Capitolo 15

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ISABEL


Sì, cazzo. Ti voglio. Ti voglio più di qualunque altra cosa al mondo.

"Sì" riesco a rispondere e subito apro gli occhi, perché non sono certa nemmeno io della risposta che ho dato.

Mi rendo conto di averlo detto per davvero perché anche Trevor ha aperto gli occhi e mi sta guardando.

"Allora passa la notte con me, Isa. Passa tutta la notte insieme a me e domani, se vorrai, amici come prima. Ma, ti prego, per questa notte permettimi di baciare queste labbra che mi stanno facendo diventare matto" mi dice, sfiorando con un dito il mio labbro inferiore. "E permettimi di toccare la tua pelle che desidero più di qualunque altra cosa al mondo" mi dice e a quelle parole nessuno potrebbe mai resistere.

Annuisco senza nemmeno rendermene conto.

"Dimmelo a parole, Isa. Dimmi che mi vuoi, che mi desideri e per questa notte sarò completamente tuo".

"Ti voglio, Trev. Cazzo, se ti voglio" dico.

In un attimo le sue labbra sono sulle mie e mi bramano come se fossi la cosa più bella del mondo. Afferra il mio volto con le mani e mi tiene ferma, come se avesse paura che io possa scappare, ma, una volta che le mie labbra hanno incontrato le sue, così terribilmente morbide e così terribilmente esperte, non andrò più via.

Questa notte è nostra e nessuno potrà portarcela via.

Schiudo le labbra per prendere aria e in un attimo la sua lingua entra nella mia bocca. Porto le mani tra i suoi ricci biondi e li tiro un po'. Si lascia sfuggire un gemito gutturale, mentre porta il peso in avanti per farmi sdraiare e lui finisce su di me. Allargo le gambe e lui si accomoda tra esse, mentre poggia il peso sui gomiti per non schiacciarmi.

Tutta la paura che ho avuto poco fa è sparita. Non c'è posto per lei questa notte. Nella mia camera, questa notte, possiamo esserci solo io e Trevor. Niente paura, niente sentimenti, niente di niente, solo io e lui.

Sposto le mani dai suoi capelli ai suoi fianchi per attirarlo a me perché lo voglio sentire ancora più vicino e Trevor si lascia sfuggire un altro gemito.

Incentivato dalla mia presa di posizione, porta le mani tra i miei capelli, tirandoli un po' per farmi inclinare la testa all'indietro e approfondire ancora di più il bacio. Questa volta sono io a lasciarmi sfuggire un gemito e lui sorride contro le mie labbra. Si stacca da me e sento subito la sua mancanza. Mi guarda dall'alto e in quel momento mi rendo conto di quanto sia veloce il mio respiro.

"Ora che ho assaggiato le tue labbra, ora che conosco il loro sapore, non riesco più a farne a meno" mi dice e per me vale lo stesso, ma non può essere così.

"Pensiamo solo a questa notte, non pensiamo al poi".

"Con te ho sempre pensato al poi" dice, per poi fiondarsi di nuovo sulle mie labbra per non darmi modo di protestare.

Vorrei dirgli subito di non farsi strane idee, che non ci sarà mai una seconda notte, che non ci sarà un poi al di là dell'amicizia, ma non faccio in tempo a dire nulla perché la sua lingua si impossessa di nuovo della mia e dimentico tutto quanto.

Le mie mani raggiungono il bordo della sua felpa e gliela sollevo oltre la testa, sfilandogliela.

Raggiungo con la punta delle dita il suo addome, che si contrae non appena lo sfioro. Smette di baciarmi e porta la testa sulla mia spalla.

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