Gwarin

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Famiglia


« Manuel, aiutami con la tenda, su, forza! »

La seconda sera e l'ultima di accampamento in solitaria non avrebbe ammesso un'altra sera. Soprattutto perché il solo calore del loro corpo non era bastato durante la mattina e il freddo causato dal fuoco spento si era sentito tutto quanto.
Così, trafficando con dei legnetti conficcati a terra, la tenda fuori fu montata in una manciata di minuti.

« Non dormiremo sui nostri vestiti, tranquillo. »

Simone usò il suo mantello che stese a terra. La parte più calda verso l'esterno quella più sottile verso l'interno. Tirò fuori dal suo saccone una coperta ripiegata più volte: era sottile ma lunga, l'unica che potesse entrare dentro.

« Ho pensato potesse servire, ma l'altra notte ci siamo addormentati senza pensarci...»

« Niente vista notturna, quindi.» mormorò Manuel quasi dispiaciuto.

« Non dobbiamo rinunciarci. A patto di usare la tenda, una volta rientrati a dormire. »

Manuel sembrò pensarci su, Simone allargò la coperta sul mantello.

« Non dobbiamo rinunciare nemmeno a cos'altro stai pensando, » disse l'elfo leggendogli nel pensiero « chiedo solo un piccolo compromesso. »

Manuel lo guardò e Simone fece lo stesso.

« Hai detto che il posto non ha importanza. »

« E non me lo rimangio, ma ha fatto un po' fresco ieri notte... e non vorrei prendermi un malanno prima di arrivare a destinazione-»

« Va bene, » Manuel si piegò a terra, lo tirò a sé, Simone si tenne stretto le sue braccia sul petto. « Immagino che niente potrà replicarla. Credo sia giusto. »

« Ne parli come se non ti fosse già successo prima, Manuel. »

« Cioè?»

« Non ci credo che non lo avessi già fatto fuori » spiegò. « Hai avuto delle donne in passato, hai già qualche anno di servizio militare...»

« Con te è tutto diverso, Simone. » mormorò Manuel « Tutto. »

Dondolorano un po' così in quell'abbraccio.

« Magica.» spezzò il silenzio.

« Mh?»

« Averti con me in quel modo, » sussurrò Simone riflettendoci bene « non me ne intendo e non padroneggio l'arte, ma è stato un po' una magia. »

Torse appena il collo per guardare meglio l'uomo che lo teneva.

« Sentivo tutti i suoi della natura. E i nostri. E la brezza, i tuoi muscoli così tesi...e i miei così distesi. » l'elfo non dimenticava la sua stretta, la terra fresca sotto le mani, il calore di Manuel, i fili d'erba che gli accarezzavano le gambe. L'uomo strofinò il naso sul suo collo. « Non prendermi per pazzo, ma mi sembra di poter scrivere tutte le sensazioni che provo quando succede. L'altra notte... sembravamo gli unici presenti qui »

Vedendo che Manuel sorrideva ma non proferiva parola, Simone gli scoccò un bacio per sbloccarlo.

« Tu, Simone, te lo ripeto: non sei reale. »

L'elfo sospirò.

« Eppure è un corpo di carne e sangue quelli che stringi... » soffiò.

La mano si distese dietro la sua nuca. Respirò contro quell'odore lieve di sudore, entrambi erano scesi vicino una piccolissima fonte d'acqua per sciacquarsi dallo spostamento compiuto quella mattina.

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