CAPITOLO 5

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<<Emma, ti devi svegliare>>.

Harry sapeva che odiavo essere svegliata troppo presto, odiavo in generale alzarmi dal letto, ma dopo una serata come quella appena vissuta, la sua voce mi fece innervosire ancora di più.

<<Harry, sembra ancora notte, mi spieghi cosa diavolo è successo?>>.

Una luce fioca entrava dalla finestra, riuscii a distinguerlo anche con gli occhi ancora impastati, e fu evidente che stava pensando a qualcosa, perché girava in tondo e non si fermava.

<<Dobbiamo prepararci e andare alla polizia adesso, o tra poco insomma>>.

Non stava esattamente parlando con me.

Mi alzai cercando di capire.

<<Emma, fai come ti dico per favore>>.

Fortunatamente sembrava essere arrivato ad una conclusione, anche se non potevo ancora capire il perché di tutta quella agitazione.

<<Prima spiegami per favore, sai che odio tutto questo>>.

Annuì frettolosamente.

<<Vai a casa, fatti una doccia, cambiati. Sono le sei, tua madre di solito si alza a quest'ora. Poi andremo alla polizia. Dobbiamo denunciare quell'uomo>>.

Risi, non pensavo che ci fosse anche un altro motivo per cui sbrigarsi era importante, o meglio, non avevo avuto modo di pensare a quello che invece venne in mente ad Harry.

<<Fidati di me, vai ora, ti spiegherò tutto in macchina ok?>>.

Non avevo altra scelta, se volevo sapere cosa stesse davvero accadendo, dovevo correre a casa e sperare che nel frattempo sparisse l'illuminazione del mio amico.

Fummo pronti in mezz'ora.

Lasciai i capelli sporchi per via di mia madre, che non si capitava di come io avessi fatto a dormire fuori casa senza avvertirla, quando alla fine era stata proprio lei a chiudermi fuori.

Non potevo anche discutere con lei quella mattina, quindi lasciai correre pensando che avrei dovuto fare una copia delle chiavi al più presto.

Avevo rotto la chiave precedente alcuni mesi prima, ma avevo pensato di rifarle dopo il mio viaggio in America.

Era arrivato il momento.

<<Bene, entra>>.

Lo guardai insistentemente fino a quando non sbuffò.

<<Possibile che tu non ti sia resa conto di nulla ieri sera?>>.

Scoppiai a ridere, per nervosismo e per l'incredulità che mi suscitò quella domanda.

<<Harry, mi sembri pazzo. Ti ho raccontato cosa è successo eppure sembri saperlo meglio di me, per cui...perché non mi dici cosa stai pensando e la facciamo finita?>>.

Scosse la testa in segno di disapprovazione.

<<No mi cara, ora ci devi arrivare da sola>>.

Allargai le braccia e guardai fuori dal finestrino.

<<Ti aiuto. Qual è il tuo più grande difetto?>>.

La risposta a quella domanda non era affatto semplice, io avevo un milione di difetti.

<<Quello che ti limita di più Emma>>.

Adesso capivo.

<<Toccare le persone o essere toccata>>.

Un sorriso si fece largo sulla sua bocca, neanche avesse vinto dei soldi. Ed io continuavo a non capire.

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