Dopo la notte passata insieme, Giulia e Charles si riuscirono a vedere solo dopo una settimana, quando si incontrarono a Milano per prendere l'aereo diretto a Parigi, dove lei avrebbe gareggiato. Nonostante entrambi fossero troppo impieganti nel loro lavoro per riuscire a vedersi prima, si continuarono a sentire per via telefonica, senza mai mancare un giorno.
Le cose fra loro andavano cosi bene che si erano anche accordati sul disdire una delle camere che avevano prenotato, scegliendo invece che sarebbe stato meglio dormire insieme, anche per trovare più tempo da passare l'uno con l'altra. Sarebbero arrivati a Parigi due giorni prima della gara e Giulia avrebbe dovuto passare maggior parte delle giornate in compagnia di Francesca, la sua allenatrice, per organizzare gli ultimi allenamenti pre-gara.
L'allenatrice e Charles si incontrarono per la prima volta proprio all'aeroporto di Malpensa, dove Charles arrivò in compagnia del suo migliore amico Joris. Aveva dovuto praticamente pregarlo per seguirlo a Parigi, soprattutto visto che non voleva fare il terzo incomodo e visto che sapeva quanto andassero bene le cose fra i due.
"Finalmente incontro il tanto citato Charles" esclamò l'allenatrice di Giulia, mettendola in imbarazzo davanti a tutto l'aeroporto e obbligandola a coprirsi il viso con le mani per non mostrare il rossore sulle guance.
"Francesca..." Aveva cercato di avvertirla, fulminandola con lo sguardo.
"Che c'è? Volevo solo incontrare l'uomo che è riuscito a farti battere di nuovo il cuore e a farti arrossire in quel modo, devo assolutamente stringergli la mano per ringraziarlo." Spiegò l'italiana, scrollando leggermente le spalle e suscitando una risata sia in Charles sia in Joris, che era rimasto a guardarla con un sorriso.
Dopo le presentazioni, tutti e quattro si erano imbarcati sul loro volo e si erano anche scambiati i biglietti fra loro, per consentire a Charles e Giulia di sedere vicini. Fu Joris ad avere l'idea, avvicinandosi a Francesca per chiederle di scambiare i biglietti e per fare in modo che i due piccioncini fossero vicini di posto.
"Tu gia mi piaci." Aveva detto Francesca all'amico di Charles, facendolo arrossire leggermente. "Bell'idea, ottima idea, anzi."
E così Charles e Giulia avevano passato tutto il viaggio vicini, per lo più concentrati sul film che avevano scelto di guardare insieme: Rush. Era stato Charles a proporlo, soprattutto per avere la possibilità di spiegare meglio a Giulia qualcosa di quello sport, per avere la possibilità di mostrarle quanto fosse emozionante e anche quanto fosse, a volte, pericoloso. L'adrenalina che sentiva ogni volta quando saliva nella sua monoposto era una delle cose più belle che avesse mai provato e voleva condividere quella sensazione anche con Giulia, tant'è che, ad un certo punto, gli venne un'idea. Interruppe il film a metà, girandosi subito verso l'italiana con un enorme sorriso sulle labbra.
"Che ne dici se dopo i mondiali di pattinaggio organizzassi un giro in pista? Potresti salire con me su una macchina di formula uno, più o meno, per farti vedere cosa si prova, per farti capire quello che sento io quando sono sulla mia auto."
Giulia all'inizio non ne era molto entusiasta, ma si lasciò subito convincere dallo sguardo supplichevole di Charles e dal suo sorriso radioso.
"E va bene, ma riparliamone solo dopo i mondiali."
E così avevano fatto.
I giorni in preparazione della gara finale erano sempre meno e il tempo scorreva velocemente, troppo velocemente secondo la ragazza, che si ritrovava a passare solo qualche ora in compagnia di Charles, troppo impegnata negli ultimi preparativi. Quando arrivò il giorno della gara, Charles si svegliò e, la prima cosa che vide, fu Giulia: l'italiana era seduta sul letto a fissare il muro, in silenzio. Charles allungò una mano e sfiorò la sua schiena nuda con la punta delle dita, attirando così la sua attenzione.
"Pensavo dormissi ancora..." Sussurrò piano la ragazza, distogliendo lo sguardo dal suo viso e tornando concentrata sul muro. "Scusa se ti ho svegliato."
Charles si alzò a sedere, poi avvolse le braccia intorno alla sua esile vita e la attirò al suo petto, facendo in modo che si appoggiasse a lui; appena sentì le sue braccia forti intorno a sé, Giulia si tranquillizzò e si sentì subito al sicuro. Era una delle tante sensazioni che riusciva a sentire quando era in compagnia di Charles, era una delle tante cose che amava del monegasco.
"Sei agitata?"
La ragazza annuì immediatamente contro il suo petto, facendo un grosso sospiro e provando a rilasciare tutta la tensione che aveva accumulato in tutte quelle ore. Era riuscita a dormire solo un paio d'ore quella notte e non certo per colpa di Charles, che l'aveva praticamente obbligata a sdraiarsi presto a letto per evitare che arrivasse il giorno dopo esausta.
"Andrà tutto bene, petit."
La ragazza rabbrividì immediatamente a quelle parole, alzando subito lo sguardo verso il monegasco e ritrovandosi a sorridere. Era la prima volta che Charles la chiamava in quel modo, ma Giulia non fu affatto sorpresa di scoprire che, dopotutto, le piaceva e molto.
"Ho ottenuto un buon punteggio negli altri programmi." Sussurrò piano la ragazza, facendo riferimento ai programmi corti che aveva svolto nei giorni precedenti e che erano andati particolarmente bene, portando l'italiana a raggiungere un temporaneo terzo posto. "Se eseguo perfettamente l'ultimo programma, il programma lungo, potrei anche riuscire a ottenere la medaglia d'oro, Charles. Ho ancora la possibilità di diventare campionessa di pattinaggio di figura, di portare l'Italia a vincere un oro che non vinceva da molti anni, che sognava gia ai tempi di Carolina Kostner. È stata l'ultima italiana a portare la medaglia d'oro a casa, voglio riuscirci anche io, voglio portare anche io a casa un oro. Non sono riuscita a portare a casa una medaglia dalle olimpiadi, è mio dovere riuscire a farlo almeno ai mondiali."
Charles la strinse dolcemente in un abbraccio, le baciò la fronte e sorrise, accarezzandole poi i capelli, che si era fatta lisci in previsione della gara. Passò le dita fra i suoi capelli morbidi, poi le donò un ultimo sorriso e le fece un cenno verso il bagno della stanza.
"Dovresti andare a prepararti allora." Sussurrò piano, sporgendosi per lasciarle un altro bacio sulle labbra. "Devi farti bella per la gara. Quando diventerai campionessa io sarò li a rinfacciarti un bel "te lo avevo detto", ma per ora mi limito a incoraggiarti. Quindi vai a prepararti, vai a farti bella e a organizzare tutto per oggi. Oggi è il giorno, piccola. So quanto vuoi riscattarti dopo le Olimpiadi mancate del 2022, allora vai a farlo. Non preoccuparti, io so che puoi farlo, devi solo crederci anche tu e sono sicuro che Francesca direbbe lo stesso."
Giulia accennò un piccolo sorriso, annuendo.
"Probabilmente mi farà lo stesso discorso fra un ora, quando la raggiungerò nella Hall."
Il monegasco sorrise immediatamente, annuendo.
"Visto? Allora vai, su."
Quando Giulia finì di sistemarsi, lasciando la stanza per poter raggiungere Francesca e andare a preparare il riscaldamento in previsione dell'imminente gara, Charles si alzò dal letto e fece lo stesso, preparandosi per raggiungere il Palaghiaccio insieme a Joris, che lo avrebbe aspettato nella Hall come da accordo.
Impiegò poco più di mezz'ora a sistemarsi, per lo più perché metà di quel tempo lo passò guardandosi allo specchio, cercando di sistemarsi i capelli per avere un aspetto quantomeno decente. Voleva che tutto fosse perfetto quella giornata, voleva che tutto fosse perfetto per Giulia, voleva che tutto fosse perfetto perché sapeva quanto era importante per lei.
Ormai chiunque aveva capito che fra loro vi era una storia, soprattutto visto che lui era solito a raggiungerla subito dopo un programma, per stringerla in un abbraccio e lasciarle un bacio sulle labbra.
Quando raggiunse la Hall, Joris lo stava aspettando all'entrata, guardandosi intorno nella stanza per cercare il suo amico; appena vide Charles, si avvicinò a lui e sorrise, guardandolo.
"Sei agitato anche tu tanto quanto loro?" Ridacchiò Joris, notando il viso pallido di Charles e il suo sorriso teso.
"Abbastanza." Ammise infine con un sorriso. "Giulia dovrebbe gareggiare fra mezz'ora, forza andiamo. Non vedo l'ora che questa giornata passi e che tutto finisca. Non pensavo fosse così ansioso restare a guardare la persona che ami lottare per raggiungere i suoi sogni."
Joris si bloccò sui suoi stessi passi, alzando immediatamente lo sguardo verso l'amico e rivolgendogli in particolare uno sguardo d'intesa. Charles rimase in silenzio per qualche secondo, cercando di capire per quale motivo Joris lo stesse guardando in quel modo.
"Cosa c'è?" Chiese infine, non riuscendo a capire quale fosse il problema o per quale motivo si fosse fermato sui suoi stessi passi. "Avanti dobbiamo andare, Giulia inizierà il programma lungo nel giro di mezz'ora, poco più. Dobbiamo anche prendere i posti e voglio essere sicuro di riuscirle a fare l'imbocca al lupo da lontano prima che inizi."
"Hai detto che la ami."
Il monegasco si bloccò immediatamente a quelle parole, alzando subito lo sguardo verso Joris.
"Cosa? No."
Lo aveva fatto?
Aveva davvero detto che la amava?
Pensò e ripensò alle parole che aveva usato e, improvvisamente, si rese conto che era la verità, che aveva davvero ammesso di provare qualcosa per Giulia, che aveva davvero ammesso di amarla.
E ora cosa avrebbe dovuto fare?
Doveva correre a dirlo anche a lei o aspettare?
Doveva fingere che tutto andasse bene e che non fosse ancora innamorato o doveva ammettere tutto e dirle la verità?
"Okay, no, non pensarci neanche." Lo fermò Joris prima che potesse anche solo pensare ad altre paranoie e ad altri dubbi. "Glielo dirai solo dopo il mondiale, okay? Glielo dirai solo quando tutto sarà finito e quando sarai sicuro di non compromettere in qualche modo la performance di oggi. Se glielo dici a pochi minuti dalla gara, sono abbastanza sicuro che andrà in escandescenza e che potrebbe deconcentrarsi."
"Hai ragione." Convenne infine il monegasco, annuendo. "Raggiungiamo il Palaghiaccio, dai."
E così fecero.
Impiegarono appena dieci minuti a raggiungere la struttura e a raggiungere i loro posti, poi si concentrarono sulle altre pattinatrici in pista, almeno fino a quando Charles non incrociò lo sguardo di Giulia. Erano proprio a pochi passi dalla pista e Charles era sicuro che quelli fossero i posti migliori per poter supportare Giulia e per ammirare la sua esibizione. Erano abbastanza vicini per osservarla nel dettaglio e, allo stesso tempo, erano anche abbastanza lontani per poter apprezzare meglio l'esibizione nella sua totalità.
Erano nel punto perfetto.
Charles riusciva a distinguere chiaramente Giulia mentre alternava lo sguardo da lui alla pista, agitata; Charles riusciva a distinguere chiaramente la ragazza mentre controllava i pattini, ancora e ancora, per assicurarsi che fossero legati stretti e che tutto fosse in ordine; Charles riusciva a distinguere chiaramente la ragazza mentre si passava le mani sul vestito di gara, bianco e decorato con delle piccole perline e con alcuni brillanti.
Era agitata, talmente agitata che Charles iniziò a provare lo stesso anche da lì.
"È agitata, eh?" Chiese Joris, dando voce agli stessi pensieri e alle stesse preoccupazioni che iniziavano ad occupare la testa del monegasco.
"E se si fa prendere dall'agitazione? Se commette un errore per colpa dell'ansia che ha accumulato in questi giorni? Giulia non riuscirebbe più a perdonarselo."
"Andrà tutto bene." Sussurrò piano, rivolgendo quelle parole più a se stesso che all'amico.
"Giulia Corsi."
Quando venne fatto il suo nome, Giulia rivolse un ultimo e veloce sguardo a Francesca, la sua allenatrice, e a Charles, che le fece un veloce cenno con il capo per incoraggiarla a dare il meglio di sé, poi tolse le protezioni delle lame e salì in pista, facendo qualche giro di riscaldamento.
"Ora o mai più." Pensò Giulia, alzando lo sguardo verso il monegasco e fermandosi al centro della pista, pronta ad eseguire la sua ultima esibizione al mondiale di pattinaggio di figura su ghiaccio.
"Ora o mai più." Pensò a sua volta il monegasco, guardando la ragazza mettersi in posizione e aspettare l'inizio della musica da lei scelta.
Quegli istanti di silenzio sembrarono essere interminabili, sia per lui sia per Giulia, che continuava a pensare e ripensare ai passi che doveva eseguire, sempre più agitata.
Sapendo di poter solo peggiorare le cose, Charles si alzò improvvisamente in piedi, sperando che Giulia lo guardasse prima di iniziare, sperando di poterla incoraggiare un'ultima volta, riuscendo quasi a percepire tutta l'agitazione che iniziava a sentire la ragazza.
E Giulia lo fece. Aprì gli occhi e guardò Charles da lì, dal centro della pista.
"Quello è il tuo mondo. Domina quella pista!" Esclamò il monegasco, ignorando totalmente gli sguardo glaciali che sentì addosso.
Giulia sorrise, rilassando finalmente i muscoli, poi riuscì a ritrovare la concentrazione, che aveva iniziato a perdere, aspettando che la musica partisse. Appena sentì le prime note, Giulia iniziò l'esibizione mentre immaginava il sorriso di Charles, mentre ricordava il primo giorno passato insieme, la notte in cui si erano conosciuti al Palaghiaccio.
Eseguì il primo salto, un triplo lutz seguito da un doppio Salchow, atterrando sul ghiaccio con una leggerezza e una delicatezza impressionante.
"Il primo è andato."
Recuperò velocità, scivolando sulla pista di ghiaccio con la musica che rimbombava all'interno della struttura, mentre nella sua testa l'unica cosa che rimbombava erano le parole di Charles, la sua voce rassicurante.
STAI LEGGENDO
Sixteen Flowers|| Charles Leclerc
FanfictionGiulia Corsi è una giovane pattinatrice italiana originaria del Trentino Alto-Adige il cui sogno più grande è arrivare alle olimpiadi invernali, un giorno, e riuscire a conquistare almeno una medaglia per la sua nazione e per la sua famiglia. Quando...