Parte 16 - Testa bassa

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La mattina seguente il cellulare abbandonato sul comodino ha cominciato a più non posso e Nicola si è affrettato ad allontanarsi per non svegliare la ragazza che ancora dormiva accanto a lui. "Nicola vieni immediatamente a Trigoria, qui la situazione è critica" Lorenzo Pellegrini sembrava veramente preoccupato. "Che succede? Mi faranno la multa? Mi manderanno in tribuna? Tornerò in primavera?" si è allarmato il terzino. "No Nico, ti vogliono mandare via" le parole del suo capitano hanno fatto più male di tutti i pugni ricevuti la sera precedente.
Non potevano dire sul serio. Non potevano cacciarlo dalla sua città solo per una stupida rissa in discoteca. Sentiva le lacrime bruciare agli angoli degli occhi, ma non voleva mostrarsi debole, non era più un bambino ormai. Si è vestito alla velocità della luce ed è corso a Trigoria.
Nella sala riunioni del centro sportivo il mister, la dirigenza e alcuni dei "senatori" della squadra discutevano animatamente del suo futuro. "Nick ma che hai combinato?" Belotti gli si è avvicinato con aria seria. "Ho fatto un casino Gallo, mi sa che mi vogliono cacciare" ha risposto il ragazzino sempre più preoccupato. "Non sarà facile. Lollo, Mancio, Bryan e Dybala ti stanno difendendo da mezz'ora e pare che anche il mister non sia d'accordo" è intervenuto El-Sharawy sbucando da dietro l'angolo. "Lo stanno facendo per me?" ha domandato incredulo il polacco. Non si sarebbe mai aspettato che i suoi compagni di squadra, soprattutto un campione del mondo come Dybala, potessero perdere tempo e discutere con la dirigenza, per di più durante il loro giorno libero, solamente per tirarlo fuori dai guai. "Guarda che qui siamo tutti una grande famiglia e tu, anche se sei un piccoletto, sei il nostro piccoletto e nessuno ti potrà toccare finché sarai con noi" gli ha risposto il Faraone con una pacca sulla spalla. Nicola era commosso: aveva trovato davvero una seconda famiglia e proprio per questo non era pronto a lasciarla.
Dopo qualche interminabile minuto, anche Edoardo ha fatto il suo ingresso trafelato nella sala comune dove Zalewski aspettava di essere convocato dai dirigenti. "Bro, che ti hanno detto? Davvero vogliono mandarti via? Non te ne puoi andare frate..." il biondo lo ha abbracciato forte con la voce colma di apprensione. "Non mi hanno ancora fatto sapere niente" ha risposto Nicola con un sospiro profondo. "Ma ho una brutta sensazione Edo. Stavolta ho fatto un bel casino" ha aggiunto con consapevolezza.
"Si ma hai diciott'anni, a quest'età è normale fare qualche stronzata" ha continuato Bove cercando di convincere in primis se stesso. Mentre continuavano a discutere, la porta della sala riunioni si è aperta ed è comparso il direttore sportivo. "Vieni dentro Nicola" ha tuonato con un tono che non ammetteva repliche e di fronte al quale il ragazzo non ha potuto fare altro che obbedire a testa bassa.
È entrato nella stanza e si è seduto nell'unica sedia vuota attorno al tavolo dove stavano già Pellegrini, Mancini, Cristante, Dybala, il mister e alcuni dirigenti. L'atmosfera era pesante e quel silenzio pesava più di mille parole. "Nicola cosa ti è saltato in mente ieri sera?" ha chiesto l'allenatore con severità. "Ti pare normale iniziare una rissa nel bel mezzo di una discoteca pubblica? Dove tutti ti possono vedere e filmare?" è intervenuto il direttore sportivo su tutte le furie. Nicola è diventato rosso in viso per la vergogna, ha abbassato la testa e ha mormorato un "Mi dispiace" cercando di non piangere.
"Ao mo' basta" si è intromesso Pellegrini. "È un ragazzino e ha fatto una cazzata, non serve urlargli contro in questo modo" lo ha difeso. Il giovane polacco lo ha guardato sbalordito e ha realizzato solo in quel momento quanto gli volesse bene.
Davanti alle parole del capitano tutti i presenti si sono calmati e i toni si sono immediatamente abbassati. "Non possiamo non prendere provvedimenti" ha spiegato un dirigente. "Domenica andrai a sederti in tribuna e per un po' non vedrai il campo" ha aggiunto Mourinho con amarezza. Nicola ha incassato il colpo in silenzio, in fondo poteva anche andare peggio, avrebbero potuto rispedirlo in primavera, o magari mandarlo in prestito da qualche parte o venderlo definitivamente.
Dopo il cazziatone i dirigenti e il mister sono andati via lasciandolo di nuovo solo con i suoi compagni. "Grazie ragazzi" ha mormorato il terzino con gli occhi bassi. "Mi dispiace di aver creato tutta sta situazione... non era mia intenzione..." ha continuato senza riuscire a guardarli in faccia. "Nico non ti devi scusare con noi, il momento del coglione passa a tutti, specialmente quando hai diciott'anni" lo ha consolato Cristante con aria paterna. "Pensi che noi non abbiamo mai fatto stronzate?" ha continuato Mancini. "Te Mancio sei il re delle stronzate" ha scherzato Dybala e in pochi minuti l'atmosfera è tornata allegra e rilassata.
"Nico, tutto bene?" gli ha chiesto ad un tratto Pellegrini prendendolo da parte. "Si Lorè, grazie per avermi difeso" ha risposto il polacco con un timido sorriso. "Vedrai che presto si risolverà tutto" lo ha incoraggiato il capitano con una pacca sulla spalla. "Ma invece... quello di ieri chi era?" ha indagato il numero sette con sospetto. "Un coglione, ma non penso ci saranno altri problemi" lo ha rassicurato il cinquantanove.

Quando Giulia si è svegliata da sola nella stanza di Nicola ha capito subito che doveva essere successo qualcosa di grave. Si è alzata ed è andata in cucina senza sapere cosa fare. Se da una parte avrebbe voluto chiamarlo, dall'altra aveva paura di peggiorare la sua situazione con la dirigenza giallorossa.
Lo ha aspettato qualche ora, poi non vedendolo tornare nel primo pomeriggio è tornata a casa sua. Durante il tragitto ha guardato distrattamente il telefono: Andrea l'aveva chiamata almeno venti volte e le aveva lasciato un migliaio di messaggi in cui la pregava di dargli un'altra possibilità, di lasciargli spiegare. Giulia ci ha riflettuto, appoggiata al finestrino dell'autobus che viaggiava placido tra le vie di Roma e alla fine è giunta ad una conclusione che non avrebbe mai immaginato: si era comportara male con lui e anche se il suo cuore batteva per Nicola, gli doveva delle spiegazioni, dovevano parlare e chiarire la situazione al più presto.

Spiegarlo non è facile ~Nicola Zalewski 🧡❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora