Capitolo 26

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La vita è fatta di perdite, di rotture, e fatta di dolore, non possono mancare i famosi momenti no.
Ma è anche fatta di rinascita, si modella nel ricostruire le fratture generate.

Quando si capisce il vero significato della vita, non importa quanto le cose si rompano, non importa quante cicatrici vengano impresse, l'importante è l'impegno che viene messo nel cercare di aggiustarle.

Ed Izuku stava pensando a quanto fosse bella la vita, nel guardare quel volto addormentato, che sembrava quello di un angelo.
Era meraviglioso, i lineamenti ammorbiditi dal riposo, le palpebre leggere, e le labbra schiuse.
Respiri profondi uscivano da esse, con il corpo talmente esteso da occupare quasi tutto il materasso.

Ma gli andava bene così.

Gli avrebbe lasciato fare qualsiasi cosa, pur di vederlo felice.

Qualsiasi...

Avrebbe messo a repentaglio sé stesso, tutto di lui. La propria carriera, il proprio essere, la propria vita che stava tanto amando solamente nel guardare il potente Alpha addormentato.

Perché il giorno fatidico era lì, bussava alle porte della notte. Il giorno seguente sarebbero arrivati i medici, per analizzare la situazione, e non potevano esserci errori.

Non poteva immaginare cosa sarebbe potuto succedere se la sua mente si fosse chiusa, se Katsuki avesse dato libero sfogo al suo spirito.
Ed era terrorizzato.

Terrorizzato dal vederlo andare via, di nuovo, come una cavia... Analizzare e studiare la sua corteccia cerebrale?!

Mai.

Ecco perché aveva fatto quella chiamata... Ecco perché aveva messo, come sempre, il biondo al primo posto, in prima linea, di fronte a lui.

Così si alzò, in silenzio e lentamente per non svegliarlo, non senza lasciare una carezza leggera tra quei capelli scarruffati dal sonno.

I suoi piedi nudi iniziarono a muoversi, sul pavimento che percepiva così freddo. Era arrivato il momento, il momento che avrebbe cambiato ogni cosa.
Magari non sarebbe servito a niente, no?
Magari non necessitava di quell'aiuto.

Ma quante volte aveva rifiutato una mano aperta nella sua direzione, solamente per poter dire "ce l'ho fatta"?
Troppe.
Ed in quel momento il rischio non era da prendere in considerazione.

Osservò il divano, vuoto, ordinato, e un accenno di sorriso sbucò, pensando a quanto Eijirou si fosse meritato tutto quello.
Era un angelo, un ragazzo, anzi, un uomo, che era definibile come vero e proprio eroe.
Bello, bellissimo, dal sorriso che riusciva a rompere ogni terribile momento.

E Denki? Quel tenero ragazzo... La paura di poter subire qualcosa era sempre presente, ma piano piano si era aperto a tutti loro, mostrandosi leggero ed energico.

Un sole meraviglioso.

La porta di ingresso venne aperta, senza proferir parola. L'ospite fece il suo ingresso, chinando il capo come saluto, ricambiato dal verdino.

Il silenzio regnava, mentre dalla grande finestra entrava quella luce fredda che solamente la luna poteva portare. Era alta nel cielo oscuro, luminosa e bellissima, dava l'impressione di essere un qualcosa di solitario, ma circondata da infinite stelle, quelle più vicine e quelle più lontane, ma tutte intorno ad ella.

Come un automa afferrò il suo telefono, iniziando a cercare nella rubrica quel nome, non sapendo cosa aspettarsi.
Tutto ciò andava contro il suo essere... Stava chiedendo, ancora, aiuto... Ma ne andava di tutto ciò che amava.

Come sarebbe andata la sua vita se gli avessero portato via Katsuki?

Lo aveva già provato, nell'innocente adolescenza, e non voleva ricadere in quell'oblìo avendo una mente più matura.

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