Charles e Antonio si sfidarono in una prova di velocità solo pochi minuti dopo; il monegasco chiese consiglio a Giulia, che gli rivelò come essere più veloce e che gli consigliò di non esagerare troppo: più avrebbe cercato di andare veloce, più facilmente avrebbe perso l'equilibrio, rischiando di cadere e perdendo allo stesso tempo velocità.
Gli consigliò di fare movimenti pian piano sempre più veloci, fino ad arrivare ad un ritmo più sostenuto ma regolare. Charles la ascoltò attentamente e fece anche qualche prova, poi raggiunse Antonio e fece un sorriso, guardando l'amico.
"Pronto a farti battere?"
Antonio, che si era fermato a parlare con Andrea e Joris, si girò immediatamente verso il monegasco e ricambiò il sorriso, annuendo con decisione proprio mentre l'allenatore di Charles si passava le mani sul viso.
"Vi prego, non fatevi del male." Pregò, sapendo perfettamente che, anche se avesse provato a fermarli, non ci sarebbe di certo riuscito. "Hanno più di venticinque anni e si comportano come dei bambini di tre." Sospirò, spostando lo sguardo su Joris, che stava ridacchiando al suo fianco.
Giulia, nel frattempo, si era resa disponibile per dare il via e per controllare chi sarebbe arrivato per primo dalla parte opposta della pista; decisero di limitare la gara ad un semplice rettilineo per semplificare la cosa e ridurre al minimo i rischi, soprattutto con il lavoro che facevano.
Pochi minuti dopo, Charles toccò il parapetto opposto, arrivando prima di Antonio di pochi secondi; l'italiano si appoggiò, riprendendo fiato e alzando immediatamente lo sguardo verso il monegasco. "Hai barato!" Esclamò immediatamente, spostando lo sguardo da Charles a Giulia, che era proprio al suo fianco visto che aspettava il vincitore. "Ti sei fatto dare dei consigli da lei! Ci credo che hai vinto." Borbottò, contrariato. "Fino a venti minuti fa neanche riuscivi a restare in equilibrio e ora pattini così velocemente? No, deve esserci qualcosa sotto, per forza."
Il monegasco ridacchiò, battendo una mano sulla spalla del suo amico. "Sei solo invidioso." Sorrise malefico, guardandolo. "Sei invidioso perché io sono stato più furbo e ho chiesto qualche consiglio, mentre tu ti sei rilassato fin troppo pensando che, non riuscendo nemmeno a pattinare da solo, non sarei certo riuscito a batterti."
Antonio si morse l'interno della guancia e non ribatté, sapendo perfettamente che Charles aveva capito perfettamente cosa aveva pensato.
Andrea e Joris si avvicinarono a loro, raggiungendoli e fermandosi proprio al loro fianco.
"Almeno siete ancora tutti interi." Sospirò di sollievo il più vecchio, passandosi una mano sul viso. "La Ferrari mi avrebbe licenziato se entrambi vi foste fatti male al training camp da me organizzato, soprattutto durante un'attività non preventivata."
Charles sorride, posando una mano sulla sua spalla e rassicurandolo. "Tranquillo Andrea, non ti devi preoccupare. Siamo abbastanza grandi per capire quando qualcosa diventa troppo rischiosa."
L'allenatore, sentendo quelle parole, alzò un sopracciglio; fece per rispondere ma furono interrotti dal flebile sussurro di Giulia.
"Viaggiate a più di 300 km/h, non credo che siate in grado di capire quando qualcosa diventa troppo rischiosa." Commentò fra se e se, alzando lo sguardo quando si rese conto che tutti la sentirono. Arrossì immediatamente, guardandoli. "Mi dispiace, non sono certo nella posizione per fare battute simili, scusatemi!"
"Tranquilla, non ci sono problemi." Sorrise il monegasco, cercando di rassicurarla.
Tutti e cinque rimasero a parlare per qualche minuto, poi Joris si allontanò per recuperare la fotocamera e iniziò a scattare qualche foto mentre gli altri quattro riprendevano a pattinare tranquillamente, spensierati. Scattò anche qualche foto a Charles, che aveva chiesto di vedere qualche passo eseguito dalla ragazza e che era rimasto letteralmente senza parole nel vederla eseguire diversi salti particolarmente veloci e pericolosi.
"Se ci provo io, mi rompo una gamba seduta stante." Pensò, guardando la ragazza mentre atterrava leggiadra sul ghiaccio, subito dopo aver eseguito una serie di salti, fra cui un triplo Loop seguito subito da un triplo Lutz.
"Wow." Sussurrò, guardando Giulia e avvicinandosi leggermente a lei. "Wow, erano... wow."
La ragazza arrossì leggermente, passandosi una mano sul collo e distogliendo lo sguardo dai suoi occhi verdi; aveva notato subito la particolarità dei suoi occhi e soprattutto del suo sguardo, per questo cercava di evitare il più possibile il contatto visivo.
"Grazie." Sussurrò dolcemente, accennando un piccolo sorriso e fissando la punta dei loro piedi; Charles era più vicino a lei di quanto si aspettasse, per questo anche i suoi pattini erano nel campo visivo della ragazza, che si limitava a tenere la testa bassa, fissando il ghiaccio sotto di loro.
Passò il pattino sul ghiaccio, sospirando pesantemente e alzando nuovamente lo sguardo, rivolgendolo però all'edificio in cui si trovavano. "Ho imparato questi salti qui, in questo posto." Sussurrò, accennando un piccolo sorriso. "Ho organizzato questa raccolta fondi per evitare che chiuda, ma non si sono presentate abbastanza persone, quindi è probabile che questa sarà l'ultima volta che pattini qui."
Charles la ascoltò attentamente, passandosi una mano fra i capelli per sistemarsi il ciuffo ribelle, subito dopo si girò verso Joris, che stava ancora scattando delle fotografia a loro e al Palaghiaccio, e immediatamente gli venne un'idea.
"Potrei pubblicate sui social una foto." Sussurrò a quel punto, abbassando lo sguardo sulla ragazza davanti a lui e sorridendo immediatamente alla sola idea. "Penso che arriverebbero molte più persone, immagino che questo possa aiutare in qualche modo."
La ragazza rimase in silenzio per qualche minuto, cercando di realizzare davvero quello che stava dicendo; era così legata a quel posto che avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvarlo, era così legata a quel Palaghiaccio che non poteva permettere che chiudesse, soprattutto visto tutti i ricordi che aveva li dentro.
Quando Charles si propose di sacrificare la sua privacy per aiutarla a salvare quel posto, Giulia si sentì immediatamente un problema.
Voleva davvero rinunciare ad una serata in tranquillità solo per aiutarla? Per quale motivo, poi? Non era mai venuto a pattinare in quel luogo, o lei se ne sarebbe ricordata, e il lavoro che faceva, l'ambito in cui Charles lavorava, non aveva nulla a che vedere con il suo mondo, per questo rimase in silenzio, cercando di comprendere quali fossero le ragioni che lo spingevano ad aiutarla.
"Sempre se per te va bene." Aggiunse subito il monegasco, notando il suo sguardo titubante.
"Per me va bene, certo." Giulia alzò lo sguardo verso di lui, scuotendo la testa e rassicurandolo immediatamente. "Mi dispiace solo che tu debba rinunciare ad una serata tranquilla solo per questa raccolta." Spiegò, guardandolo.
Il ragazzo sorrise, poi scosse leggermente la testa e infilò le protezioni sulle lame, uscendo dalla pista per recuperare il suo cellulare, che aveva lasciato su una delle tante panchine. "Joris, riesci a mandarmi le foto che hai scattato?"
"Certo." Annuì l'amico, uscendo dalla pista per inviare le fotografie che aveva fatto sul cellulare di Charles; aveva fatto quella procedura così tante volte che, se avesse voluto, sarebbe riuscito a rifarlo anche ad occhi chiusi. Inviò tutto, facendo un veloce cenno al monegasco che tornò immediatamente sulla pista, avvicinandosi nuovamente alla ragazza.
"Quale preferisci?" Chiese Charles, mostrando anche a Giulia le foto che Joris aveva scattato durante tutta la serata; ve ne erano alcune in cui Charles rischiava di cadere ed era lei ad aiutarlo a mantenere l'equilibrio, poi ve ne era una mentre cercava di aumentare il distacco con Antonio durante la mini gara e qualche altro scatto in cui rideva.
"Sono tutte molto belle." Ammise la ragazza, sorridendo, poi alzò nuovamente lo sguardo sugli occhi del ragazzo. "Davvero, non c'è bisogno che tu faccia una cosa del genere, non posso chiedertelo."
Charles scosse immediatamente la testa, scrisse velocemente qualche parola sul telefono e premette il tasto per pubblicare le fotografie: aveva taggato il profilo della ragazza e aveva pubblicato le foto più belle e più divertenti, fra cui anche quella in cui stava per cadere sul ghiaccio.
"Non è mai troppo tardi per imparare un nuovo sport. Grazie mille per l'esperienza, @giuliacorsi98"
Aveva aggiunto qualche emoji, in particolare il pattino che usavano i professionisti e un fiocco di neve, poi aveva aggiunto la sua posizione, rendendo ben visibile il nome del Palaghiaccio e sperando che questo avrebbe attirato quante più persone possibili.
"Direi che abbiamo ancora un quarto d'ora di beatitudine." Sorrise il monegasco, alzando anche lo sguardo verso i suoi amici e verso il suo allenatore, Andrea, che lo stava guardando con un sorriso mentre scuoteva leggermente il capo. "Cosa c'è?" Chiese, incuriosito dalla sua reazione.
"Nulla." Sospirò l'italiano, pattinando verso di loro e raggiungendoli; anche Antonio fece lo stesso, mentre Joris rimase fuori dalla pista, appoggiandosi semplicemente al parapetto. "È solo molto bello quello che hai fatto."
Giuli era rimasta in silenzio e aveva ignorato le notifiche, che continuavano ad arrivarle ininterrottamente dalla pubblicazione del post di Charles; appena sentì le parole di Andrea, si ridestò completamente e tornò concentrata sul viso del monegasco che sembrava essere particolarmente rilassato, come se avesse tutto sotto controllo.
"Concordo." Sussurrò la ragazza, annuendo. "Perché fai tutto questo per questa raccolta? Dopotutto è solo un Palaghiaccio sperduto su una montagna."
Charles scosse immediatamente la testa, guardandola attentamente e sorridendo. "Non è solo questo, lo vedo dai tuoi occhi." Sussurrò, facendosi sentire solo da lei ed evitando che Andrea ed Antonio sentissero, volendo fare il possibile per non provocare qualche reazione esagerata nei due, qualche pensiero malizioso che potesse portarli sulla strada sbagliata.
"Cosa vuoi dire?" Sussurrò la ragazza, facendosi piccola piccola e stringendosi fra le braccia.
"Se sei qui, a quest'ora della sera, dopo aver aspettato per ore che qualcuno arrivasse ad aiutare, è solo perché tieni davvero a questo posto. Se non fosse così, avresti già rinunciato e saresti già tornata al caldo nel tuo letto. Eppure sei qui, ad aiutare un povero imbranato a pattinare sul ghiaccio, a sopportare stupide gare di velocità, tutto questo solo per cercare di salvare questo posto. Questo lo rende speciale per te, dovrebbe renderlo speciale anche per gli altri."
Giulia annuì immediatamente, con convinzione e determinazione. Aveva ascoltato attentamente le sue parole ed era rimasta particolarmente colpita dal suo modo di vedere il mondo, da come fosse riuscito a capire che non era solo un Palaghiaccio per lei, ma che era una vera e propria parte della sua vita, una parte a cui non riusciva assolutamente a rinunciare.
"Grazie." Sussurrò la ragazza, sorridendo dolcemente e alzando lo sguardo verso le sue iridi verdi. "Grazie, davvero."
Il monegasco scosse leggermente il capo, sorridendole dolcemente.
"Ringraziami quando avremo salvato questo posto." Sorrise. "E poi è anche un modo per ringraziarti per non avermi fatto cadere sul ghiaccio come uno scemo."
Giulia arrossì leggermente, poi si morse le labbra e annuì, sorridendo. "Non lo avrei mai permesso." Sorrise.
Antonio incrociò le braccia al petto, guardandoli. "Hai anche barato alla gara, però." Gli ricordò, alzando un sopracciglio. "Dieci minuti prima avevi bisogno del sostegno come i bambini di tre anni e dieci minuti dopo pattinavi come se non avessi fatto altro tutta la vita."
"Non ti va proprio giù la sconfitta, vero Antonio?" Ridacchiò Joris, dando una leggera pacca sulla spalla dell'amico.
Giulia sorrise guardandoli, poi distolse l'attenzione e alzò lo sguardo verso la porta, vedendo qualche ragazzo entrare e guardarsi intorno; quando videro Charles, i loro occhi si illuminarono e sulle loro labbra spuntarono degli enormi sorrisi.
Giulia si girò immediatamente verso di lui, accennando un piccolo sorriso; prima che qualcuno dicesse qualcosa, la ragazza pattinò verso l'uscita della pista, infilò le protezioni sulle lame e raggiunse subito il primo gruppo di ragazzi che era arrivato.
Charles, nel frattempo, rimase sulla pista, pattinando insieme a Joris e guardando ogni tanto i fan che lo avevano raggiunto, alzando la mano e salutandoli con un cenno quando chiamavano il suo nome. Trattenne il proprio istinto e non si avvicinò al parapetto per firmare loro degli autografi, sapendo che probabilmente sarebbero subito andati via dopo averli accontentati, senza neanche prendere dei pattini o salire in pista.
Il ragazzo sorrise a tutti, guardando i ragazzi che man mano iniziavano ad arrivare e ammirando la ragazza, che cercava di restare al passo con le richieste; i primi ragazzi ad essere arrivati salirono in pista e raggiunsero Charles, un po' titubanti. Il monegasco si spinse verso di loro per farli sentire più a loro agio, sorrise e li salutò calorosamente.
"Ciao." Sorrise. "Volete una foto o un autografo?"
Sapeva perfettamente che molti di loro erano vinti dalla timidezza e che si sentivano in difficoltà a chiedergli qualcosa, anche solo un autografo, per questo spesso era lui a fare il primo passo, cercando di decifrare quegli sguardi titubanti e i loro occhi mentre cercavano di trovare le parole adatte.
Anche lui si sentiva così da ragazzo, ricordava ancora il giorno in cui incontrò Michael Schumacher, ricordava ancora quanto si sentiva in imbarazzo a chiedergli un autografo. Era solo un bambino, all'epoca, solo un bambino con la passione per i kart e non avrebbe mai immaginato di cambiare lato, di essere lui stesso a fare autografi piuttosto che a chiederli.
Amava passare del tempo con i suoi fan, amava soprattutto quando si trovava in Italia; l'atmosfera era diversa in quel paese, tutta la passione per la formula uno e per il team in cui lui si trovava era così forte e sincera, che non riusciva a non sorridere. Quando vedeva quanto davvero amassero quello sport, quanto amassero la Ferrari, quanto credessero in lui, Charles si sentiva sempre lusingato; apprezzava ogni singolo momento passato con i fan, con i veri fan. Non quelli che lo seguivano per la notorietà o per il bell'aspetto, quelli che lo seguivano per le emozioni che lui cercava di trasmettere guidando quella monoposto numero 16.
Passarono pochi minuti e, immediatamente, Charles si ritrovò circondato da fan di ogni età, dai più piccoli ai più grandi. Si abbassò all'altezza di un bambino, guardandolo mentre si reggeva al delfino, lo stesso che Antonio gli aveva offerto poco prima.
"Ciao." Sorrise dolcemente, posando una mano sulla sua nuca e accarezzandolo delicatamente; afferrò il cappello che teneva in testa, guardando i genitori che erano proprio di fianco a lui. "Come ti chiami?" Chiese, afferrando un pennarello nero.
"Leonardo." Sussurrò il bambino, balbettando leggermente.
Il monegasco sorrise, scrisse velocemente una piccola dedica, firmò il cappello e glielo rimise in testa, dandogli un piccolo buffetto sulla guancia.
Alzò lo sguardo, notando altre persone che si erano avvicinate per fare una foto, sorrise al bambino, ai suoi genitori, poi spostò lo sguardo sugli altri, fra cui Joris, che stava scattando qualche fotografia.
Il monegasco sorrise, guardandosi intorno e ammirando qualche ragazzo che, dopo aver ricevuto un autografo o aver fatto una foto, aveva iniziato a pattinare, godendosi così quel momento.
Cercò con lo sguardo la ragazza, la pattinatrice, e, quando la individuò fra la folla mentre cercava di aiutare una bambina a restare in equilibrio, sorrise.
"Ho fatto la cosa giusta." pensò, sorridendo.~•~
Eccoci con il capitolo 3!
Per il capitolo 4 e 5 dovrete aspettare martedì, poi torneranno ad esserci due aggiornamenti a settimana, uno il sabato e uno il martedì.
Ci vediamo martedì con l'ultimo doppio-aggiornamento!
Saragarnier
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Sixteen Flowers|| Charles Leclerc
FanfictionGiulia Corsi è una giovane pattinatrice italiana originaria del Trentino Alto-Adige il cui sogno più grande è arrivare alle olimpiadi invernali, un giorno, e riuscire a conquistare almeno una medaglia per la sua nazione e per la sua famiglia. Quando...