32- Familiarity

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1...7...4...9
Vedevo immagini confuse raffiguranti questi numeri.
Il rumore del vento era forte.
Era buio, non vedevo nulla.
<<A volte non tutto è come sembra>>
<<Le persone indossano delle maschere, lo fanno solo per proteggersi oppure lo fanno per proteggere gli altri da sé stessi...>>
<<Tu non capisci! La verità è che io...>>

Mi svegliai di soprassalto a causa di quel sogno talmente strano da mandarmi in confusione sin dall'inizio.
-Che razza di sogno era? Perché si è bloccato all'improvviso? Perché ancora una volta questa straziante sensazione di familiarità mi assale la mente?- pensai mentre regolarizzavo il mio respiro.

<<Hey stai bene? Ti ho sentita mentre ti lamentavi>> mi chiese quello che riconobbi essere Niragi.

<<Sì, sì, solo un sogno...>>

<<Un incubo?>>

<<No, questo è il punto...Mi sono svegliata così di soprassalto ma non era neanche un incubo>>

<<Allora, forse, c'era qualcosa che ti faceva paura, o che magari ti ha messo così tanta ansia da farti svegliare in maniera così brusca>> ipotizzò lui mentre, steso sul letto, fissava il soffitto bianco in cerca di risposte.

<<Non sono neanche riuscita a finirlo, ma non era un sogno normale...>>

<<In che senso?>>

<<Non vedevo nulla, era tutto buio; c'erano dei numeri forse un 7 e un 9? Poi delle voci hanno iniziato a susseguirsi, parlavano di quanto le persone indossino delle maschere, ma non le ho comprese tutte pienamente...L'ultima frase non l'ho sentita tutta, mi sono svegliata, qualcuno mi urlava addosso, mi stava confessando qualcosa>> raccontai mettendomi seduta sul letto con il corpo rivolto verso di lui.

Gli avevano tolto le bende dal volto ed era ancora più bello di quanto me lo ricordassi: una ferita, ormai cicatrizzata, adesso gli rigava il sopracciglio, aveva un piccolo taglio anche sullo zigomo e ciò non faceva altro che renderlo stupendo.
Sembrava un angelo caduto dal cielo; il sole, che entrava dalla finestra, gli baciava il volto conferendogli quasi un' aria surreale.

<<Mi stai ascoltando?>> chiese d'un tratto risvegliandomi dai miei pensieri.

<<Sì certo>> annuì freneticamente, sperando che non mi avesse beccata a fissarlo.

<<Allora cos'ho detto?>>

<<Che...Che...Oh guarda! Guarda che bel sole, perché non andiamo a prendere una boccata
d'aria?>> cercai di dirottare la conversazione su un' altra strada, sarebbe stato troppo imbarazzante commettere di averlo contemplato senza ritegno.

Lui rise un po' e poi si voltò verso la finestra ammirando il caldo sole di quella giornata.
<<Va bene andiamo; comunque stavo dicendo che forse quei numeri potrebbero rappresentare un codice o qualcosa del genere>> disse lui alzandosi lentamente dal letto.

Gli fui grata di non aver puntualizzato la mia "distrazione" e lo aiutai a camminare poggiandogli un braccio attorno le mie spalle (io per quanto stessi male ero messa meglio di lui e riuscivo a sostenere anche una parte del suo peso).

<<Potrebbe essere, sai i miei sogni non sono mai inviati dal mio cervello per caso, la maggior parte delle volte celano dei significati oppure prevedono qualcosa>> gli raccontai mentre passavamo per la Hall dell'ospedale, c'erano un sacco di persone vittime del meteorite, come noi, e mi sentii un po' meno sola.

<<Mi stai dicendo che sei tipo una veggente?!>> esclamò lui stupito.
Risi di gusto per la sua affermazione infantile e stupita, non potei fare a meno che trovarlo adorabile.

Loving the old youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora