Il verdino finì di sistemarsi le fasce sui polsi, imbottiti di creme e disinfettanti, coperti da un sottile strato di garze per poter tenere pulite le ustioni.
Aveva preferito fare da solo perché... Beh, era scoppiato in lacrime. Si era chiuso nella sua stanza per interminabili minuti, mentre le lacrime uscivano a dirotto, come fiumi in piena, dai suoi occhi.Non voleva farsi vedere debole... Si sentiva così spezzato. Si era lasciato soggiogare, senza riuscire a reagire... Come una nullità...
Si finì di asciugare le lacrime con le maniche lunghe della maglia, e sospirò amareggiato. Sarebbe riuscito a risolvere ogni cosa?
I dubbi iniziarono ad attanagliare la sua mente, pensando anche a che cosa sarebbe potuto succedere se Mitsuki non fosse arrivata...
Non doveva permettere quello scontro, anche se era consapevole del rischio che avrebbero corso se non avessero risolto le loro vicissitudini...Ormai era andata, e fortunatamente era andata bene. Ma lui si sentiva sprofondare sempre più... Come se nel tirare fuori Katsuki da quell'oblio, lui avesse iniziato a scendere a sua volta, con nessuno a tirarlo fuori.
Quanta inutilità, eh?
Si guardò allo specchio, stringendo i pugni sulla ceramica del lavandino. Perché senza gli altri, non riusciva a tirarsi fuori dalle situazioni?
Aveva sempre bisogno di qualcuno... Come una sorta di appoggio. Da solo non ci sarebbe riuscito?"DEKU!".
Ma perché farsi prendere dai pensieri negativi, quando un angioletto dal sorriso sempre aperto lo richiamava dal piano inferiore?
Quella bambina era quasi tutto ciò di cui aveva bisogno... Quel piccolo spazio vuoto, era per quell'Alpha che lo stava facendo dannare."Eccom- OUCH!". Gemette una volta spalancata la porta, quando la sua fronte si schiantò su di un corpo che aveva fatto da muro. Si massaggiò la fronte, sollevando gli smeraldi per venire accolto da degli accesi rubini che lo scrutavano, profondamente.
Come aveva fatto a non accorgersi del caramello?
Sfarfallò le palpebre, deglutendo rumorosamente. Percorse con lo sguardo le sue braccia, osservando come erano libere da ogni catena e manetta, le sue mani forti e decise, che tra le mani tenevano una cosa così delicata.
Aveva raccolto anche lui un fiore di loto, e glielo stava porgendo.Gli occhi di Izuku erano ancora più spalancati di quanto già non fossero. Tralasciando che non si aspettava sicuramente di trovarlo davanti alla porta del bagno, senza nessuno intorno a controllarlo, ma poi quello... Quel gesto di tenerezza che gli stava riservando...
Risollevò le pupille, osservando l'espressione seria che aveva l'Alpha, aveva la mandibola serrata e rigida che risaltava, le labbra strette in una linea dura...
Izuku sorrise, perché poteva percepire l'imbarazzo nell'aria, nonostante provasse a camuffarlo."Dek... U...". La voce grattò la gola del biondo, che si sforzò incredibilmente per riuscire a pronunciare quella semplice parola. Non aveva detto altro, se non quello, ma era così importante per lui che poco gli interessava del resto.
Le mani che tenevano quel fiore, si sporsero un po' di più, avvicinandosi di più al corpo del minore che era rimasto pietrificato.
Che giornata... Troppe emozioni, troppi avvenimenti. E quanto mancava alla fine?!Katsuki, d'altro canto, era sempre con la mente offuscata. Lui non era ancora sicuro al cento per cento di cosa fosse giusto, i suoi ricordi erano ancora annebbiati da tutti i farmaci che gli circolavano in corpo. Non aveva del tutto chiaro chi fosse il ragazzo di fronte a sé, ma sapeva che c'era del buono... Lui era colui che percepiva giusto.
Come la donna che lo aveva affrontato, a testa alta, sapeva che lei faceva parte della sua vita, ma non sapeva chi fosse. Anche lì, nonostante lo avesse "punito" dal suo modo di fare aggressivo e pericoloso, lui si era inchinato, perché qualcosa dentro di sé lo aveva spronato a farlo, una necessità.
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Fanfiction"Come posso dire se la tua voce è bella. So soltanto che mi penetra e mi fa tremare come una foglia e mi lacera e mi dirompe. Cosa so della tua pelle e delle tue membra. Mi scuote soltanto che sono tue, così per me non c'è né sonno né riposo finché...