19- And then he cried

238 10 7
                                    

Erano due giorni che non tornavo alla Spiaggia, il braccio non migliorava affatto.
Continuavo a perdere sangue e sentivo che la sensibilità della mia spalla si stava riducendo pian piano.

Nessuno era venuto a cercarmi, probabilmente mi consideravano una traditrice che aveva deciso di scappare da quell'utopia.
La verità era che la Spiaggia era la cosa più bella che mi fosse capitata da quando mi ero ritrovata in quel luogo desolato e pieno di terrore.
Avevo provato a guidare ma non ero arrivata molto lontano.
Il taglio allo zigomo si era probabilmente infettato in quanto aveva preso un colorito scuro, il sangue non usciva più ma dentro potevo vedere la mia pelle nera, come se stesse marcendo.

Non avevo cibo e neanche le forze per andare a trovarne un po', era la mia fine.
-Fa ridere che morirò in una maniera tanto schifosa!- pensavo ogni minuto che passava.
Intorno a me non c'era nessuno e le poche persone che passavano di lì mi evitavano, d'altronde eravamo un po' fuori dal centro città e sicuramente la gente avrebbe pensato alla propria sopravvivenza e non alla mia.
Chiusi gli occhi e sognai il medesimo sogno.

1...7...4...9
Vedevo immagini confuse raffiguranti questi numeri.
Il rumore del vento era forte.
Era buio, non vedevo nulla.
<<A volte non tutto è come sembra>>
<<Le persone indossano delle maschere, lo fanno solo per proteggersi oppure lo fanno per proteggere gli altri da sé stessi...>>
<<Tu non capisci! La verità è che io...>>

Mi svegliai cullata dal rumore del vento, era molto forte e fuori era buio, non riuscivo a vedere nulla.
Era come se avessi già vissuto quella situazione in qualche modo.
Vidi da lontano due ragazzi, parlavano ma non riuscivo a sentirli.

Rimasi ad osservarli fin quando uno dei due caccio una pistola fuori dalla tasca e sparò contro quello che gli stava urlando addosso.
Portai le mani alla bocca per non urlare.
Ero stupita, cos'era successo per indurre il ragazzo a sparargli? Forse gli aveva fatto qualcosa di male?

Pensai subito che fosse un senza cuore e che avesse scelto la via più facile per levarselo di mezzo.
<<Hey ma sei impazzito?!>> gridai con le poche forze che mi rimanevano.
Quello si voltò e scosse la testa.
<<Perché l'hai fatto? Non lo sopportavi più?>> gli chiesi cercando di avere un' ultima interazione con qualcuno prima di morire.

Perché sapevo di star morendo e l'avevo accettato, non potevo fare nulla per evitarlo.
<<Pensi che l'odiassi? Era il mio migliore amico>> disse con voce tremolante mentre si avvicinava.
<<Allora perché l'hai fatto?>>
<<Perché me l'ha chiesto lui. Non riusciva a rimanere in questo posto così vile ed ostile; era troppo buono>>
<<E tu l'hai fatto comunque?>>

<<Sì, perché era il suo ultimo desiderio.
Io sono felice se lui è felice, e questo a parer suo era l'unico modo per esserlo. Ho cercato di persuaderlo ma lui non ne voleva sapere>>
Stetti in silenzio riflettendo su quello che mi aveva detto.
<<Pensavo che l'avessi fatto perché non lo sopportassi più>>
<<A volte non tutto è come sembra>>

Mi immobilizzai sentendo quella frase uscire dalla sua bocca. Il sorriso rassicurante che avevo sul volto svanì in un lampo e io lo guardai aggrottando le sopracciglia.
Il rumore del vento era forte.
Era buio, non vedevo nulla.
<<A volte non tutto è come sembra>>

Stavo vivendo un'altra parte del sogno ecco perché avevo quella sensazione opprimente di déjà-vu.
<<Stai bene?>> chiese vedendomi perplessa e preoccupata.
<<Sì, solo un...déjà-vu>> soppesai quello che stavo dicendo prima di parlare. Era pur sempre uno sconosciuto, non avrei dovuto fidarmi in alcun modo e di certo non gli avrei raccontato la verità.
<<Dio sei messa proprio male, eh?>> disse scrutando la mia ferita.

Loving the old youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora