Trappola
Era buffo il principio per cui molto spesso la vita ci metteva al proprio posto, richiamava all'ordine, senza nemmeno dare il tempo di rendersene conto.
Un attimo per raccogliere e un attimo dopo vedere incrinarsi, tutto ciò che di bello si aveva, ridotto piano piano in cumuli di polvere.
Non era ancora polvere, ma era simile a qualcosa che si svuotava per causa di un dubbio nato acerbo, nato da poco.
Buffa era, la sensazione di avere a portata di schiena un paio di scudi che si pensavano indistruttibili prima dell'arrivo di qualcosa di influenzabile.
O almeno questo, dopo tanti anni passati a combattere, era quello che adesso pensava Manuel. Seduto dentro la tenda - che non era la sua - tra il respiro regolare di chi gli dormiva accanto e tra un battito impossibile da afferrare, parte della sua matriosca di pensieri, il soldato restava in silenzio tra i possibili e nuovi 'sé'.
Era buffo dover aver a che fare con qualcosa che aveva ignorato dopo settimane e lasciare giocare in attacco l'istinto e adesso, iniziare a farsi sopraffare dall'intrusione di un singolo gesto. Se i se avessero avuto un nome, in quel momento, avrebbero preso le sembianze prima di Elvira che gli rimproverava di parlare e agire, dall'altra parte quel nome avrebbe assunto quei tipici capelli neri e una delicatezza più grande delle sue aspettative, Simone.
Con un principio di incertezza era chiaro che Manuel si sarebbe sempre domandato perché quel tempo di attesa non gli andasse poi più tanto bene.
Perché nascondersi era stato eccitante, nuovo, diverso e ora, perdeva piano quel valore. Non si dissolveva, cambiava ancora forma.
Un uomo avrebbe semplicemente tratto vantaggio da quella situazione, per lui aveva avuto tutt'altro significato da quando era entrato a far parte di quell'esercito. Un uomo avido e affamato sì, lui invece, era solo un uomo innamorato.Con un principio che aveva innescato il tarlo, Manuel non sapeva più se fosse poi tanto giusto per se stesso continuare a incontrarsi, a sperare che nessuno li vedesse, a trarre momenti privati e pericolosi. Con una semplice messa in quadro di pochi minuti si era rivoltato il suo sonno e quella era stata la stessa che lo aveva spinto a restare lì immobile, a fissare la schiena di Simone, invece che svegliarlo e parlare di come si stava cominciando a sentire.
Certo, non aveva mai voluto mettergli fretta, indurlo a mostrare loro due come un trofeo. Non erano questo, non lo erano mai stati in fondo.
Certo era vero che il suo ruolo poteva giocare in sfavore, ma Simone non gli era sembrato riluttante a confessare cosa provasse per lui a tutti gli altri solo per un motivo di forma e di costume. Riusciva bene a bilanciare entrambe le cose...ma fino a quanto sarebbe durato? Sapeva molto e ancora troppo poco dell'elfo per poter dire che cosa effettivamente lo movesse a rimanere dietro le tende, nelle retroguardie.Conosceva parte del suo animo: sapeva ciò che non era abituato a fare, sapeva come le sue labbra si univano o si torturavano quando litigava quasi con se stesso per lasciarle trapelare. Aveva una spiccata cultura (com'era noto si addicesse al suo lignaggio) ma la metteva a disposizione senza presunzione.
Non riusciva ad accettare i complimenti e forse perché nessuno gliene aveva mai realmente fatti con tono sincero e quando arrossiva manifestava che era un bene se la timidezza ancora esisteva. Simone sapeva lasciarsi andare, ascoltare e si lasciava incuriosire - come ogni creatura interessata del mondo avrebbe fatto - e sapeva amare come non credeva di saper fare.Questo fino ad adesso, era per lui Simone.
E poteva essere tutto agli occhi di un perso inciampato per sbaglio nelle grinfie dell'amore, ma non era però quello che gli bastava.
Pensò alla sola figura che lo aveva cresciuto, ma anche di quella, sapeva molto poco.
Un principe che non parlava mai del suo re. Simone evitava come la peste l'argomento se poteva, preferiva piuttosto citare la madre e ricordarla gli sembrava più felice che non farlo affatto. Era una presenza costante e buona nei suoi occhi.
In quello, Manuel trovava un punto di contatto facile e comprensibile dato che Anita e sua sorella, erano la parte fondamentale per continuare nella sua missione.
Mantenerle, sostentarle, senza mai però sostituirsi all'uomo che gli aveva dato un nome, dei valori, cosa voleva dire unione.
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Eärendil - l'incontro di due mondi ⚔️
FantasySei un elfo, sei un soldato, sei un comandante. Si ripetè in testa prima di approcciarsi all'altra metà del suo stesso esercito. Invece che sciolto, Simone risultò rigido di fronte alla vista di quell'intero schieramento, composto da facce sconosciu...