Capitolo 23

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La brezza serale finalmente era arrivata, sfiorava il viso pieno di efelidi del verdino, che con gli occhi chiusi era seduto sul porticato fuori casa sua, con la piccola Eri addormentata tra le braccia, con ancora le fusa attive.

E dire che voleva solamente passare due settimane con quella bambina... Magari portarla all'acquario, o alle giostre, o semplicemente guardarsi un film con lei, magari un musical che le piacevano tanto.
Invece erano bloccati in una bella baraonda, e non riuscivano a trovare un po' di tempo per loro...

Mitsuki era riuscita ad occuparsi di Denki, che era sigillato nella stanza degli ospiti, con la porta contornata di diffusori profumati, per non dare fastidio ai due Alpha.

Sua madre era riuscita a stare con Katsuki in tranquillità, e lui si era lasciato addirittura avvicinare, ma senza esagerare con i contatti. Una mano sulla spalla l'aveva accettata, ma non di più.

E ora il biondo era appoggiato allo stipite della porta che dava sull'esterno, ad osservare l'Omega con la bambina, in un'immagine fatta di sola perfezione.

Poteva vedere l'amore in ogni gesto di Izuku, come la sfiorava e come la guardava, con quel sorriso sempre a incurvare le sue labbra.

E l'odore era meraviglioso, fatto di dolcezza e di affetto, che si insinuava sotto alla sua pelle facendogli percepire addirittura una forma di gelosia. Ma non gelosia nei confronti di Eri, ormai, dopo il loro primo incontro, quella bambina poteva letteralmente strappargli ogni singolo capello a mani nude, lui sarebbe stato buono a farsi fare ogni cosa, ma era una gelosia per quei gesti.

Anche lui voleva riprovare sulla sua pelle quelle dimostrazioni di affetto, voleva sentire il cuore battere forte ad ogni carezza.

Gli piaceva quando l'Omega si avvicinava a lui e gli sfiorava i capelli, il viso, quando gli prendeva le mani... Anche solo quando gli parlava.
Era una voce melodiosa, che lo cullava e calmava.

E continuò a pensare a lui anche quando tutti gli ospiti andarono via, ma Katsuki non guardò in faccia nessuno, solo due smeraldi tenevano ancorati i suoi occhi.
Non li distolse nemmeno nel percepire gli ormoni dell'Alpha rosso, che era decisamente in crisi nel sentire l'Omega chiuso e lontano, obbligato a stare a debita distanza tra loro. Obbligato da sé stesso.

Ed il biondo continuò a pensare all'Omega anche mentre si sdraiava nel suo letto, su di un fianco. Era lavato e cambiato, con un pigiama addosso da renderlo odiosamente tenero.
Osservava come il verdino era stremato, dall'espressione, da quella perenne rughetta di espressione sulla fronte che la decorava.

Non era facile, stare dietro ad ogni cosa, riuscire a controllare tutto. Era seriamente qualcosa di più grande di lui.
Ma aveva bisogno del controllo, doveva tenere tutto sott'occhio e riuscire a non creare scontri. Lo doveva fare, per il bene di tutti.

"Sei stanco, Katsuki? Oggi è stata una giornata... Intensa...". Izuku sorrise leggermente, stropicciandosi il volto per riuscire ad arrivare sveglio e con le proprie forze sul futon a terra.

Le iridi rosse osservarono quel corpo, e i palmi delle mani iniziarono a prudere fastidiosamente, mentre guardava come l'altro stendeva la coperta piegandosi a terra.

"Deku...".

Il gelo piombò dentro alle vene del verdino, che lentamente si voltò a guardare l'Alpha. Non sarebbe riuscito ad abituarsi tanto facilmente... Sentire quella voce, graffiata da anni di silenzio, lo faceva percuotere totalmente da brividi.
E poi, chiamava lui...

Non chiamava sua madre, o suo padre... Chiamava lui.
Non aveva nominato Kirishima, il ragazzo che era riuscito a fare breccia in pochissimo tempo in quell'armatura...

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