Capitolo 9

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TREVOR


Mi sveglio, ma non riesco ancora ad aprire gli occhi. Mi sento sereno questa mattina, senza preoccupazioni e soprattutto senza la solita ansia di uscire dalla palestra per non farmi beccare dalla bidella.

Per la prima volta da quando dormo qui non sento freddo, ma sento un piacevole tepore. Da troppo tempo non sento altro che freddo e sono convinto che, forse, dopo tanto tempo mi sono semplicemente abituato a questa sensazione.

Sento un movimento sotto al mio braccio e in quell'istante capisco. Questo piacevole calore non è dovuto all'abitudine, ma al piccolo corpo sdraiato accanto al mio.

Riesco finalmente ad aprire gli occhi e vedo Isabel che ancora dorme. È su un fianco, con le braccia piegate e le mani unite sotto al viso. Ha le gambe rannicchiate contro il petto e il suo culo perfetto è contro il mio bacino, mentre il mio braccio le circonda ancora la vita, tenendola attaccata a me.

Ieri sera, quando continuava a muoversi nel mio abbraccio, mi stava facendo eccitare. Sentivo il mio cazzo che spingeva contro i boxer e sapevo che se non fosse stata ferma, non sarei riuscito a resistere.

Rimango a guardarla, è così bella mentre dorme. Non so come comportarmi con lei. Mi piace davvero tanto e so che anche io le piaccio, ma c'è qualcosa nel suo sguardo, qualcosa che mi dice che lei non mi vuole così vicino, come se tentasse di reprimere ciò che sente.

La vedo fare un respiro più profondo degli altri, poi inizia a stiracchiarsi. Il mio braccio rimane incollato al suo fianco perché non voglio lasciarla andare, voglio sfruttare ogni secondo per starle ancora un po' vicino.

Dopo qualche secondo apre gli occhi e sembra metterci un po' di tempo per capire dove si trova. Si stropiccia gli occhi con i pugni chiusi, poi si volta verso di me e la mia mano aperta finisce al centro della sua pancia scoperta. Il mio sguardo va automaticamente lì. La felpa si è sollevata, scoprendole le mutandine e la pancia.

Cristo, come faccio a resistere?

"Ciao" sussurra con la voce ancora impastata dal sonno.

"Buongiorno" le dico con un sorriso.

Sorride a sua volta. Ha le braccia piegate e le mani sono vicino al viso. Un raggio di sole filtra dalla finestra e arriva dritto sul suo viso. È stupenda. La sua pelle chiara brilla, i suoi occhi assumono una strana colorazione, che si allontana dal grigio per avvicinarsi ad una tonalità più vicina all'azzurro. Adoro i suoi occhi sotto la luce del sole. 

"A cosa stai pensando?" mi chiede, notando che sono rimasto incantato a guardarla senza dire più una parola.

"Stavo guardando i tuoi occhi" dico senza nemmeno pensarci.

"Perché?" mi chiede, ridendo.

"Perché quando sono colpiti dalla luce del sole assumono una colorazione diversa. Si allontanano dal grigio e si avvicinano di più all'azzurro".

Socchiude le labbra, per poi voltarsi dall'altra parte. Riesco a vedere le sue guance arrossate. Sorrido per esser riuscito a farla imbarazzare per l'ennesima volta.

Perché si volta? Non capisce che imbarazzata mi piace da morire?

"Cosa vuoi fare oggi?" le chiedo, cambiando discorso per rimetterla a suo agio.

Torna a guardarmi, anche se il rossore non è sparito del tutto. Si morde il labbro inferiore come se stesse pensando a qualcosa.

"Che ne dici se andiamo a fare colazione?" le propongo, vedendo che lei non ha idee.

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