Venuto alla luce

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Poche misere ore era stato il tempo complessivo in cui Simone era riuscito a chiudere occhio, poche in confronto a come aveva sorvegliato Manuel tutta la notte

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Poche misere ore era stato il tempo complessivo in cui Simone era riuscito a chiudere occhio, poche in confronto a come aveva sorvegliato Manuel tutta la notte.
Neve si era svegliata da poco, ma se ne stava buona nello stesso angolo, accucciata con le zampe tirate in dentro, mentre il corpo dell'uomo restava ancora molle e dormiente.
L'elfo sospirò lento, conversando in lingua con la sua cavalla. In risposta ottenne dei brontolii bassi e annoiati.

« È così, Neve, io sono il principale responsabile...» sussurrò piano, mentre sul volto di Manuel cominciava a calare la poca luce che filtrava dalla fessura d'apertura della grotta.

Era ancora più bello, nonostante il sangue secco sulla mascella, nonostante il principio di occhiaie sotto gli occhi, nonostante fosse addormentato.

« Ho rischiato di perderlo...ti ringrazio per esserci stata. »

Una volta tornati al campo, avrebbe concesso ai suoi compagni di quella piccola impresa qualsiasi favore, qualunque richiesta avrebbero fatto. Se non altro avrebbe dovuto raccontare per filo e per segno il colpo che avevano sferrato all'esercito nemico.
Non ricordava se in mezzo a quella massa si fosse palesato il loro capo, ma se così era stato, era riuscito grossomodo a fuggire e mettersi in salvo.

« Soprattutto Elvira e Felix, spero di potere sdebitarmi a dovere con loro... gli sono grato.»

Neve rispose più forte e quel lamento fece strofinare il viso dell'uomo contro il corpo dell'elfo.
Simone la ammonì con lo sguardo come a dirle "grazie tante, gelosona".

Subito dopo, infatti, il lamento soffocato questa volta veniva fuori dalle labbra di Manuel, mentre Simone gli accarezzava la testa amorevolmente.

Buongiorno amore mio.

« Mae aur » mormorò lento.

Manuel si era miniaturizzato in una specie di piccolo animale.

« Simone ho bisogno di qualche altro m-minuto... » bofonchiò.

Il sorriso si formò in pieghe leggere bucandogli le guance. Un sorriso prudente dopo una notte difficile. « Neve sei comodissima...» aggiunse al suo brontolare, rivolto poi, alla cavalla immobile.

Simone avrebbe voluto tanto che lo sguardo della sua amica fosse umano per pura curiosità. A guardala così, sembrava davvero gongolare di quel fatto, tutta fiera.

« Credo ne sia molto lusingata...» soffiò fuori « non c'è fretta comunque, prima devi mangiare e poi ci rimetteremo in viaggio.»

« Mangiare...» biascicò Manuel.

« Sì, mangiare, questa volta non scappi. Inoltre credo che il sole sia sorto da poco, quindi possiamo orientarci meglio... » riprese.

Manuel restò così ancora per un paio di minuti, poi sollevò il viso. Simone guardava fisso davanti a sé, sempre scorrendo le dita tra i suoi capelli. Lo osservò prendendo di nuovo coscienza della forma del suo viso, lo avrebbe toccato se solo avesse avuto le mani pulite.

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