Parte 5 - Entri tu

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Dopo la serata in discoteca, nelle settimane successive, Giulia ha cercato di evitare Edoardo il più possibile. Dal canto suo il biondo provava in tutti i modi ad insistere, ma senza riscuotere troppo successo. "Allora, con Edo come va?" le chiedeva Nicola quando si incontravano in giro per Tivoli. Come faceva a non capire che a lei di Bove non gliene fregava proprio niente? Avrebbe voluto dirglielo, ma non poteva esporsi così tanto perché la paura di un suo possibile rifiuto era più forte della sofferenza che provava nel vederlo lontano. Gli rispondeva in maniera vaga, cercando di sviare il discorso su altri argomenti. "Domani inizia la scuola, sarà strano non vederti lì seduto accanto a me" ha sospirato la ragazza mentre chiacchieravano in camera sua. "Dai Giù, non ricominciare con sta storia della scuola. Ormai ho fatto la mia scelta e non cambio idea" ha risposto secco il giovane. "Ok, ok, non ti scaldare, era solo per dire" si è difesa lei ridacchiando. "Mi dispiace lasciarti sola nel tuo ultimo anno, ma non me ne frega più niente di studiare. Sono sempre stato una zappa e poi ora ho il calcio, quella è la mia strada, non sono fatto per stare seduto al banco sei ore al giorno" ha spiegato Nicola abbassando un po' il tono. "L'unica cosa che mi mancherà sarà fare il coglione con te tutto il tempo" ha aggiunto strappandole un sorriso e facendola arrossire come un peperone. "Ci saranno altre occasioni, non preoccuparti" ha ribattuto la ragazza cercando di fingersi il più distaccata possibile. "Piuttosto... anche per te domenica sarà una giornata speciale. Se non sbaglio comincia il campionato vero?" gli ha poi chiesto. Gli occhi di Zalewski si sono illuminati. La convocazione per la prima partita dell'anno lo aveva tenuto sveglio per tutta la notte e ora che la data si avvicinava non riusciva proprio a contenere l'entusiasmo. Sapeva che probabilmente non avrebbe giocato, ma gli andava bene lo stesso, l'importante era esserci. "Sarà stupendo sedersi sulla panchina della Roma all'Olimpico, non vedo l'ora!" ha esclamato euforico mostrando le sue iconiche fossette. "Tu devi esserci" ha poi affermato con decisione guardandola dritta negli occhi con una sicurezza tale da farle sciogliere il cuore. "Ci sarò" ha risposto Giulia quasi commossa mentre il cuore le batteva forte. "E poi devi venire per Edo, sai quanto sarà felice!" ha aggiunto Nicola spezzando tutta la magia di quel momento e
facendola immediatamente rabbuiare. "Meglio se vai adesso, domani devo alzarmi presto" ha detto con freddezza alzandosi dal letto e cacciandolo quasi da casa sua.

Il giorno seguente Giulia è rientrata a scuola assieme a tutti i suoi compagni, ma il posto vuoto accanto a lei le appesantiva il cuore. Tutti continuavano a chiederle il motivo della sua assenza, qualcuno addirittura le chiedeva di fargli avere un video saluto o un autografo e lei credeva di impazzire. Non pensava che sarebbe stata così dura, ma doveva sforzarsi di superarla e continuare con la sua vita come se nulla fosse.

La domenica successiva Nicola si è svegliato almeno un'ora prima della sveglia e ha cominciato immediatamente a prepararsi. Il grande giorno era finalmente arrivato e lui non stava più nella pelle. Aveva dormito a Trigoria insieme agli altri e non vedeva l'ora di raggiungere L'Olimpico. "Ao, ma che stai a fa?" ha chiesto Bove con la voce ancora impastata dal sonno quando lo ha visto vestirsi verso le sette di mattina. "Guarda che la partita è stasera alle nove eh, torna a dormire che c'è tempo" ha aggiunto girandosi dall'altra parte. "Edo, ma come fai a dormire ancora! Non sei ansioso?" ha chiesto il polacco sconcertato dalla tranquillità del suo amico. "Guarda che è facile Nick, basta che chiudi gli occhi e ti rilassi almeno per un'altra ora" ha risposto il biondo coprendosi la faccia con il cuscino. "Dai alzati" ha insistito Nicola. "Se ti alzi ti dico una cosa a proposito di Giulia" ha aggiunto sapendo di aver colto nel segno. Bove infatti, solo nel sentire quel nome, si è seduto di scatto sul letto e, più sveglio che mai, ha chiesto maggiori informazioni sulla ragazza che gli aveva fatto perdere la testa. "Spero che il mister ci faccia giocare. Voglio fare colpo su di lei" ha sospirato con aria sognante.
Verso le otto e mezza i due ragazzi sono usciti dalla loro camera e hanno raggiunto il resto della squadra per fare colazione tutti insieme.
"Allora, siete pronti?" ha domandato capitan Pellegrini raggiungendoli sul pullman mente si recavano verso L'Olimpico. "In verità abbiamo un po' di ansia, ma l'emozione è tanta" ha spiegato Nicola che non si faceva problemi ad essere sincero con lui. "È normale" ha risposto Lorenzo con un sorriso comprensivo di chi ci è già passato. "Se posso darci un consiglio cercate solamente di godervi il momento" ha poi aggiunto strizzandogli l'occhio e tornando a sedersi vicino ad El-Sharawy.

Nicola ha indossato la maglia numero cinquantanove con le mani che gli tremavano, ha allacciato gli scarpini e  ha seguito gli altri verso il tunnel. Non appena ha calpestato il prato dell'Olimpico e ha alzato gli occhi verso la curva sud, è rimasto estasiato da tanta bellezza. Per tutto il riscaldamento non ha potuto fare a meno di canticchiare i cori con cui era cresciuto e rivolgere continuamente occhiate ammirate verso i suoi tifosi.
Il momento in cui però gli sono venuti davvero i brividi è stato quando l'intero stadio ha sollevato sciarpe e bandiere per cantare all'unisono "Roma, Roma, Roma" di venditti. Quello spettacolo non si poteva descrivere a parole e viverlo direttamente dalla panchina era il sogno di qualsiasi bambino romanista.
Nicola, dopo un'iniziale agitazione, si è finalmente rilassato e, ricordando le parole del suo capitano, si è semplicemente goduto il momento guardando i suoi compagni in campo. Tutto procedeva bene e all'intervallo la Roma era già in vantaggio di due reti. Verso il sessantesimo Mourinho ha chiesto a lui ed Edoardo di andarsi a scaldare assieme ad altri calciatori e lui si è alzato al culmine dell'eccitazione. Sapeva che probabilmente non lo avrebbe fatto giocare, ma anche solo il fatto che lo avesse preso in considerazione lo rendeva felicissimo.
Si è riscaldato con il massimo impegno, ma proprio quando stava facendo qualche scatto, il vice allenatore Foti lo ha richiamato. Si è avvicinato alla panchina un po' deluso, pronto a sedersi nuovamente, ma le parole del portoghese lo hanno fermato: "Comincia a cambiarti, tra poco entri tu".

Hey💕
Scusate per l'attesa, ma il carico di studio è sempre di più. Spero di riuscire a pubblicare presto la prossima parte e soprattutto spero che la storia vi stia piacendo.
Come sempre grazie di tutto, alla prossima

Spiegarlo non è facile ~Nicola Zalewski 🧡❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora