino erano spariti; dopo aver sentito la voce dell'amico, Charles si ricompose immediatamente, recuperando il tulipano giallo dalle sue mani e approfittando anche di quel momento per controllare i social.
"Cosa stai facendo?" Chiese Joris a quel punto, avvicinandosi leggermente a lui, curioso. Non aveva preso in mano il cellulare negli ultimi giorni se non per contattare qualcuno, per questo era stupito di vederlo aprire Twitter in cerca di una risposta alla sua domanda.
"Cosa sta succedendo ai fan?"
Continuò a scorrere e scorrere i vari tweet, cercando qualcuno che potesse dargli una risposta plausibile, che potesse giustificare quello strano comportamento da parte dei Tifosi.
Quando posò lo sguardo su un tweet, che sembrava aver ricevuto migliaia di like, commenti e inoltri, Charles si bloccò, leggendo velocemente quelle poche parole.
"Please, let's give him some privacy. He needs some time with his family and with his girlfriend, we must respect that and support him in these difficult days."
Charles si sentì subito grato a chiunque avesse scritto quel messaggio, si sentì grato a tutti i Tifosi che avevano fatto il possibile per dargli lo spazio di cui aveva bisogno, per consentirgli di restare con i suoi amici e i suoi fratelli senza doversi preoccupare di autografi, foto o altro. E il fatto che non glielo avessero fatto pesare dimostrava quanto i suoi fan fossero delle persone speciali o, almeno, la maggior parte di loro.
"Dovrei ringraziarli tutti, non credi?" Sussurrò infine il monegasco con voce tremante, alzando lo sguardo verso Joris e mostrandogli il tweet che aveva appena letto. "È per questo che ieri sono riuscito ad andare in quel bar con Lorenzo e Arthur senza problemi, è per questo che riesco a raggiungere l'ospedale a piedi ogni giorno, è per questi che riesco a raggiungere il negozio di fiori dietro l'angolo senza essere fermato da qualcuno, è per questo che nessuno in ospedale mi ha mai chiesto un autografo. Mi hanno, anzi, mi stanno lasciando lo spazio di cui ho bisogno in questo momento difficile, e io dovrei fare qualcosa per loro, dovrei quantomeno ringraziarli, non credi?"
Joris sorrise dolcemente, annuendo leggermente e posando una mano sulla spalla dell'amico, con un sorriso.
"Sono davvero stati generosi e comprensivi con te, vista la situazione." Concordò immediatamente l'amico mentre entravano nell'ospedale. "Puoi scrivere un messaggio su Twitter e fare una storia su Instagram in cui li ringrazi per il tempo che ti stanno dando, per tutto il loro supporto; sono sicuro che i tuoi fan apprezzerebbero e sono altrettanto sicuro che sarebbero felici di sapere che stai bene."
Charles si passò una mano fra i capelli, continuando a camminare verso la camera di Giulia con Joris al suo fianco; ormai conosceva la strada a memoria per tutte le volte che era andato a farle visita, non aveva quasi più bisogno di alzare lo sguardo sui cartelli che indicavano i vari reparti, sapeva perfettamente dove doveva recarsi.
"Hai ragione." Sussurrò alla fine, fermandosi quando raggiunsero la stanza di Giulia; Charles alzò subito lo sguardo e la osservò oltre la porta aperta, sentendo di nuovo quel peso sulle spalle appena la vide con gli occhi chiusi, ancora. "Penso a cosa scrivere e stasera pubblicherò qualcosa per ringraziarli, magari prima mando il tutto anche alla squadra per chiedere se per loro va bene, per sicurezza."
Joris annuì immediatamente, poi fece un cenno verso la porta alle sue spalle e sospirò.
"Vai da lei ora, io ti aspetto nella sala d'attesa."
Charles si girò, dando le spalle a Joris e abbassando lo sguardo sul tulipano giallo; prima che l'amico se ne andasse, però, il monegasco si voltò nuovamente verso di lui, abbracciandolo.
"Grazie, Joris." Sussurrò piano, con un sorriso. "Grazie per essere qui con me."
"Non vado da nessuna parte, amico." Sussurrò il fotografo, dando una leggera pacca sulla sua schiena e sorridendo. "Sai che se hai bisogno, io ci sono."
"Lo so, lo so bene."~•~
Charles è rimasto sorpreso dal comportamento dei suoi Tifosi ed è molto grato del tempo che gli stanno dando per affrontare quel momento difficile.
Come pensate che proseguirà la storia? Riuscirà Charles ad essere forte per Giulia fino a quando qualcosa non cambierà? Riuscirà a resistere il più possibile o inizierà a cedere all'ansia e alla paura di perderla?
Siamo quasi alle 50k di visualizzazioni, quindi volevo ringraziarvi infinitamente!
Ci vediamo lunedì con il capitolo 39!
Saragarnier
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Sixteen Flowers|| Charles Leclerc
FanficGiulia Corsi è una giovane pattinatrice italiana originaria del Trentino Alto-Adige il cui sogno più grande è arrivare alle olimpiadi invernali, un giorno, e riuscire a conquistare almeno una medaglia per la sua nazione e per la sua famiglia. Quando...