34- Memories

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1...7...4...9
Vedevo immagini confuse raffiguranti questi numeri.
Il rumore del vento era forte.
Era buio, non vedevo nulla.
<<A volte non tutto è come sembra>>
<<Le persone indossano delle maschere, lo fanno solo per proteggersi oppure lo fanno per proteggere gli altri da sé stessi...>>
<<Tu non capisci! La verità è che io...>>

Mi svegliai per l'ennesima volta di soprassalto, non riuscendo a completare quello strano sogno che mi perseguitava da ormai un mese.
Infatti era passato un mese dal catastrofico evento che distrusse il quartiere di Shibuya a Tokyo.

Mi alzai nel cuore della notte, sapendo che non sarei riuscita a riaddormentarmi, come ogni sera.
Erano le cinque del mattino, mi ero svegliata più tardi del solito, la maggior parte delle volte aprivo gli occhi verso le tre.

Andai in cucina e mi preparai una tazza di caffè e miele, come me l'aveva insegnato a bere mio padre.
Io e lui ci sentivamo almeno ogni tre giorni alla settimana e a causa del fuso orario differente, accadeva spesso e volentieri che parlassimo all'alba o al tramonto.

Sydney, dove alloggiava mio padre, era un ora in avanti rispetto a Tokyo e lui andava a lavoro molto presto verso le sei del mattino per poi stare fuori tutta la giornata, perciò io dovevo svegliarmi almeno verso le cinque per parlare con lui; proprio come stavo facendo in quel momento mentre sorseggiavo la mia bevanda.

<<Hai sentito la mamma?>> mi chiese.

Il mio rapporto con mia madre era decisamente migliorato rispetto a quello che avevamo prima; certo non ci sentivamo ogni giorno, ma solitamente la domenica chiamavo a casa per sapere come stessero lei e Aron, che invece sentivo ogni giorno.

<<No, la chiamerò domani, come al solito>> dissi mentre lavavo le stoviglie sporche della sera prima.

<<E le tue amnesie? Hai recuperato qualche ricordo?>>

<<Non del tutto, ma piano piano dei flashback mi ritornano; insomma mi sembrano così insoliti e strani che non riesco a capire se siano ricordi reali o solo fantasie>> chiusi l'acqua del rubinetto e riposi i piatti nell'apposito contenitore e mi diressi verso camera mia per rifare il letto.

Ci tenevo molto all'ordine ed al pulito, senza non riuscivo a lavorare o comunque a pensare in modo razionale.

<<Sicura che non sia il caso di consultare un medico?>>

<<Papà studio psicologia in una delle università più prestigiose del Giappone! Sono la migliore candidata per capire cosa sta succedendo nella mia testa, non mi serve una psicologa>> mi vantai sicura di me.

<<Cerca solo di non pensarci troppo e di focalizzarti sul mondo reale. Hai già trovato un nuovo lavoro?>>

<<Sì, di pomeriggio lavoro in un bar vicino casa per cinque ore; mi pagano abbastanza per riuscire a sostenere le spese della casa, dell'università e di alcune sciccherie che mi piace comprare>>

<<Non mi dire che hai comprato altri gonnellini azzurri!>> mi rimproverò.

<<Oops...>> dissi mentre prendevo tra le mani proprio uno di questi.

<<Sei incorreggibile Aura. Proprio come me!>> rise tossicchiando.

<<Tu stai prendendo le medicine? Non mi sembra da questa tosse>>

<<Aura, abbi pazienza me ne dimentico, lo sai quanto sono impegnato>>

<<Il raffreddore non passerà se non prenderai quelle pasticche, mettiti un promemoria sul telefono, ti ho mostrato come si fa!>>

Loving the old youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora