17-Drunk

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Niragi se ne andò dopo averglielo chiesto, lasciandomi sola con una strana emozione all'altezza del petto. Non era amore. Non era odio.

Era malinconia, era rimpianto, era delusione, era nostalgia. Era tutto quello messo insieme.

Ero una persona "sensibile" e forse anche un tantino emotiva, ma non mi era mai capitato di provare sentimenti forti e contrastanti, figuriamoci nello stesso momento.

L'amore non lo conoscevo, mio fratello mi aveva insegnato qualcosa, ma l'amore fraterno non è paragonabile a quello materno o quello in ambito "affettivo", quindi da parte di amici ed amanti.

La mia più grande mancanza era l'amore, l'unica volta in cui mi ero illusa di amare qualcuno fu quando incontrai Niragi.

Pensai subito a questo sentimento verso i suoi confronti perché non riuscivo a togliermelo dalla testa, lo sognavo in continuazione, lo cercavo disperatamente in libreria.

Il sentimento che invece mi aveva cresciuta era il suo opposto, l'odio.

Secondo molti l'odio è più forte dell'amore, io non lo sapevo in quanto non l'avevo sperimentato sulla pelle, ma credevo che l'astio fosse il più forte di tutti quelli che conoscevo.

Mia madre era la persona che più odiavo.
Mi aveva fatto odiare me stessa, mio padre e le persone in generale, ma la persona che più non sopportavo era lei.

Il mio corpo aveva subito numerose trasformazioni negli anni, per colpa sua.

"Quel vestito ti sta troppo stretto, se mangiassi di meno ti entrerebbe" e allora io digiunavo, saltavo il pranzo e la cena solo per piacerle.

"Ti si vedono quasi le ossa che schifo, se mangiassi di più saresti accettabile" e allora io mi abbuffavo, mangiavo compulsivamente per cercare di essere "accettabile".

Non soffrivo di disturbi alimentari, la mia mente in qualche modo era abbastanza forte da riuscire a comprendere i propri limiti e quindi a rimettermi in sesto.

Non mi aveva mai detto di essere bella o carina, non le piacevo esteticamente ed il massimo che potevo ricevere da lei era un misero "accettabile".

Non fumavo per non darle un ulteriore motivo per disprezzarmi.

Non bevevo per non ricevere ramanzine da lei.

Non mi divertivo e non avevo amici perché sapevo che lei, con una sola frase, avrebbe potuto distruggere tutte le cose belle che mi creavo.

-Questo mondo fa schifo, ma il suo unico pregio è  che lei non sia qui e se lei non c'è posso fare tutto senza preoccuparmi di essere il "disonore della famiglia"-  pensai.

Perciò mi diressi verso la camera di Kuina e le dissi che quella sera, sarebbe stata indimenticabile.
Mi sarei divertita.

<<Guarda cosa ho per te!>> disse allungando l'ultima lettera e sfilando dall'armadio un completo a due pezzi verde militare.

Una gonna attillata e corta ed un top a giro collo con una scollatura a goccia.

Metteva in risalto il mio corpo, la mia abbronzatura e i miei occhi chiari.

<<Sei stupenda>> disse guardandomi senza parole, sapevo che Kuina era una ragazza transgender e non volevo che si sentisse intimidita o inferiore rispetto a me in alcun modo.

<<Avanti fammi vedere come ti vesti tu, sono sicura che sarai stupenda>>

Uscì dal bagno con un vestito nero senza maniche e semplice. Era davvero bellissima, chiunque si sarebbe incantato a guardarla.

Loving the old youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora