Lo stato confusionale finalmente era passato, oramai la notte era quasi terminata, e le prime ore del mattino iniziavano ad arrivare. Izuku era di nuovo di fronte a quella porta metallica, con le mani che tremavano tremendamente.
Non avrebbe mai creduto di poter avere una reazione di quel tipo, e ormai aveva perso le speranze sul suo calore... Nella sua testa l'idea di essere totalmente sterile si era insediata da moltissimo tempo, quindi non si era neppure più domandato se una lontana possibilità di ristabilire il suo corpo ci fosse.
E beh, la sua risposta l'aveva ricevuta: sì, c'era eccome.Si voltò a guardarsi dietro le spalle, sia Kirishima che Shinsou erano lì con lui. Non si sarebbe mai aspettato che il Beta dai capelli viola si sarebbe unito a loro in quel folle obiettivo di far tornare Katsuki.
Insomma... niente era sicuro. Nessuno sapeva se ormai non ci fosse più stato niente da fare, o se una possibilità ancora fosse presente, magari nascosta e recondita, ma presente.Era sotto il controllo di soppressori, ne aveva presi altri due per sicurezza prima di uscire da quella che un tempo era un'ordinata stanza di ospedale, lasciandola come una sorta di campo di battaglia.
Ma in quel momento, il pensiero di riordinare una stanza non era nelle sue priorità... lui doveva vedere l'Alpha, con i suoi occhi.Una grossa boccata di ossigeno fece ingresso nei suoi polmoni, mentre il suo petto si gonfiò, cercando di mantenere un controllo decente per poter affrontare quella situazione.
A meno che non si fosse presentato qualche altra vicissitudine non poco... apprezzabile, di lì a poco lo avrebbe rivisto.La grande porta pesante si riaprì, mentre il suo pensiero cercava di rimanere ben saldo al modo di respirare. Un respiro dietro l'altro, non era troppo difficile, no?
Scrollò gli occhi sulle infermiere che aveva visto qualche ora prima, con le ferite dei morsi ormai risanate e dei volti più tranquilli, stanche, ma tranquille. Almeno, di lì a poco sarebbero riuscite a finire il loro turno.Poco più avanti l'altra porta che lo stava definitivamente dividendo da colui che aveva conquistato i suoi sogni ed incubi di notte, colui che mai aveva abbandonato i suoi pensieri.
Perché Izuku ci aveva sempre creduto. Non avrebbe mai mollato...Un passo dopo l'altro, mentre percepiva tutto diventare sempre più pesante. Il suo corpo veniva oppresso da una sorta di forza invisibile, e le sue gambe le sentiva come dei macigni difficili da spostare.
Per fare una manciata di metri, ci stava impiegando un'eternità."Ehi, Izuku... - Il verdino si voltò, con gli occhi spalancati - Lo sai che se non te la senti puoi aspettare...? Prenditi il tuo tempo e-".
"Mai - Si voltò di nuovo, distogliendo lo sguardo da Eijirou e deglutendo un enorme groppo che gli rendeva difficile perfino la respirazione - Ho preso abbastanza tempo, Eiji... Sette anni. Ora basta... e ci metterò tutto me stesso per farlo tornare...".
E così, con la forza di un combattente, di un Omega distrutto da una perdita, spinse la porta, aprendola. Si appoggiò allo stipite, serrando le palpebre nel venire inghiottito da tutti quegli ormoni.
La legna bruciata era quasi soffocante, da fargli venire addirittura gli occhi lucidi. La nota di caramello era a malapena percepibile.
Una mano confortevole si poggiò delicatamente sulla sua schiena, ed un morbido odore di lavanda andò a calmare la tensione che si era creata nel suo corpo. Shinsou lasciò la mano lì, al centro della sua schiena, e si avvicinò a lui, sospirando."Midoriya... Puoi prenderti tempo. Lui è qui oggi, sarà qui anche domani. Sei stanco, e-".
"No. Io lo farò...". Gli smeraldi si riaccesero, osservando come di fronte a sé si aprì un'anticamera buia, ai lati della parete vedeva tantissimi monitor accesi e dei tecnici che tenevano ben sotto controllo tutti quei dati e quei grafici. L'elettrocardiogramma suonava in alto, in un display che tutti potevano vedere, e faceva risuonare il bip ritmico di un cuore che batteva in maniera estremamente lenta.
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Fanfiction"Come posso dire se la tua voce è bella. So soltanto che mi penetra e mi fa tremare come una foglia e mi lacera e mi dirompe. Cosa so della tua pelle e delle tue membra. Mi scuote soltanto che sono tue, così per me non c'è né sonno né riposo finché...