CAPITOLO 27

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<<Allora, ti sei divertita oggi con il tuo bell'amichetto?>>.

Mi stava torturando baciandomi il collo da quando eravamo a casa sua.

<<Axel, non trattarlo così>>.

Emisi un gemito.

<<Ti stai eccitando piccola?>>.

Il suo tono sensuale mi fece venire i brividi.

<<Cosa hai deciso di fare? Se continui così penso che ne morirò>>.

Lui rise e si allontanò un po'.

<<Vorrei finire la serata nel mio letto, quello lo sai. Solo che prima di portarti su, ho voluto prenderti una cosa>>.

Mi passò un piccolo regalo e prima che lo scartassi mi venne da piangere.

<<So che pensi che ti porto qui solo per farti certe cose, e so anche che ti piace tutto quello che facciamo da tempo ormai. Oggi però camminavo per il centro, ho trovato questa agendina ed ho pensato a te>>.

Sorrisi. Non sapevo cosa dire. Erano anni che nessuno mi faceva un regalo.

Anzi, l'unica persona che me ne aveva sempre fatti era stato mio padre.

<<Grazie>>.

Uscì solo quella parola.

<<Hey, cosa c'è? Non ti piace?>>.

Avevo passato tutti quei mesi a pensare a come sarebbe andata quella piccola storia che avevamo intrapreso, ogni giorno preoccupandomi di non farci vedere insieme, di tenere il segreto il più possibile.

Ed ogni giorno in quei pensieri c'era sempre la preoccupazione per tutto il resto.

La mia mente volava così tanto che solo quando vedevo lui riuscivo a stare bene.

Quella sera però, con quel regalo, neanche con lui avrei potuto far sparire le mie ansie. Quel pensiero nei miei confronti che aveva avuto, alimentava solo ogni mia confusione.

<<Mi piace, tranquillo>>.

Andai in bagno a rimettermi a posto il mascara colato sulle mie guance.

<<Dimmi cosa stai pensando>>.

Axel mi stava aspettando seduto sul divano con un bicchiere di vino in mano.

<<Non sto pensando a niente, davvero. Non ricevevo un regalo da tanto tempo. Non ne ricevo da quando mio padre è andato via e posso dire anche che li ho ricevuti sempre e solo da lui>>.

Feci un respiro.

<<Vedere che tu...che tu me ne hai fatto uno. Ecco, io odio queste cose>>.

Repressi le nuove lacrime.

<<Le odio perché in realtà le amo così tanto, ma mi danno speranze che non posso permettermi di avere>>.

Lui annuì, mi fece sedere con lui e mi abbracciò.

<<Mi dispiace, ho pensato di poterlo fare. Ho pensato che fosse una cosa naturale, spontanea>>.

Lo guardai per un po'.

<<Mi piace davvero>>.

Tirò la testa indietro e sbuffò.

<<Scusa se non posso darti altro per ora>>.

Sorrisi, tenni stretta la sua mano e chiusi gli occhi.

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