Capitolo 16- Ho imparato a cadere senza far rumore.

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Nessuna nota la tua tristezza, nessuno nota le tue lacrime, nessuno nota i tuoi dolori.
Ma tutti notano i tuoi errori.
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-Ok, ora vado. Ma sei sicura che è oggi?- chiese alla sua ragazza al cellulare. -Si, oggi è. Le ho sistemato una visita al dottor Walter.- riaffermò la bionda. -Va bene, ci vediamo a casa.- la salutò. -Ciao amore.- lo salutò anche lei terminando la chiamata.

Zayn uscì dal bar dopo aver chiesto il permesso al suo datore e affidato il suo turno ad Alexis, un suo collega. Entrò in macchina accendendo il motore e partì verso il liceo di Jenna.

Erano le 10:25 e fra poco la ragazza avrebbe avuto la pausa della merenda. Zayn non sapeva che la ragazza avrebbe dovuta mantenere il corso che faceva dal dottor Walter, il suo psicologo. Non sapeva che Jenna soffrí un trauma e che dopo la morte del padre aveva smesso di andare allo studio del uomo.

Erano le 10:35 ed era finalmente arrivato, ma visto tutti i posti occupati decise di parcheggiare più in lontananza. Bloccò i sportelli dell'automobile del signor Turner e si indirizzò a piedi nel cortile del liceo.

Jenna uscì dalla classe indirizzandosi verso il cortile, ma perse un battito quando vide Luke aspettarla. Non sapeva perché si sentiva cosí strano ma non aveva voglia di parlare con Luke ma, si indirizzò nella sua posizione comunque.

-Jen.- la salutò Luke abbracciandola. -Hey Luke.- cercò di essere più tranquilla possibile. -Questi giorni non ti ho vista, sei stata male? Sai, sono venuto per salutarti ma non c'eri.- commentò lui. -Ho avuto un mal di stomaco terribile.- mentí lei. -Mi dispiace, avrei voluto contattati ma non avevo il tuo numero.- la guardò dispiaciuto il biondo. "Potemi visitarmi venendo a casa." pensò Jenna mentalmente. -Me lo dai? Così ti posso telefonare.- chiese lui afferrando il telefono. -Non me lo ricordo e poi, oggi mi sono dimenticata il cellulare.- ammise dicendo la verità. -Oh.. La prossima volta quindi..- disse mettendo il telefono nella tasca dei pantaloni neri. -Oh.. Ehm.. Quando ti sei colorato i capelli?- chiese rendendosi solo adesso conto della sua rivoluzione del cuio capelluto. -Ieri.- rispose la mora, adesso mezza verde acqua. -Ti sta bene.- commentò Luke. -Grazie.- rispose lei. -Io adesso dovrei andare, sai, ho l'allenamento di calcio.- disse il biondo avvicinandosi alla ragazza e baciandole le labbra.

Zayn entrò per il cancello spostano gli occhi su ogni ragazza mora per individuare Jenna.

-Ciao Jen.- la salutò staccandosi.

Il moro guardò una coppia baciarsi, mentre stava per spostare lo sguardo si bloccò sulla figura della ragazza dopo che il ragazzo biondo si tolse dalla visuale.

Rimase sorpreso da quello che vide, cercò di riprendersi avvicinandosi alla ragazza.

Jenna mentre guardava Luke andarsene vide un viso al quanto famigliare, in quel momento il suo mondo crollò sopra di lei chiedendosi se lui l'avesse vista baciarsi con Luke.

-Hey.- disse Zayn davanti a lei, la mora lo fissò senza dire niente.

-Preparati, dobbiamo andare.- disse po distaccato. -Andare dove?- chiese lei schiarendosi la gola. -Dal dottor Walter.- rispose. -Cosa?- alzò un sopracciglio sorridendo nervosa. -Non vado da nessuna parte.- rifiutò girandosi per andarsene in classe.

Odiava quel posto, invece di curarla la faceva impazzire, non riusciva a sopportare nemmeno un attimo con il dottor Walter. Il dottore era un persona tranquilla ma quando cominciava a porle tutte quelle domande stupide Jenna si innervosiva uscendo sempre dallo studio e andando a casa dove il padre la aspettava a braccia aperte. Il suo vero psicologo era suo padre, lui la capiva.

Era l'unico.

-Senti, non ho tempo da perdere, quindi muoviti e andiamo.- le ordinò freddo Zayn, lei si volse. -Non sei mio padre, non sai un cazzo della mia vita quindi fammi il bel piacere di tapparti quella bocca e ritornare da dove cavolo sei venuto.- imprecò a denti stretti puntandogli il dito contro. Lui la guardò senza commentare. -Ah, quindi se dovesse essere al mio posto quell'altro lo ascolteresti, ha?- mise le mani nelle tasche dei jeans guardandola nei occhi. -Di chi stai parlando?- abbassò la voce domandandogli. -Del biondino con cui ti sei baciata.- lei scoppiò in una rumorosa risata. -Dio! Sei talmente ridicolo che mi fai pietà.- rispose togliendosi le lacrime invisibili. -Senti bellino vatti a farti i cavoli tuoi perché se sei il ragazzo di Samantha questo non vuol dire davvero un nulla. Per me sei un "niente"- calcò l'ultima parola e nell'esatto momento sentì qualcosa farle male, non sapeva cosa ma il dolore non andava via. -Ok.- disse solamente Zayn sorridendo amaramente. -Bene, ciao.- rispose Jenna ritornando in classe. -E dimmi, il bacio per te è significato niente?- le chiese.

Si sentiva ferito per quelle parole, ma lo sapeva che dietro quei sorrisi arroganti e ironici c'era ben qualcos'altro. Lei si fermò sulla soglia della porta ritornando davanti al moro.

-Sai cosa mi rendo rempre conto? Che andando sempre più avanti rischio di ferirmi sempre di più. Dentro di me già qualcosa è rotto, è andando in frantumi. Man mano che cammino m'inciampo finendo sempre nelle spine, loro non mi provocano più alcun dolore perché oramai ci sono abituata ma, quando la mia pelle fa contatto con l'acqua del mare salato solo allora le mie ferite si riaccendono. Ho imparato di mettere cerotti e acqua ossigenata, ho cercato di chiudere le lesioni, ma indovina? Oltre a cercare di chiudere quelle vecchie nascono altre nuove. Ho cercato con tutta la mia forza di andare avanti e pensare che non ci sono più gocce salate, ma ho sbagliato, sono circondata da acque che non vedono l'ora di farmi annegare. Ogni volta ho cercato di non farmi annegare, ma mentre attraversavo i mari resistendo al dolore, qualcosa mia ha tirata in giù, non posso spiegati cosa di preciso ma so che questa è una cosa misteriosa. Tu non sai cosa ho passato io, cosa ho sofferto, tutti i dolori cercati di coprire. Ma col tempo ho imparato a cadere senza far rumore: sotto i sorrisi falsi, sotto la mia arroganza, sotto i vizi e la superficialità. Ho cercato di creare una muraglia, di diffendermi, con gli anni l'ho rafforzata facendola diventare più forte, più alta. Ma poi le mie mura sono cadute fino all'ultimo mattone. Non posso dirti come sia successo ma è successo è basta, sono diventata morbida e miei nemici sono riusciti a invadermi, mi hanno resa loro schiava.

"Sapere essere la secondo scelta è come dire: Ma si, tanto c'è Jenna, lei essendo una inutilità accetterebbe senza troppi giri di parole.- lo fissò nei occhi distrutta dentro con un vuoto nello stomaco mentre fitte di dolore attraversava il suo cuore abituato oramai a colpi pugnalati.

Zayn era ancora immobile guardandola e sapendo di essere cosciente che la ragazza si era appena confessata davanti a lui.

Si avvicinò cercando di afferrarle la mano ma Jenna la ritrasse subito mentre oramai le gocce di acqua salata percorreva il suo viso. Era diventata sensibile, troppo.

-No, non mi toccare.- disse lei tra i singhiozzi ritornando dentro il liceo e lasciando Zayn in quella posizione.

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NEXT..

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:)) SI LO SO :))

È moltooooo descrittivo il capitolo e mi piace cosí *^*

[oh, per quelli che non sapessero oggi (tempo della storia) è Venerdì, ve lo dico solo per tener conto alla cronologia :3]

Bacioni :>

-Mony. ♥

My sister's boyfriend {Z.M.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora