Parte 3 - Prima volta

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Nicola e Bove, un po' intimiditi ed emozionati sono saliti sul pullman per raggiungere assieme al resto della squadra il campo dove avrebbero giocato, o perlomeno assistito dalla panchina, alla loro primissima partita in prima squadra. Hanno passato l'intero viaggio in silenzio captando ogni informazione utile del mister e dei compagni e provando a ripassare mentalmente gli schemi e le giocate provate durante gli allenamenti. L'amichevole si sarebbe giocata a Frosinone e tutta la famiglia di Nicola sarebbe stata allo stadio per sostenerlo.
Anche Giulia aveva fatto di tutto per essere lì con lui in quel momento così importante e quando l'ha visto riscaldarsi in mezzo a tutti quei campioni ha provato un sentimento difficile da spiegare, un misto tra gioia, orgoglio e commozione. Il ragazzo l'ha scorta in tribuna e le ha subito sorriso salutandola con la mano per poi avvicinarsi a lei e scambiare quattro chiacchiere prima del fischio d'inizio.
"Non hai giocato manco un minuto e hai già rimorchiato?" lo ha punzecchiato Mancini mentre si preparavano per la gara. "No, no, Giulia è solo una mia cara amica" si è affrettato a chiarire Zalewski un po' imbarazzato. "Se vabbè, facciamo finta che ti credo!" ha ridacchiato il difensore lasciandogli una gomitata.

Edoardo e Nicola guardavano i loro compagni dominare sul campo del Frosinone e ancora non potevano credere di essere lì con loro. Nel primo tempo si sono alzati in continuazione da quella panchina per reclamare una rimessa con il guardia linee, per recuperare una palla in fretta e per abbracciare Dybala dopo la sua doppietta. Sembravano due bambini scatenati e non riuscivano proprio a contenere il loro entusiasmo giovanile nonostante i continui richiami da parte dei compagni più grandi o del mister.
Dopo l'intervallo si sono finalmente rilassati e hanno assistito al match con più compostezza. "Fai scaldare i ragazzini!" ha esclamato ad un tratto Mourinho rivolgendosi al suo collaboratore. Non potevano credere alle loro orecchie: ce l'aveva con loro? Ovviamente si! Con chi altro sennò?
Si sono alzati un po' tremanti e hanno cominciato a fare un po' di stretching, qualche esercizio con i conetti, un po' di slalom e qualche scatto avanti e indietro a bordo campo.
"Nico, vieni qui!" quando il vice allenatore Foti lo ha richiamato, Nicola si è avvicinato a lui emozionatissimo. "Preparati ad entrare" gli ha comunicato prima di tornare a confabulare con Mourinho. Il ragazzo era incredulo: non gli importava se fosse un'amichevole e se stessero vincendo già per cinque a zero, pensava solo al fatto che stesse per entrare in campo con indosso i colori della sua squadra del cuore. Ha tolto la pettorina alla velocità della luce, si è sistemato i calzettoni e i parastinchi e si è avvicinato al suo allenatore per ascoltare le ultime direttive. "Cerca di non fare stronzate, gioca come sai e prova a divertiti" ha detto Mourinho con un sorriso bonario lasciandogli un'amichevole pacca sulla spalla.
Nicola ha vissuto i momenti successivi come se si trovasse in un sogno a rallentatore: ha osservato il quarto uomo alzare la lavagnetta luminosa con il suo numero di maglia scritto in verde, ha battuto il cinque a Spinazzola, si è fatto il segno della croce per scacciare via la paura e finalmente è entrato in campo.
All'inizio ha fatto un po' di fatica ad ambientarsi e ha sbagliato qualche appoggio e qualche rimessa, ma ben presto il timore di sbagliare ha lasciato spazio alla voglia di mostrare a tutti di cosa fosse capace e così ha iniziato ad osare un po' di più e a galoppare sulla fascia sinistra facendo incursioni su incursioni per tentare di raggiungere l'area avversaria.
Gli applausi del pubblico lo hanno caricato ancora di più e, dopo uno scatto palla al piede ha dribblato la difesa gialloblu, ha crossato e ha colpito in pieno il braccio del suo avversario. "È rigore, è rigore!" hanno gridato tutti verso l'arbitro che dopo qualche istante di riflessione ha deciso di concedere il tiro dagli undici metri ai giallorossi. I suoi compagni sono corsi a battergli il cinque, poi Pellegrini si è incaricato della battuta e ha siglato il gol del definitivo sei a zero. "Bel lavoro ragazzino" si è complimentato il capitano festeggiando assieme a lui e al resto della squadra. Nicola non poteva crederci: quel gol era stato anche merito suo e non sarebbe potuto essere più fiero di così.  Anche Mourinho dopo la gara si è congratulato, ma lo ha anche ammonito di non montarsi troppo la testa. "La prima squadra è una rampa di lancio importante, ora i giornali ti prenderanno di mira e ti esalteranno per ogni tua giocata. Non devi curarti di loro, continua semplicemente a giocare per quello che sei o la pressione ti schiaccerà a tal punto da mandarti in tilt" ha spiegato saggiamente il portoghese prima di lasciarlo andare negli spogliatoi.

Giulia, i suoi genitori e sua sorella lo attendevano nel parcheggio e non appena lo hanno visto avvicinarsi lo hanno sommerso di complimenti, baci e abbracci. Persino suo padre, che non si sbilanciava mai, ha lasciato trapelare tutta la sua soddisfazione. "Io ed Edo pensavamo di andare fuori a festeggiare, ti va di venire con noi?" ha chiesto Nicola a Giulia che ha prontamente accettato. L'idea che ci fosse anche Bove la infastidiva un po', ma non poteva certo rinunciare ad un'occasione del genere. "Allora ti passiamo a prendere verso le otto" ha esclamato il ragazzo strizzandole l'occhio e tornando dalla sua famiglia.

Quella sera Giulia era bellissima con i biondi capelli sciolti sulle spalle ad incorniciare gli occhi azzurri accuratamente truccati e un vestito azzurro a fasciare le sue curve. "Wow" ha sospirato Edoardo non appena l'ha scorta in lontananza. "Ma quanto è diventata bona la tua amica?" ha chiesto a Zalewski che gli ha dato una gomitata alzando gli occhi al cielo. "Ti arrabbi se ci provo?" ha insistito sistemandosi la camicia e l'acconciatura. "Perché dovrei? Noi siamo solo amici" ha prontamente ribattuto Nicola lasciandogli il via libera.

Spiegarlo non è facile ~Nicola Zalewski 🧡❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora