CAPITOLO 12

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Mi svegliai nel cuore della notte, pensando a come potessi trovarlo fuori da quell'università.

Avrei potuto chiederlo direttamente a lui, ma avevo paura del suo rifiuto.

Io avevo bisogno di lui per tante cose, ma lui poteva benissimo fare a meno di me.

D'altronde, mi aveva solo salvato da un maniaco, lo avrebbe fatto con chiunque.

Mi ricordai di un particolare, la busta della spesa dentro la sua macchina quando aveva aperto lo sportello.

Conoscevo il supermarket con quel nome, ma dall'università era difficile raggiungerlo in poco tempo. Quello significava solo che doveva abitare vicino il negozio.

Ovviamente presi una mappa, controllai anche su internet.

C'era un quartiere lì vicino che mi sembrò davvero il posto adatto ad uno come lui; io non c'ero mai stata, ma ne avevo sentito parlare, ci viveva solo gente tranquilla.

Alle cinque del mattino avevo finito la mia ricerca, e mi sentii così stupida dopo aver visto tutti quei fogli sul mio letto.

Avevo preso sul serio la mia idea di vederlo fuori dall'università.

Decisi di rimettermi a dormire per un po', ma la sveglia non tardò a suonare qualche ora dopo.

Harry mi aveva scritto che saremmo andati insieme all'università, e speravo che lui non chiedesse altro. Speravo di entrare in macchina e di fare un piccolo viaggio con il mio migliore amico senza alcuna discussione, proprio come ogni giorno da anni.

<<Hai intenzione di combinare casini oggi?>>.

Scossi la testa.

<<No, oggi ho lezione con Collins, non preoccuparti. Tornerò a casa subito dopo>>.

Rise.

<<Cazzo! Una volta mi fidavo ciecamente di te, ma ora mi sembra che tu possa dirmi una cazzata da un momento all'altro>>.

Lo guardai interdetta.

<<Harry, questa è esagerazione>>.

Lo squillo del mio telefono interruppe la nostra simpatica conversazione.

"Signorina Emma, dovrebbe venire alla stazione di polizia. Sapeva che sarebbe successo, ma ovviamente questi due bei ragazzi dicono cose assai diverse, lei è l'unica testimone per il suo salvatore. Decida lei, dovrò tenerlo in custodia per ore se non viene a scagionarlo"

Misi giù, e guardai il mio migliore amico.

<<Lo sapevo che non sarebbe stata più una normale giornata di studio>>.

Non sapevo cosa fare, ovviamente dovevo andare dal professor Moore, ma non potevo chiedere ad Harry di accompagnarmi.

<<Lasciami qui, prendo un autobus. Non puoi perdere altre lezioni>>.

Harry mi guardò e poi mise gli occhi sul suo orologio.

<<Se corro un po' farò solo qualche minuto di ritardo. Vada per oggi Emma, ma sappi che neanche tu puoi saltare tutte le lezioni, o a quel punto, dovrai ripetere ogni corso>>.

Quando scesi lo ringraziai davvero tanto; gli dissi che gli avrei scritto non appena finito.

Poi mi affrettai ad entrare e stavolta, sempre il solito segretario, mi portò nell'ufficio del Commissario.

<<Signorina che piacere rivederla. Ero certo che venisse. Ora, le spiego la situazione. Li abbiamo messi in stanze separate. Le faremo vedere un individuo, poi ci dirà se è colui che l'ha aggredita. Dopodiché mi ripeterà la sua versione. Se sarà in linea con il ragazzo dall'altra parte, lo lasceremo andare>>.

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