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Charles rimase a guardare la gara, cercando di comprendere qualcosa di più di quello sport, anche per riuscire a fare meglio il tifo per lei.
Quando uno dei vari schermi del Palaghiaccio, che mostravano i punteggi assegnati ai vari concorrenti, segnò un bell'otto, Charles saltò in piedi, esultando e battendo le mani. Qualche ragazzo e ragazza intorno a lui si girò nella sua direzione, confuso e sorpreso nel vedere una reazione del genere solo per un semplice salto effettuato per bene, un salto non troppo complicato e neanche eseguito alla perfezione, un salto pulito, ma non perfetto. Charles rimase qualche istante interdetto, rendendosi conto che quell'otto che era comparso sullo schermo, non era altro che uno dei tanti punteggi che le sarebbero stati assegnati nel corso dell'esibizione. Il numero, infatti, si tramutò velocemente in un dodici, poi in un sedici e così via. Charles rimase immobile, cercando di capire secondo quale criterio il punteggio continuasse a cambiare.
"È un punteggio in trentesimi?" Pensò fra se e se, chiedendosi, effettivamente, se quello sport funzionasse proprio come degli esami all'università. Lasciò vagare lo sguardo sullo schermo, poi di nuovo sulla figura della ragazza che continuava a scivolare sul ghiaccio con un'eleganza e una leggiadria unica. Charles non aveva mai visto qualcosa di più elegante, di più ammaliante: non riusciva a distogliere lo sguardo da Giulia neanche per un secondo, non riusciva più a spostare neanche l'attenzione sullo schermo che mostrava i vari punteggi.
Riuscì solo ad ammirarla, rimanendo con lo sguardo fisso sulla sua figura fino a quando, improvvisamente, lei non terminò l'esibizione qualche minuto dopo.
Non sapeva dire quanto tempo fosse durato il programma corto di Giulia, riuscì solo a pensare a quanto fossero stati belli quegli istanti e a quanto avesse amato vederla pattinare in quel modo. L'aveva gia vista effettuare qualche salto o qualche giravolta nel Palaghiaccio che aveva visitato sulle Dolomiti,  ma non aveva ancora visto l'enorme potenziale della ragazza.
Rimase con l'amaro in bocca all'ultimo passaggio, quando la ragazza effettuò un salto e atterrò sul ghiaccio con poca precisione, rischiando anche di cadere. Il monegasco era subito scattato in piedi, tenendo lo sguardo fisso sul viso di Giulia per cercare di capire cosa fosse successo, per cercare di capire se stesse bene e, soprattutto, se fosse rimasta delusa da quella piccola sbavatura. Non era certo un professionista e sapeva ben poco di quello sport, ma aveva capito che quell'atterraggio non era abbastanza, lo aveva percepito dal sospiro generale che sentì provenire dalle persone affianco a se.
Subito dopo l'esibizione, Giulia sparì insieme al suo coach, così il monegasco afferrò le sue cose e si avviò verso l'uscita, non sapendo che i giudici dovevano ancora emettere il punteggio definitivo. La aspettò fuori dal Palaghiaccio per almeno venti minuti, indeciso se prendere il cellulare per inviarle un messaggio su instagram. Tenne sempre d'occhio l'orario, alzando ogni tanto il polso sinistro per controllare che non si facesse troppo tardi; qualche minuto dopo aver pensato di contattarla, la porta affianco a lui si aprì e ne uscì proprio Giulia.
Indossava un paio di leggins neri e una maglietta rossa; sulle spalle, poi, aveva un borsone nero in cui, probabilmente, teneva tutto il necessario per la gara.
"Ciao!" Sorrise la ragazza, lasciando il borsone sul marciapiede e avvicinandosi immediatamente al monegasco, alzandosi sulle punte dei piedi e avvolgendo le braccia intorno al collo di lui.
Charles avvolse subito le braccia intorno alla vita esile di Giulia, cercando di ignorare la sensazione di calore che sentiva in prossimità delle guance, sicuro di essere arrossito proprio come uno stupido. Strinse dolcemente la ragazza al petto, passando una mano sulla sua schiena e accarezzandola con delicatezza, poi si scostò leggermente e abbassò lo sguardo sui suoi occhi.
"Come è andata?" Chiese, mordendosi con forza le labbra e cercando di ottenere qualche commento dalla ragazza, soprattutto per cercare di capire se fosse andata bene o se fosse andata male. Giulia sorrise dolcemente, dando una leggera gomitata sul fianco del monegasco e incrociando, subito dopo, le braccia sotto il seno.
"Dovrei chiederlo io a te, voglio sapere tutto quello che hai pensato! Era la tua prima gara di pattinaggio di figura su ghiaccio, vero?" Chiese, sorridendo smagliante e attendendo con trepidazione un suo resoconto.
Charles si passò una mano fra i capelli, cercando sia di sistemarsi il ciuffo, sia di trovare le parole adatte per descrivere ciò che aveva provato. Certo, si era limitato solo a guardare la gara di Giulia e non aveva prestato attenzione agli altri concorrenti, troppo occupato a tenere lo sguardo sulla figura della pattinatrice italiana.
"È stato bello." Si limitò a dire, non volendo farle sapere delle difficoltà che aveva avuto nel comprendere il funzionamento di tali competizioni. Charles era abituato alle cose molto più semplici: le sue competizioni si limitavano ad essere un determinato numero di giri da effettuare su un unico circuito, in una sola giornata, il cui unico obbiettivo era arrivare primo e superare le monoposto delle squadre avversarie, non era certo abituato a punteggi di quel genere.
"Dimmi la verità." Ridacchiò la ragazza, passando la lingua sulle labbra secche e tenendo lo sguardo sugli occhi verdi del monegasco. "Non hai capito una sola cosa di questo sport, non è così?"
Il ragazzo si morse con forza il labbro inferiore, cercando una scusa per non dover ammettere quel piccolo particolare; si era impegnato davvero tanto per cercare di capire qualcosa di più su quello sport, aveva addirittura googlato "regole del pattinaggio su ghiaccio" proprio mentre aspettava il turno di Giulia,  ma tutti i termini che aveva incontrato sulla strada non gli avevano reso la vita facile.
Aveva scoperto nomi come Axel, Lutz, Flip e molti altri, e non sapeva come collegarli a quello sport. Ci aveva davvero provato, ma per quanto ci provasse, per lui era difficile capire come funzionassero le competizioni di quel genere. Potevano illustrargli un motore senza alcun problema, potevano parlargli di problemi di aerodinamica e lui avrebbe perfettamente capito a cosa facessero riferimento, eppure non riusciva proprio a capire come funzionasse il pattinaggio di figura su ghiaccio.
"Ci ho provato, per lo meno." Mugolò, tenendo lo sguardo sugli occhi della ragazza e accennando un piccolo sorriso imbarazzato. "Non ho capito molto come funzionano i punteggi che vengono assegnati durante la gara." Ammise.
Giulia sorrise leggermente, poi alzò le mani, portandosele dietro la testa e sciogliendo i capelli dallo chignon che si era fatta per la gara, lasciando così che i capelli le ricadessero morbidi sulle spalle.
Charles rimase ad ammirarla in silenzio, pensando a quanto fosse bella con i capelli sciolti; quando li aveva raccolti il suo viso era messo in evidenza e amava particolarmente i lineamenti del suo volto:era una bella donna, Charles non poteva certo negarlo.
Distolse lo sguardo da lei, deglutendo rumorosamente e cercando di scacciare quell'ultimo pensiero: non era certo venuto a vedere quella gara per pensare a quanto fosse bella, era venuto per parlare con lei, sperando di creare una bella amicizia.
"Certo, amicizia." Pensò fra se e se, cercando di ignorare la strana sensazione che sentiva appena la guardava. Spesso si ritrovava anche ad abbassare lo sguardo sulle sue labbra rosee, poi lo riportava sui suoi occhi e sorrideva per distogliere l'attenzione da quel piccolo gesto.
"È piuttosto semplice, in realtà." Ammise la ragazza, guardandolo. "O meglio, è semplice il concetto generale, poi tutto diventa più complicato quando si guardano le cose nel dettaglio."
Charles la ascoltò attentamente, curioso e felice di poter, finalmente, comprendere qualcosa di più della gara a cui aveva appena assistito. Gli bastava anche solo capire secondo quale criterio i numeri cambiassero in quel modo, con incrementi diversi di volta in volta.
"In ogni programma c'è un determinato numero di elementi da svolgere; un elemento può essere un salto, una giravolta, una sequenza di passi che vanno a comporre l'esibizione nella sua interezza. Ad ogni elemento viene dato un punteggio dai giudici, un punteggio che prende in considerazione vari aspetti: difficoltà ed esecuzione sono i più importanti."
Il monegasco rimase ad ascoltarla attentamente, cercando di assorbire dentro di se ogni sua parola, cercando di comprendere quante più informazioni.
"Okay, fin qui ci sono... credo." Sussurrò, accennando un piccolo sorriso imbarazzato.
"Ottimo." Mormorò la ragazza, riprendendo subito la spiegazione con un enorme sorriso sulle labbra. "Come ho detto, ad ogni elemento viene associato un punteggio in base alla difficoltà e all'esecuzione. Ora, se io effettuo un salto semplice alla perfezione ottengo un determinato punteggio, se invece ne eseguo uno più difficile, il punteggio che posso ottenere aumenta. In generale nel pattinaggio viene dato il così detto punto base. Ad esempio un Triplo Axel ha un punteggio base di 8,5, a cui vengono aggiunti dei punti se il salto è sottoruotato, quindi se diventa più difficile da eseguire, e a cui vengono aggiunti o tolti dei punti in base all'esecuzione. Se il salto viene effettuato abbastanza bene, allora il punteggio aumenterà , se invece viene effettuato male, il punteggio diminuirà."
Charles la ascoltò attentamente, poi aggrottò la fronte, confuso. "Credo di averti persa." Ammise, imbarazzato.
Giulia sorrise dolcemente, poi posò una mano sulla sua schiena e sorrise. "Hai presente il salto che ho sbagliato? Quello in cui sono atterrata male?"
Il monegasco annuì immediatamente, guardando la ragazza negli occhi e ricordando l'espressione confusa che aveva notato sul suo viso dopo l'atterraggio. Pensava che sarebbe stata arrabbiata, delusa o frustrata, invece era solo confusa.
"Si." Ammise. "Mi sembravi confusa dopo quel salto."
"Oh si, molto." Annuì, mordendosi con forza le labbra e accennando un piccolo sorriso. "Vedi, c'è un salto in particolar modo che nessuno è riuscito ad eseguire alla perfezione. Qualcuno nella categoria maschile ci si è avvicinato, senza mai, però, riuscire ad eseguire un atterraggio perfetto. Nella categoria femminile nessuno ci si è mai nemmeno avvicinato, è un salto particolarmente difficile. Per completarlo è necessario eseguire quattro giri e mezzo."
Charles la ascoltò senza fiatare, cercando di prestare attenzione ad ogni dettaglio per comprendere cosa volesse dire. Le fece un segno, come per dirle di continuare.
"Vedi, per compiere quattro giri è mezzo è necessario avere una velocità angolare notevole e cercare di compiere un salto abbastanza alto. Quando ho cercato di eseguire il mio salto, un triplo Axel, mi sono resa conto che qualcosa era diverso. Ero in ritardo per l'atterraggio, eppure allo stesso tempo ero in anticipo. Ho eseguito un quadruplo Axel, ho fatto un giro in più e non ho avuto abbastanza tempo per preparare l'atterraggio, per questo l'ho eseguito cosi male."
Charles la ascoltò attentamente, poi, improvvisamente, si rese conto di cosa stesse cercando di dire.
"Quindi, anche se hai sbagliato, hai ottenuto un bel punteggio?"
La ragazza annuì, sorridendo.
"Proprio cosi!" Esclamò. "Il punteggio base del quadruplo Axel è di 15 punti, anche per la pessima esecuzione ne ho ottenuti 12. Questo mi ha portato provvisoriamente in cima alla classifica, ma mi ha anche lasciato l'amaro in bocca. È un po' come vincere dietro la Safety Car, non è soddisfacente come lottare fino alla fine. Se fossi riuscita a completare quel salto con un atterraggio migliore, sicuramente sarei stata più felice. Arrivare cosi vicino a compiere un quadruplo Axel mi da una carica di adrenalina, ma allo stesso tempo mi lascia l'amaro in bocca perché ero cosi vicina a finire quel salto e non ci sono riuscita."
Il monegasco sorrise leggermente, avvolse un braccio intorno alle sue spalle e insieme ripresero a camminare, l'uno di fianco all'altra.
"Vorrà dire che ci riuscirai la prossima volta. È vero, vincere la gara dietro la safety car ti lascia l'amaro in bocca, ma pensa a quanto è bello, poi, riuscire a vincerla da solo, dopo tanti sacrifici."
Giulia pensò molto alle parole del monegasco e sorrise, trovandosi in accordo.
"Hai ragione." Sussurrò. "Vorrà dire che da domani mi impegnerò al massimo per cercare di compiere quel maledetto salto."
"Ci riuscirai." Sorrise a quel punto Charles, fermandosi poi proprio davanti alla sua Ferrari.
La ragazza lasciò vagare lo sguardo sulla Ferrari nera che era stata parcheggiata li davanti, poi si lasciò andare ad una leggera risata e alzò lo sguardo verso il monegasco.
"Un pilota di formula uno che non sa parcheggiare? Davvero, Charles?" Ridacchiò, notando quanto la Ferrari fosse spostata verso il lato destro del parcheggio, arrivando ad avere persino le ruote oltre la linea bianca. Charles, in risposta, alzò un sopracciglio ed estrasse le chiavi dalla tasca dei pantaloni, premendo il piccolo pulsante per aprire l'auto.
"Sei mai salita su una macchina sportiva, per caso?" Domandò, avvicinandosi al posto del guidatore e aprendo totalmente la portiera; rimase in piedi, mantenendo lo sguardo sulla figura della pattinatrice e aspettando una sua risposta.
"No, perché?"
"Perché se lo avessi fatto, ti saresti resa conto che è impossibile salire e scendere da un'auto come questa senza aprire totalmente la portiera. Se parcheggiassi l'auto perfettamente al centro del parcheggio, non riuscirei a uscire e salire senza rischiare di graffiare l'auto mia e di chiunque altro. Per questo resto spostato sul lato destro, è una cosa calcolata al millimetro, non una cosa che capita casualmente. Se il parcheggio è piccolo cerco di mettere le ruote pochi millimetri fuori dalla linea bianca di destra, se invece è un parcheggio abbastanza grande, riesco a parcheggiare tenendo le ruote sulla linea, senza farle uscire."
Giulia lo ascoltò attentamente, guardandolo mentre si piegava per salire a bordo della sua Ferrari e cercando di capire cosa volesse dire. Vedendolo abbassarsi così tanto per riuscire a salire, si rese conto che sarebbe risultato impossibile fare la stessa cosa senza avere lo spazio necessario, per questo sorrise.
"Quindi in realtà tu sai parcheggiare." Sussurrò, avvicinandosi all'auto e abbassandosi per parlare con il monegasco attraverso il finestrino, che aveva abbassato subito dopo essere salito in auto.
"Certo che si." Annuì, mordendosi con forza il labbro inferiore. "So parcheggiare, so guidare con il cambio manuale e so portare un bel gioiellino a 300 km/h."
"Dovrai farmici fare un giro, un giorno." Sussurrò la ragazza, sorridendo. "Anche se penso che probabilmente sverrei nel giro di pochi istanti."
Il monegasco si lasciò andare ad una dolce risata, poi si allungò per afferrare un biglietto rosso che teneva nel cruscotto dell'auto, e glielo porse attraverso il finestrino abbassato, sorridendole.
"Non è un giro, ma se ti va sabato e domenica prossima puoi venire nel paddock a vedere le qualifiche e la gara." Sorrise, indicandogli il pass che le aveva appena offerto.
La ragazza sbarrò immediatamente gli occhi, incredula, poi incrociò le braccia al petto e fece un sorrisino. "Solo ad una condizione." Sussurrò a quel punto, tenendo sulle labbra quel sorriso, che fece venire la pelle d'oca a Charles.
"Cioè?" Chiese il monegasco, alzando immediatamente un sopracciglio, curioso e spaventato allo stesso tempo.
"Non ti devi mettere quegli orrendi pantaloni che ho visto girare sui social."
"Ouch" penso Charles, lasciandosi però andare ad una dolce e sincera risata.
"Prometto." Ridacchiò, alzando lo sguardo sui suoi occhi. "Anche se non capisco tutto questo odio ingiustificato verso quei pantaloni, sono così originali!"
Giulia si morse il labbro inferiore, poi sorrise.
"Charles, ti svelo un piccolo segreto." Sussurrò piano, guardandolo. "Non tutto ciò che è originale ha stile. Quei pantaloni, mi dispiace dirlo, ma non hanno stile."
Il monegasco sorrise, guardando Giulia mentre si sistemava il borsone in spalla, pronta a tornare a casa dopo quella gara. Charles cercò di convincerla a farsi dare un passaggio, soprattutto perché non voleva andarsene così presto e sperava di poter passare ancora un po' di tempo con lei, anche solo il viaggio di ritorno, ma la ragazza gli ricordò di essere venuta in auto con la sua allenatrice, Francesca.
"Allora ti aspetto sabato al circuito." Sussurrò a quel punto, tenendo lo sguardo fisso sui suoi occhi per cercare conferma.
Quando vide la ragazza annuire, sorrise smagliante e, finalmente, mise in moto.
"A sabato." Sussurrò la ragazza, guardando Charles sfrecciare via con un rombo di motore.

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Ciao a tutti!
Scusate se questo capitolo non è stato di vostro gradimento, magari per alcuni di voi può essere sembrato noioso ma dovevo spiegare un po' di pattinaggio su ghiaccio per chi non lo seguisse.
Charles ha invitato Giulia a vedere la gara del Bahrain, chissà come andrà fra i due e, soprattutto, se il tempo passato insieme potrà avvicinarli ancora di più.
Ci vediamo martedì con il capitolo 7!
Saragarnier.
Ps: come al solito, grazie per il vostro sostegno, siete i/le migliori🫶🏻

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