CAPITOLO 11

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Qualcuno bussò alla porta prima che io potessi chiedergli il perché lui non potesse lasciarmi.

Il professor Moore mi fece segno di rimanere in silenzio, poi mi indicò un piccolo armadio e mi fece nascondere all'interno.

Non vedevo chi ci fosse dentro la stanza, ma riconobbi quella voce immediatamente.

<<Axel, ma perché rimani qui ogni sera fino a tardi? Ho visto la luce dal cortile e sono salito>>.

<<James sai che non dormo se non finisco il mio lavoro>>.

Ci fu un attimo di silenzio.

<<Ah se ti vedesse Turner adesso, sarebbe così orgoglioso di te>>.

<<Se ne è andato, ed io non ho voglia di pensarci più del dovuto>>.

<<Un giorno dovrai perdonarlo. Ora, perché non ce ne andiamo a bere qualcosa?>>.

<<Un'altra sera James, sono davvero molto stanco>>.

I due si salutarono e dopo alcuni minuti, il professore aprì l'armadio.

<<Cooper, dobbiamo andare via ora>>.

Annuii senza fare altre domande.

Mi aiutò ad uscire porgendomi la mano, poi mise dentro la sua valigetta alcuni fogli e chiuse la porta a chiave quando uscimmo.

Era tardi, molto tardi, e accesi il telefono solo in quel momento.

C'erano così tanti messaggi da parte di Harry.

<<Come torna a casa?>>.

Lo guardai confusa dopo averne letto qualcuno.

<<Allora? Ci sono auto che possono portarla a casa adesso?>>.

Scossi la testa.

Pensò per qualche istante e poi decise.

<<Ok, la porto io a casa>>.

Non volevo restare di nuovo sola con lui, o meglio, in un'altra occasione, se fosse stato solo un semplice ragazzo, probabilmente avrei passato ogni momento con lui. Ma quello era il mio professore e non poteva esserci altro che quel tipo di relazione.

<<Non serve, aspetterò il primo auto>>.

Sbuffò.

<<Cooper, è notte fonda e fa freddo. Voglio solo portarla a casa>>.

Poi sentimmo dei passi, ed io, involontariamente, mi nascosi dietro la sua macchina.

<<Professor Moore>>.

Riconobbi la voce di Harry.

<<Harry>>.

Mi alzai mettendomi a posto i vestiti sgualciti per un secondo dal mio improvviso movimento.

<<Stai bene per fortuna>>.

Il professore mi guardò in cagnesco, probabilmente non avrebbe mai voluto che si sapesse che c'eravamo visti.

Harry mi stava guardando male dopo che non gli avevo risposto per ore, avendogli anche detto di preoccuparsi nel caso non lo avessi fatto.

Ed io sapevo di essere nel bel mezzo di un guaio molto serio con entrambi.

<<Emma, andiamo, sono venuto a prenderti>>.

Guardai il professore e abbassai lo sguardo. Lui aprì la portiera della macchina e ci salutò.

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