11- I hate you because...

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<<Secondo voi perché siamo qui? Intendo, perché non siamo nel nostro mondo?>> chiese Kuina guardando il cielo limpido che vi era quella mattina.

Erano passati un po' di giorni da quando avevo conosciuto Chishiya e da allora passavo la maggior parte del tempo con quella strana coppia di amici.

Pensavo che lui fosse un tipo molto riservato e timido, ma che in realtà nascondesse un intero mondo dentro di sé, forse non voleva rovinare le persone facendosi conoscere a pieno o forse era semplicemente egoista ed invidioso delle persone che riuscivano ad esternare i propri sentimenti.

Sicuramente era molto intelligente, una di quelle astuzie rare e difficili da trovare.

Non parlava molto, ma quando lo faceva non potevo che rimanere sempre stupita, i suoi discorsi erano capaci di catturarti e aveva una grande abilità nel saper soppesare le parole ed usarle. Carismatico, ecco.

Il ragazzo biondo non rispose all'inizio e fece una semplice alzata di spalle.

<<Non lo so, sinceramente non mi interessa voglio solo andarmene da qui>> dissi mentre guardavo il via vai di persone in piscina, dall'alto del tetto.

Era diventato come il nostro luogo di ritrovo, lontano dalle orecchie indiscrete e silenzioso; era difficile trovare un posto di quel genere alla Spiaggia.

<<Io penso che in realtà ti interessi, semplicemente sei troppo occupata a pensare ad altro per poterci riflettere davvero>> disse il ragazzo.

Questa volta fui io ad alzare le spalle, non volevo dargli la soddisfazione di avere ragione e molto probabilmente sapeva già di non aver sbagliato quindi che senso aveva confermare?

<<Voi perché andate avanti?>> chiese di nuovo Kuina, quel giorno la vedevo particolarmente pensierosa.

<<Per non lasciate mio fratello nelle mani di mia madre. Lo rovinerebbe>> dissi tranquilla, non mi dispiaceva parlare di ciò con gli altri: era la verità, non potevo semplicemente fingere di essere qualcun altro, rinnegando il mio passato.

<<Io non so il vero motivo, credo per redimermi>> disse Chishiya quasi annoiato.

<<Io lo faccio per mia madre, ha bisogno di me>> disse infine lei con la solita sigaretta spenta tra le labbra.

<<Tra quanto scade il vostro Visto?>> chiesi poggiandomi al muretto del tetto, faceva caldo sul serio ed io ero tentata di togliermi i pantaloncini e rimanere in costume.

<<Fra due giorni>>
<<Il mio domani>> disse il ragazzo sedendosi a sua volta ma abbastanza distante da me, odiava il contatto fisico.

<<Anche il mio, andiamo insieme?>> chiesi, non volevo andare con Niragi, lo evitavo ancora di più da quella sera in discoteca.

<<Perché dovrebbe convenirmi?>> chiese lui per prendermi in giro.
<<Sono una giocatrice di cuori, ti stavo solo offrendo il mio aiuto, ma se non è bene accetto allora...>>

<<Va bene, ma ti avviso se ci capita un gioco in cui dovremmo scegliere tra le nostre vite non salverò te, al posto mio>>

<<Questo è ovvio, pensi che io riuscirei a salvare qualcuno oltre che me stessa in una situazione del genere?>> ero retorica ovviamente, la risposta era: no.

Sbagliavo. O meglio non lo sapevo ancora, ma ne ero capace.

Non perché fossi egoista, ma perché ci tenevo a tornare da mio fratello e se avessi dovuto uccidere qualcuno pur di sopravvivere allora l'avrei fatto.

Loving the old youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora