Il sole era alto nel cielo, e si abbatteva dolcemente sulle braccia nude di Izuku, aggrappato alle catenelle dell'altalena che aveva fatto montare qualche mese addietro per la piccola Eri nel suo giardino.
I suoi occhi, vuoti, erano incantati ad osservare il prato ben curato di fronte a sé, con le gambe lasciate a penzolare sospese nell'aria.Non aveva chiuso occhio per tutta la notte, era rimasto rannicchiato a terra in un angolo della sua camera ad osservare il biondo, che dormiva beatamente, con la bocca libera e l'espressione più serena.
E lui, invece, piangeva silenziosamente, abbracciando al petto le proprie ginocchia.Si sentiva inutile... Nonostante le parole di Eijirou, di sua madre, oppure quel tenero abbraccio che gli riservò Denki, si sentiva in ogni caso quel modo.
Non era sicuro di essere riuscito a risolvere qualcosa, in quei giorni passati... Katsuki era ancora legato, instabile, eppure una semplice bambina dal cuore grande e un coraggio da leoni aveva preso le redini in mano inconsapevolmente, iniziando a rompere una barriera invisibile.E lui...?
"Sono un codardo...". Mormorò, sbattendo le palpebre stanche e stringendo con più forza quelle catene che tintinnavano.
"L'autocommiserazione non mi piace... Torno più tardi?".
La testa di Izuku si voltò di scatto, non essendosi accorto di quell'aroma alla lavanda che lo aveva ormai circondato.
Il Beta era dietro di lui, a qualche metro di distanza, con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni e un sorrisetto sbieco sul viso."Shinsou...? Che ci fai qui?".
"Passavo da queste parti... - Scrollò le spalle, andando di fronte al verdino ed osservandolo attentamente, scorrendo gli occhi contornati da occhiaie sul suo viso - Mi vuoi rubare il titolo da Insonne? Non hai dormito? E stai continuando a prendere i soppressori?".
Un sorrisetto appena accennato sbucò sulle labbra dell'Omega, che abbassò lo sguardo e scosse la testa.
Quel ragazzo era tagliente, non aveva peli sulla lingua e non si vergognava a tirare tutto fuori, ed era un qualcosa di raro da trovare. Non cercava di addolcire le sue parole, erano schiette e sincere."I soppressori sono il mio pane quotidiano, e no... Sono stato sveglio tutta la notte... - Si stropicciò gli occhi, continuando a tenere quel movimento dondolante sull'altalena - Troppi pensieri... Non so... Sto sbagliando qualcosa... Ho paura...".
Le braccia esili del Beta si incrociarono, mentre un sopracciglio si sollevava infastidito.
Odiava vederlo stare male, e soprattutto odiava che a procurargli del dolore fosse sempre quell'Alpha.
Forse era gelosia... Lui non avrebbe mai ottenuto tutto quello, e lo sapeva, mentre quel biondo, nonostante lo stato incontrollato, era sempre sulla prima linea...Anche quando tutti pensavano che fosse morto, durante quegli anni, Izuku andava ogni due giorni su quella tomba, senza corpo sotterrato, a trovarlo.
E lui a volte lo aveva seguito, curioso di sapere che cosa facesse o dicesse. Le prime volte era rimasto fuori dal cimitero, non volendo mancare di rispetto a tutte quelle anime raccolte, ma quando notò che il tempo in cui Izuku passava il tempo lì era decisamente elevato, iniziò a seguirlo anche dentro.Ed ascoltava tutti quei monologhi, ascoltava tutti quei "Io lo so che il tuo cuore batte sempre", quei fiori portati alla tomba, il borbottare cose infinite.
Ascoltava tutto.Ed a ogni parola, il suo cuore si sgretolava sempre di più.
Avrebbe mai trovato qualcuno? Uno come Izuku... Dolce, premuroso... Forte.
Perché era forte, nonostante il suo stato momentaneo, poteva vedere tutta la sua energia scorrere in quegli occhi .
"Vedi di rialzarti... - Ringhiò lui, distogliendo lo sguardo ed osservando la portafinestra che riportava nella cucina - Tu... Non puoi mollare. Hai fatto grandi cose, nessuno c'è riuscito prima. Adesso tu... Ti rialzi. E a testa alta affronti tutto ciò che devi. Stai lasciando andare la presa? Stai abbandonando tutto ciò che hai aspettato per anni?".
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Fanfiction"Come posso dire se la tua voce è bella. So soltanto che mi penetra e mi fa tremare come una foglia e mi lacera e mi dirompe. Cosa so della tua pelle e delle tue membra. Mi scuote soltanto che sono tue, così per me non c'è né sonno né riposo finché...