Gli ospedali non erano mai stati ambienti dove Izuku passava volentieri il tempo. E detta sinceramente, chi è che passava volentieri del tempo in ospedale?
Corridoi freddi e monotoni, con i colori tenui a colorare le pareti e dipendenti che si muovevano sempre di fretta. Chi correva per un'urgenza, chi andava a chiamare un medico, era un continuo movimento.
Ed Izuku si sentì destabilizzato, perché non sapeva cosa fare.Erano nel reparto emergenza, e l'aria era stracolma di odori fatti di paura e malessere, talmente forti da farlo quasi vomitare.
Avevano occupato tutte le stanze di quel reparto solamente per le vittime di quello scempio. Alcuni si "limitavano" ad avere ferite esterne e superficiali, altri invece erano stracolmi di violenza, esterna ed interna...E Kirishima rimase immobile, dietro di lui, con le braccia conserte, ma con la testa da tutt'altra parte: il suo naso cercava di percepire involontariamente la più piccola molecola che lo avrebbe fatto sciogliere. Sapeva che lì, in mezzo a quella grande confusione, l'Omega dai capelli biondi fosse da qualche parte.
In una camera, o in un qualche studio, era lì.
Ma sapeva che, data la situazione così delicata, non poteva sparire e mollare il proprio appoggio per il ragazzo dai capelli verdi, che rimaneva pietrificato di fronte a quella porta scorrevole con su attaccato un grosso cartelloATTENZIONE: PERICOLO.
"È... L-lui... È qui... V-vero...?".
Eijirou si affiancò ad Izuku, che cercò di mostrarsi forte, superiore, sicuro di sé, ma in realtà, dentro di sé, stava letteralmente morendo.
Cosa si sarebbe potuto aspettare, una volta varcata quella porta?
Cosa avrebbe potuto vedere?
Il suo Kacchan?
Il ragazzo che si ricordava...?O... Un'altra persona...
Non riconosceva nessuno, queste erano state le parole di Eijirou. Avrebbe riconosciuto lui? Come e perché?
Sua madre? La sua famiglia? Perché loro no?Si prese il volto tra le mani, sentendo le ginocchia come gelatina, mentre un singhiozzo lasciò andare la sua gola, percuotendo il suo corpo.
Ancora non poteva crederci... No... Era impossibile..."Izuku... Ti vuoi sedere un po'...?".
Lui scosse la testa, lasciando che le lacrime iniziassero ad uscire violentemente dai suoi occhi, bagnandogli il volto mentre provava invano ad asciugarsi e rimanere asciutto.
Non voleva farsi vedere in quello stato. Di sicuro, il grande Deku non poteva essere visto a piangere come un bambino... Ma non riuscì a trattenersi."T-Tu... Lo hai visto... N-non è vero?".
"Mhm... - Il rosso annuì, avvolgendo le spalle del più piccolo con il suo braccio forte, avvicinandolo a sé per confortarlo - Ed ha bisogno di te, Izuku".
Un singhiozzo più forte gli scappò, mentre affondò le dita tra i suoi riccioli verdi, maledicendo il suo essere così sensibile.
Katsuki aveva bisogno di lui...Iniziò a camminare, superando la grossa porta e trattenendo il respiro nel vedere lo scempio che aveva di fronte ai suoi occhi.
Infermiere in lacrime, che si tenevano le braccia e le mani colme di sangue, medici che analizzavano cartelle cliniche e preparavano farmaci, siringhe enormi e aghi dalle lunghezze spaventose.
Molti di quelli, erano tranquillanti..."Ecco, Izuku... - La mano di Eijirou si agganciò al polso dell'altro, facendolo voltare lentamente, come se fosse sotto ipnosi - Lui... Lui... È pericoloso... E...".
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Fanfiction"Come posso dire se la tua voce è bella. So soltanto che mi penetra e mi fa tremare come una foglia e mi lacera e mi dirompe. Cosa so della tua pelle e delle tue membra. Mi scuote soltanto che sono tue, così per me non c'è né sonno né riposo finché...