Capitolo 24

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La notte sembrava infinita, nonostante nella camera di Izuku sembrava fosse regnata la pace, in quella degli ospiti era un vero e proprio inferno...
Il povero Denki era costantemente alle prese con quelle ondate di calore da farlo gemere incessantemente. Non era più abituato a quel rilascio di ormoni, gli faceva così male...

Ed aveva quell'impellente necessità di avere vicino l'Alpha, e non uno qualsiasi... lui voleva l'Alpha che era a dormire in sala, sul divano. 
Voleva Eijirou al suo fianco, a tenerlo stretto, a sfiorare la sua pelle bollente e a conoscerlo, memorizzando ogni centimetro del suo corpo che straripava scintille. Perché non se ne rese conto, ma il suo intero corpo stava generando delle scintille afrodisiache, piccole scosse rapide che si andavano a scontrare contro la sua pelle, sembravano far parte di un piccolo gioco sadico ed erotico, che lo stava facendo impazzire.

"Eiji... Eiji, ti prego...". Gemette, ribaltando gli occhi all'indietro mentre si strofinava sulle coperte, frizionando il bacino per riuscire a darsi un minimo di piacere.
Da quando era piccolo, quegli uomini avevano sempre fatto tutto chimicamente... avevano bloccato il suo calore con pasticche e siringhe, per poi ripresentarlo quando ne avevano bisogno, non lasciando lo spazio alla natura di fare il suo ciclo.

Ed in quel momento, stava soffrendo, perché non era abituato a tutto quel fuoco nelle vene. Si immaginava le mani del rosso a percorrere tutto il suo corpo, ad afferrarlo e piegarlo al suo volere.
Aveva una piccola parte, nelle retrovie del suo cervello, che cercava di convincerlo che quella era stata la decisione giusta, per tutti. Non potevano rischiare di rovinare qualcosa di così bello, per colpa di qualche disattenzione.

Doveva resistere... qualche giorno, no?

Ma anche per Eijirou non era affatto stato semplice... ormai aveva percepito quell'odore sublime, e nonostante quei diffusori di odore fuori da quella porta, sapeva molto bene che lì dentro si trovava Denki e sapeva ancora meglio in che condizioni fosse.

Era una lotta continua con il suo Alpha interiore, che avrebbe tanto voluto sfondare quella porta a suon di testate, avrebbe voluto afferrare quell'Omega e marchiarlo, renderlo suo a tutti gli effetti. Come poteva, però? Tutto quello che il biondino aveva passato...

No, non poteva...

Non dovevano darsi fretta, non per colpa di un richiamo... tutto sarebbe successo con calma, con naturalezza, come quel bacio nel bagno...

Ringhiò, facendo strusciare la schiena contro la parete mentre si ritrovava seduto di fronte alla porta sigillata di quella stanza. Voleva baciarlo di nuovo, voleva sentire il respiro di Denki spezzarsi, il calore del viso sotto alle sue dita, per l'imbarazzo.

Lo sentiva, là dentro, sentiva quei lamenti che erano così dolorosi anche per lui.
Stava facendo passare il calore, a quel ragazzo, tutto da solo... dentro di sé, stava morendo disperato.
Come poteva non pensarci? Come avrebbe fatto a non dargli peso?

Non c'era un modo, sarebbe stato male come lui per tutti quei giorni di tortura.

Ed anche nei giorni successivi, provò a distrarsi, stette molto tempo a lavoro, andava via presto e tornava tardi, così da potersi stancare completamente e riuscire a non pensare troppo al povero Kaminari che era chiuso in quella stanza... Tuttavia, era impossibile! 

La mattina si svegliava, ordinando al verdino che cosa preparargli per i vari pasti, così da non farlo sentire trascurato, ed ogni giorno gli lasciava una sua t-shirt per far capire all'Omega che lui era presente, nonostante non fossero nemmeno una vera e propria coppia. Ma lui percepiva che c'era qualcosa di forte che li teneva uniti, e non avrebbe mai potuto lasciarlo solo.

E nel suo malessere, un avvenimento lo fece rimanere totalmente basito: Katsuki si era avvicinato.
Nonostante gli spiriti Alpha, in quei giorni non si erano mai affrontati, nonostante Denki in calore e il biondo quasi completamente libero di muoversi, sempre sotto stretta sorveglianza di Izuku, non era più scattato un momento rissoso

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