Il sole di inizio agosto illuminava la piazzetta del centro storico di Tivoli rendendo l'aria quasi irrespirabile.
Un ragazzetto mingherlino sfidava la calura estiva e palleggiava in infradito con un supersantos mezzo sgonfio all'ombra di un palazzo. In paese lo conoscevano tutti come "il polacco de Tivoli", una giovane promessa del calcio militante nelle fila della Roma primavera. "Questo qua diventerà un campione" ripeteva sempre Ezio, il proprietario del bar in piazza, a tutti i turisti che si fermavano a guardare le sue acrobazie con il pallone.
Quando Nicola l'ha vista sbucare da dietro l'angolo ha lasciato stare la palla e le è corso incontro. "Come stai?" le ha chiesto abbracciandola con entusiasmo.
Le vacanze erano quasi finite e non si vedevano da più di un mese. Erano amici fin dall'infanzia, avevano frequentato la stessa classe dalla materna fino al liceo ed erano ormai inseparabili. "Andiamo a prendere un gelato?" ha chiesto la ragazza dai capelli dorati con un sorriso smagliante che le faceva brillare gli occhi celesti come il mare. Nicola ha prontamente accettato e si sono incamminati insieme verso la gelateria migliore del paese per gustarsi un cono pistacchio e cioccolato.
"Come sono andate le vacanze?" ha chiesto Giulia cercando di non sporcarsi. "Niente di speciale" ha ribattuto il ragazzo con un'alzata di spalle ripensando ai pomeriggi passati al campetto e alle giornate al mare al Circeo con i suoi genitori. "Tu invece ti sei divertita in Grecia? Hai conosciuto qualche bel pischello?" ha domandato poi incuriosito strizzandole l'occhio. Giulia ha sorriso imbarazzata: come faceva a non capire che lei da tempo aveva in testa solo lui? "Ho incontrato tanta bella gente, è stato... pazzesco" ha mentito sperando di farlo ingelosire. Lui però sembrava davvero contento per lei e ha cominciato a farle mille domande costringendola ad inventare particolari inesistenti.
Non riusciva a spiegarsi cosa fosse, ma quando lui le sorrideva si perdeva in quello sguardo furbo e in quella fossetta infantile scavata sulla sua guancia destra e non riusciva più a connettere.Mentre chiacchieravano su una panchina all'ombra della grande magnolia nel parco, il cellulare di Nicola ha iniziato a squillare interrompendoli. Il ragazzo ha risposto un po' scocciato, ma dopo pochi istanti di conversazione la sua espressione è immediatamente cambiata.
"C-ci sarò, a presto" ha balbettato prima di chiudere la telefonata con mano tremante senza riuscire ad aggiungere altro.
"Tutto ok?" ha chiesto Giulia un po' preoccupata vedendo il suo sguardo perso nel vuoto. Il volto del ragazzo si è illuminato e scattando in piedi come una molla ha urlato euforico: "Mi hanno convocato per il ritiro con i grandi! Mi allenerò con la prima squadra! Mourinho ha chiesto di me!".
Ha cominciato a saltellare come un pazzo senza riuscire a contenere il suo entusiasmo. "Ti rendi conto? Il mio sogno sta diventando realtà! Questa è la chiamata della mia vita! La svolta per la mia carriera!" ha esclamato tutto eccitato trascinando la sua amica in un ballo improvvisato.
"Devo chiamare Edo! Anche lui è stato convocato, chissà come l'ha presa..." ha poi aggiunto cercando di contenere l'entusiasmo e ricomporsi un po'.
Lui ed Edoardo Bove si erano conosciuti ormai dieci anni prima alle selezioni per entrare nei pulcini della Roma e tra loro era da subito nata una grande amicizia. Quando non si allenavano insieme giocavano alla play o si telefonavano per commentare le partite di serie A. Condividevano tutto, ma soprattutto erano accomunati dal grande sogno di giocare per la squadra che entrambi tifavano fin da piccoli."Edoà! Io non ci credo, io e te nella prima squadra!" ha esclamato Nicola non appena il suo amico ha risposto. "Ci pensi che giocheremo insieme a campioni come Dybala, Abraham, Lorenzo Pellegrini..." parlava a raffica, estasiato da quella notizia inaspettata e così piacevole. Giulia lo osservava di nascosto e non poteva che essere felice per il suo successo.
"Stasera usciamo a prendere una pizza? Dobbiamo festeggiare!" le ha proposto dopo aver messo giù. La ragazza ha immediatamente accettato e si sono dati appuntamento per le otto e mezza davanti al ristorante.
Giulia si è preparata con cura senza capire perché ci tenesse così tanto a fare bella figura. In fondo lei e Nicola si conoscevano da sempre e di certo un po' di trucco in più o una maglia più scollata non gli avrebbero fatto cambiare idea. Lui era il suo migliore amico, nulla di più, doveva metterselo in testa. Nonostante i suoi sforzi però, non poteva evitare di fantasticare su una possibile storia tra loro e continuava a sperare che prima o poi quella scintilla scoccasse anche per lui.
Neanche a farlo apposta, mentre stava per uscire, un suo messaggio vocale l'ha preceduta: "Oi Giù, scusa se ti scrivo solo ora , ma mi hanno appena detto che domattina ho le visite mediche alle otto a Trigoria e papà mi ha vietato di uscire perché dobbiamo svegliarci presto e sennò non riesco ad alzarmi. Non mi odiare please, giuro che una di ste sere recuperiamo. Ci becchiamo domani pomeriggio in piazzetta?".La ragazza era un po' delusa, ma si è affrettata a rispondergli di non preoccuparsi e gli ha nuovamente augurato buona fortuna per il giorno successivo. Era giusto così, era l'inizio del suo sogno e non lo avrebbe certo ostacolato per un suo capriccio.
"Grazie Giù, sei l'amica migliore del mondo❤"
Quelle sette parole l'hanno colpita al petto come proiettili e hanno definitivamente spento il sorriso sul suo volto.
Lui la vedeva come un'amica, nulla di più, doveva mettersi l'anima in pace e fare i conti con la realtà. Non erano fatti per stare insieme, erano soltanto amici.Il giorno successivo, nonostante la visita fosse alle otto, Nicola si era svegliato all'alba e aveva costretto suo padre a raggiungere il centro sportivo per le sette e un quarto così da stare tranquilli. Mentre camminava avanti e indietro nel parcheggio senza riuscire a darsi pace, una voce inconfondibile lo ha chiamato. "Fratè, siamo davvero qui?" ha chiesto Bove correndogli incontro e abbracciandolo forte. "Boh per me è tutto un sogno, oppure uno scherzo" ha riso nervosamente il suo amico ricambiando il saluto caloroso del biondino. Hanno aspettato insieme ancora per un po' confessandosi a vicenda gli stessi dubbi, paure e preoccupazioni che provavano entrambi, fino a quando un dirigente ha fatto loro cenno di seguirlo per incominciare le visite mediche.
Tremanti hanno varcato la soglia di Trigoria con una nuova consapevolezza nel cuore: il loro sogno stava per avverarsi.Hey💕
Ecco il primo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate e se vi va lasciate una stellina🙃💕
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Spiegarlo non è facile ~Nicola Zalewski 🧡❤
FanfictionNicola ha 17 anni, ha origini polacche, ma è nato e cresciuto a Tivoli. Si divide tra la vita di un normale adolescente e gli allenamenti a Trigoria nella primavera della Roma, sognando di poter realizzare il suo sogno di esordire in serie A con la...