CAPITOLO 8

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Bussai alla porta di casa di Harry così forte che pensavano fossi il loro nonno forzuto. Non mi importava, dovevo parlare con il mio migliore amico, dovevo sfogarmi.

<<Ti sembra normale quello che è successo?>>.

Era rimasto sconvolto dal mio racconto.

<<Wow, non pensavo che avessi fatto così tanto colpo su di lui>>.

Lo guardai di traverso mentre camminavo su e giù per la sua stanza.

<<Emma, calmati. Ti odia, ti ha preso di mira, ma va bene no? hai superato ben altro nella tua vita. Perché ci stai ancora pensando?>>.

Davvero me lo aveva appena detto?

<<Oh Harry ti prego, cosa c'entra il mio passato devastante con il mio presente incerto? Un professore mi fa la ramanzina, mi mette in ridicolo e poi si comporta così da solo con me nel suo ufficio. A me non sembra proprio una persona normale>>.

Harry rise un pochino.

<<Sì ok, posso anche darti ragione, ma che senso ha farne questo dramma? Davvero pensi che sia iniziato un gioco con lui?>>.

Alzai le spalle.

<<Non lo so che devo pensare, so solo che mi ha trattata come una pezza per la cucina. Avrà due anni in più a me, ma è già professore in una delle università più prestigiose del Paese, a sostituire un luminare della psicologia mondiale e si crede Dio sceso in terra>>.

Vidi il mio amico annuire come a prendermi in giro.

<<Deve aver fatto colpo anche lui su di te. Diciamo che avete iniziato un rapporto di puro e sano odio in una sola giornata. Ottimo lavoro Emma, di solito ci metti almeno una settimana a farti odiare, ma oggi ti sei superata>>.

Mi lasciai andare sul puff della sua stanza, ormai inerme.

<<Non ci voleva>>.

Harry si alzò dal letto e cominciò a cercare degli abiti nell'armadio buttandone fuori alcuni che sicuramente non aveva intenzione di mettere.

<<Se non ti conoscessi abbastanza, direi che oggi quel professore non ti ha fatto tutta questa brutta impressione. Cioè insomma, tu non sprechi mai tempo con personaggi del genere, tendi sempre ad andartene piuttosto che a reagire, altrimenti diventi cattiva con le parole e le cose peggiorano. Fai sempre così, eppure oggi hai ceduto. Tu hai ceduto. O lo odi, o il suo fascino lo hai notato alla perfezione anche tu>>.

Era vero, avevo reagito a quella provocazione, ed io non lo facevo mai. Non avevo neanche sentito il bisogno di andare via per quella troppa vicinanza, non avevo neanche avuto paura che mi toccasse.

<<Non dire stronzate. Ma dimmi...cosa stai facendo?>>.

Harry mi sorrise e si buttò sul letto.

<<Devo uscire con Rachel stasera e non so cosa mettermi, ha detto che vuole fare qualcosa di diverso, di elegante, quindi devo trovare qualcosa di adatto. Ma qui ho solo il completo del matrimonio di mio cugino, quindi mi sembra un po' troppo>>.

Annuii e lo aiutai a cercare qualcosa che potesse andare bene, e che non fosse esageratamente elegante.

<<Non ti chiedo mai niente, scusami. Tu sei sempre pronto ad ascoltarmi>>.

Harry non si preoccupava mai di nulla, neanche della mia indifferenza, che a volte dava fastidio anche a me.

<<Emma, ti conosco da tutta la vita. So come sei fatta e so che a volte non mi chiedi nulla perché non ci pensi, non perché non ti importa. Non che io voglia giustificare ogni tua mossa, ma so quello che hai passato e che non potrai mai essere una persona normale che fa finta che tutto vada bene, per cui ti tengo come sei. So che poi quando vuoi sapere davvero, chiedi>>.

Un altro di quei momenti in cui avrebbe meritato un abbraccio.

<<Allora, come va con lei?>>.

Lo raggiunsi sul letto, a debita distanza come noi sapevamo fare.

<<A volte mi sembra la donna della mia vita, altre volte non la capisco e smetto di volerla accanto a me>>.

Abbassò lo sguardo.

<<Harry, non ne so molto dell'amore, ma credo sia normale per una coppia avere alti e bassi. Forse è un'altra la domanda che dovresti porti...>>.

Lo guardai e non finii la frase, volevo che ci arrivasse da solo.

<<Neanche io so molto dell'amore, sono uscito con tante ragazze, molto belle, intelligenti e non posso lamentarmi. Ma non ho mai avuto la voglia di stare ore al telefono, oppure di vederle ogni giorno, oppure tutto il resto che si fa. Non so se è un mio problema>>.

Alzai le braccia.

<<Non lo so, però a differenza delle altre volte, hai portato Rachel con te in un'uscita con gli amici, e questa è sempre stata una cosa che ritenevi importantissima no?>>.

Annuì sorridendo.

<<Non ne avevo moltissima voglia in effetti>>.

Gli lanciai un cuscino.

<<Emma, saresti stata da sola quella sera. Nessun'altra donna. Così ho pensato che la figura di Rachel avrebbe potuto metterti più a tuo agio. Quindi gliel'ho chiesto>>.

Se lo avessi saputo, non glielo avrei permesso.

<<Harry, non puoi prenderla in giro a causa mia. Dovresti scindere un po' le cose. Io sono e sarò sempre al tuo fianco, ma prima o poi le nostre strade si divideranno. Devi cominciare a pensare a te stesso, devi smetterla di preoccuparti per me >>.

La madre di Harry entrò in camera per portarci un bel tè caldo. Lei era la madre perfetta, o meglio, io la vedevo così, ma il mio amico non aveva la stessa idea.

Oltre a Bryan, Harry aveva anche una sorella, che però si trovava in Francia per l'erasmus.

<<Ora devo andare, ci vediamo domani. Grazie per avermi ascoltata e stasera cerca di essere sincero con Rachel, sembra proprio una brava ragazza>>.

Harry annuì e io mi incamminai verso casa.

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