Láthspell ah Fuin

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Malaugurio e Tenebra

TW: abuso\molestie.

E si spera anche poche denunce.

Certe cose erano previste per la trama e l'evoluzione a piccoli passi, così come spezzarmi per aver scritto questa cosa abbastanza dura.

Ho avuto un bel magone a scrivere questo e il capitolo successivo.

Avviso anche che è abbastanza lungo perché sono prolissa, mi perdo e non so riassumere.

C.




Del pane elfico, del miele e una mela

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Del pane elfico, del miele e una mela.

In realtà Fëanor lo costrinse a mangiare anche un po' della sua razione di pane e miele e formaggio dolce, comunicandogli solo con lo sguardo il suo disappunto per quella mancanza di appetito che giornalmente Simone affermava di avere. Da quel punto di vista la preoccupazione che gli veniva mostrata, tra la sua guardia maggiore e Ingrid, Simone avvertiva se stesso immerso in un posto famigliare. Poi, gli bastava guardare il reparto delle armi, il fuoco spento, i ciocchi di legno anneriti, i cavalli dormire, le tende, per capire che in realtà era cambiato ben poco.
Questa era stata quindi la sua colazione - se non si teneva in conto che metà del secondo frutto era stato abbondantemente donato a Neve che non si lasciò sfuggire l'occasione - prima di mettersi in viaggio per il piccolo paesino di Erynlith.
Quando Gildor e Dorian si presentarono fuori dalla sua tenda con i rispettivi cavalli, uno grigio e l'altro marrone, l'ultima cosa che il principe fece fu guardare il campo davanti ai suoi occhi. Non sapeva perché lo stava facendo in realtà, avrebbe voluto incontrare altri occhi e ringraziarli per qualche sera precedente. Un ringraziamento sentito e non forzato.

Gli era rimasto però sulla punta della lingua, quel grazie.
Simone come un codardo si era solo limitato ad osservarlo, tra un cambio di bende e l'altro, tra una cena e una passeggiata con Neve.

Forse, il soldato si trovava in mezzo a quegli altri suoi compagni, intento a parlare, era in buona compagnia e non si sarebbe aspettato di essere disturbato per una cosa di così poco conto. In ogni caso, se non in quell'istante, Simone avrebbe trovato un modo per ringraziarlo, sebbene forse non ce ne fosse davvero bisogno anche perché gli era dovuto rispetto e fiducia da ogni membro dell'esercito.

Forse stai esagerando.

Si sentiva di dovergli però qualcosa, in cuor suo.

Nessuno dei presenti, era costretto a pensarla per forza in quel modo. Erano stati invitati a partecipare a una missione per conto del Re, prima di tutto. Lui era solo il suo subordinato, Simone si sentiva come un sostituto scelto tra l'altro male, in mezzo a tante altre opportunità di scelta.
E poi si combatteva per più ragioni e non tutte dipendevano dalla fede o dalla speranza, dalla voglia di mettere la parola fine a una disgrazia. Molte volte era solo questione di responsabilità, di fierezza, di rigore.

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