Parte 18 - Spiegarlo non è facile

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Dopo aver scontato la sua punizione in tribuna, durante l'ultimo allenamento prima della sosta, Mourinho si è avvicinato a Nicola per comunicargli una notizia importante. "Zale, domenica prossima partirai titolare sulla fascia sinistra, Spina parte con l'Italia e non ce la fa a recuperare in tempo e io ho bisogno di uno che corre" gli ha spiegato per poi allontanarsi assieme al suo staff. Il polacco era al settimo cielo, finalmente aveva la sua grande occasione per riscattarsi. "Devi dare il massimo, devi dimostrare a tutti chi sei" lo ha spronato Giulia non appena lui le ha raccontato tutto. Si vedevano quasi ogni giorno, si comportavano come una coppia, ma non avevano mai ufficializzato la loro relazione. Nicola aspettava il momento giusto, voleva che fosse magico, voleva farle capire quanto fosse importante per lui.
Durante tutta la sosta si è allenato come non mai assieme a qualche ragazzo della primavera e ai suoi compagni non convocati nelle nazionali. Quella domenica è sceso in campo un po' teso, ma concentrato sul suo obiettivo. La curva Sud cantava l'inno ed era pronta a sostenerli come sempre e il loro amore gli infondeva coraggio. La partita non era facile e il Napoli rivitalizzato dal cambio dell'allenatore  creava ai giallorossi non poche difficoltà, tanto che i padroni di casa si sono trovati sotto due a zero all'intervallo. "Non dobbiamo mollare rega, dobbiamo prenderci sti tre punti cazzo!" il capitano negli spogliatoi provava ad incitare i suoi e scuoterli dal loro apparente torpore. Poco prima di rientrare in campo, Mourinho ha chiamato a sé il numero cinquantanove. "Nicola mi serve che sali in attacco, devi volare su quella fascia, pensi di riuscirci?" gli ha chiesto con tono severo. "Si mister, fidati di me" ha risposto prontamente il ragazzino prima di raggiungere i suoi compagni nel tunnel.
Il secondo tempo è iniziato e dopo appena cinque minuti Lukaku ha accorciato le distanze con uno splendido colpo di testa. "Crediamoci, crediamoci!" ha gridato Lorenzo applaudendo i suoi. I giallorossi attaccavano, ma ogni tiro veniva respinto dalla compatta difesa partenopea. Verso il settantesimo Nicola ha recuperato un buon pallone sulla tre quarti, con uno scatto ha raggiunto l'area, ha superato un avversario e poi ha disegnato un cross perfetto per Belotti che ha dovuto solo appoggiare in rete.  L'Olimpico è esploso e i giocatori romanisti sono corsi ad esultare sotto la loro curva. C'era ancora un po' di tempo, dovevano resistere, mantenere il pareggio e magari, perché no, provare a vincerla.
"Non vi sbilanciate! Tornate ad aiutare in difesa!" Mourinho e Foti si sgolavano dalla panchina, ma i giallorossi avevano in testa un solo obiettivo, fare gol.
Lo speaker ha annunciato i quattro minuti di recupero concessi dall'arbitro e Pellegrini ha fatto cenno ai suoi di resistere. Ad un tratto proprio il capitano ha smistato un buon pallone in avanti, Bove ha lottato per proteggerlo, ha visto il suo amico smarcato appena fuori dall'area e gliel'ha passato senza pensarci troppo. Nicola si è guardato intorno per una frazione di secondo: Lukaku era marcato da due difensori, Belotti era troppo arretrato, gli rimaneva una sola opzione. Si è girato con agilità, ha colpito la palla con il collo del piede e... il portiere avversario non l'ha vista partire, si è buttato in ritardo e la sfera è lentamente rotolata in rete. Il polacco ha trattenuto il fiato e solo il boato della sua gente gli ha fatto realizzare quanto appena accaduto. Non sapeva cosa fare, non aveva mai pensato ad un'esultanza, non aveva mai pensato che avrebbe segnato durante i minuti di recupero davanti ai  suoi tifosi. È corso sotto la curva, unica ancora in quella situazione così nuova per lui, sommerso dall'amore dei romanisti e di tutti i suoi compagni di squadra. Edoardo lo ha raggiunto per primo e lo ha abbracciato più forte degli altri. "È tutto vero Nico, è tutto vero!" gli ha urlato continuando ad esultare insieme a lui. Aveva ragione, non era più solo un desiderio, era reale.
Ne era passato di tempo dalla loro prima volta a Trigoria, da quando giocavano al campetto insieme agli altri bambini, accomunati dallo stesso sogno di lottare per quella maglia magica. Quella passione che gli scorreva nel sangue, quell'amore che gli faceva battere forte il cuore era finalmente esploso nel migliore dei modi. Dopo la partita Mourinho lo ha raggiunto e sentire i suoi complimenti lo ha gratificato come non mai. "Benvenuto tra i grandi Nico" anche Lorenzo lo ha abbracciato con la sua solita premura. "Senza i tuoi consigli non ce l'avrei mai fatta" ha ammesso il ragazzo con gli occhi colmi di gratitudine. "Non è vero, avevi solo bisogno che qualcuno ti ricordasse quanto vali e sapevo che prima o poi lo avresti capito anche tu" ha risposto il capitano lasciando trasparire un po' di commozione. "Sono fiero di te Nico" ha poi aggiunto con sincerità prima di allontanarsi. Nicola avrebbe voluto non lasciare mai il campo,ma sapeva che anche fuori c'era qualcosa di bello ad aspettarlo e così si è sbrigato a raggiungere lo spogliatoio.

Giulia aspettava pazientemente nell'area riservata alle famiglie dei calciatori. Non era la prima volta che lo andava a vedere allo stadio, ma essere stata presente al suo primo gol in serie A la rendeva felicissima. Quando lo ha visto arrivare, il suo sorriso incorniciato da quelle irresistibili fossette l'ha illuminata. Gli è corsa incontro e lo ha abbracciato forte. "Sei stato strepitoso" gli ha sussurrato accarezzandogli la nuca. Si sono incamminati insieme verso la macchina senza riuscire a smettere di baciarsi. "Ti va di andare in un posto?" ha chiesto ad un certo punto il terzino giallorosso con aria misteriosa. Ha guidato per circa venti minuti e nonostante l'insistenza della ragazza non ha voluto dirle dove fossero diretti.
Hanno parcheggiato e hanno proseguito a piedi per una stradina sterrata che saliva su una sorta di collina. Hanno raggiunto una panchina in mezzo al nulla e solo in quel momento Giulia ha alzato gli occhi rimanendo incantata davanti a quel panorama mozzafiato. Le luci di Roma sembravano accese solo per loro.
"È magnifico..." ha mormorato la ragazza accoccolandosi accanto a lui sulla panchina. "Volevo che questa serata fosse speciale anche per te" ha risposto il terzino con un sorriso timido. Sono rimasti in silenzio per un po' a godersi quello spettacolo notturno. "Ho una cosa per te" ha detto ad un certo punto Nicola tirando fuori una bustina. "Forse ti aspettavi un anello o cose del genere, ma volevo regalarti qualcosa di più originale e molto più significativo per me" ha aggiunto mentre lei la apriva. Dentro, ripiegata con cura, c'era la sua maglia della Roma. "È quella con cui ho fatto il primo gol della mia carriera, vorrei che la tenessi tu" le ha spiegato con un sorriso. Giulia sentiva le mani tremarle per l'emozione e in quel gesto, all'apparenza banale, riusciva a sentire tutto l'amore che li univa. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma le parole non volevano saperne di uscire dalla sua bocca e così si è limitata a stringerlo forte. "Giù, io lo so che siamo poco più che ragazzini, ma so anche che quello che provo per te non l'ho mai provato per nessun altra" Nicola ha interrotto il silenzio guardandola dritta negli occhi. "Spiegarlo a parole non è facile e poi lo sai che io a parlare non sono mai stato bravo..." ha ridacchiato nervosamente giocherellando con le sue dita.
"Anche io ti amo Nico" ha risposto la ragazza come se gli avesse letto nella mente. Si sono baciati con trasporto illuminati dalle luci della città eterna, sfondo perfetto per quell'amore appena nato.

Fine💕

Spiegarlo non è facile ~Nicola Zalewski 🧡❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora